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07 gennaio 2023

Il dinosauro più intelligente del Mesozoico (senza bisogno del dinosauroide)

Dale Russell era del tutto fuori strada? La realtà supera la fantasia?


Quale era il dinosauro "più intelligente"? No, non è Troodon. E non è nemmeno il famigerato dinosauroide di Russell! Possibile che abbiamo sbagliato tutto nel dibattito sull'intelligenza nei dinosauri? Possibile che la risposta sia altrove, e sia forse persino più esaltante del fantasioso dino-umanoide che ricorre ogni volta che si parla di dinosauri con capacità cognitive sofisticate? 

Parlo di una specie vera, ma che non avreste mai immaginato sotto questa luce.

Ma andiamo per gradi.

Nel mio podcast di ieri, ho commentato lo studio di Herculano-Houzel (2023), nel quale l'autrice propone un nuovo metodo per stimare la densità ed il numero dei neuroni telencefalici nei dinosauri mesozoici, neuroni che, nelle specie dotate di grande cervello (e una peculiare organizzazione del cervello) sono di fatto i responsabili delle capacità cognitive di un animale.

L'autrice mostra che nei theropodi mesozoici il rapporto massa (stimata) del cervello e massa (stimata) del corpo segua il medesimo andamento che si osserva nelle specie di aviani moderni più basali (come galliformi e ratiti), e che da ciò sia possibile calcolare il numero di neuroni telencefalici. In base a questa stima, Tyrannosaurus risulterebbe possedere più di 3 miliardi di neuroni telencefalici, ovvero lo stesso ordine di grandezza di un babbuino. Dato che, sostiene Herculano-Houzel (2023), il numero dei neuroni telencefalici è il vero indicatore delle prestazioni cerebrali (e non la sua relazione con la massa totale dell'animale), l'autrice suggerisce la sconvolgente possibilità che i grandi theropodi, in virtù del loro numero relativamente elevato di neuroni telencefalici, possano aver avuto una "intelligenza" simile a quella dei mammiferi e degli uccelli più "smart".

Immaginare Tyrannosaurus come dotato di un'intelligenza corvina è sicuramente accattivante e sono sicuro sarà il nuovo dogma dei dinomaniaci, ma io continuo a ragionare da paleontologo il più possibile ancorato al terreno e non mi limito a considerare l'intelligenza di un animale solamente in base al numero dei neuroni calcolati. Il numero è importante ma conta anche come sono organizzati tali neuroni.

Come ho commentato nel podcast, anche ammettendo che i calcoli di Herculano-Houzel (2023) siano validi, ciò non implica automaticamente che il gran numero di neuroni telencefalici di Tyrannosaurus fosse usato per elaborare concetti e comportamenti sofisticati. Il neurocranio di Tyrannosaurus ha una organizzazione generale che ricorda molto quello dei coccodrilli, e poco quello degli animali "più intelligenti", come corvi e scimmie. La regione telencefalica è tubolare e ospita un enorme bulbo olfattorio, e non appare riorganizzata per elaborare informazioni più astratte dei classici segnali odorosi. Pertanto, aver calcolato un enorme numero di neuroni telencefalici in Tyrannosaurus conferma la sua eccezionale acutezza olfattiva (già ipotizzata da studi neurologici precedenti) ma non implica alcuna sofisticazione intellettiva.

Modelli digitali della regione endocranica in Majungasaurus (A), Allosaurus (B), Tyrannosaurus (C), Struthiomimus (D), Deinonychus (E), Archaeopteryx (F): notare che la forma della regione telencefalica (indicata con "cer") diventa sempre meno "rettiliana" e tubolare ed assume una forma più globosa e "aviana" tanto più ci avviciniamo filogeneticamente ad Aves. Tyrannosaurus non mostra un telencefalo particolarmente "aviano" e probabilmente aveva solo un enorme sistema di elaborazione del segnale olfattivo "da rettile", ma nessuna speciale sofisticazione cognitiva. Immagine da Witmer e Ridgely (2009).


Ciò significa che, probabilmente, il numero elevato di neuroni telencefalici in queste specie era principalmente legato alle loro specializzazioni sensoriali, in particolare quelle legate al senso dell'olfatto, come accade nella maggioranza dei vertebrati (il telencefalo ospita in origine il sistema olfattivo, e solo in certi gruppi evolve come organo "cognitivo superiore"), ma non implica automaticamente una sofisticazione cognitiva.

Questo significa che lo studio di Herculano-Houzel (2023) è completamente sbagliato? Forse no. Come l'autrice stessa sottolinea nella sua analisi dei dati, non è corretto assumere una singola "traiettoria" cerebrale nei dinosauri: ci sono taxa con cervelli più "rettiliani" e ci sono taxa con cervelli più "aviani", e questo sicuramente si rifletteva anche nelle modalità di processamento delle informazioni. L'autrice ha portato un contributo interessante per capire l'intelligenza dei dinosauri perché ha mostrato che oltre alla organizzazione generale del cervello esisteva anche un secondo fattore che poteva incidere sull'intelligenza dell'animale: le dimensioni assolute del cervello (ovvero, il numero totale di neuroni). Ovvero, a parità di organizzazione generale, il cervello di un dinosauro gigante era "più intelligente" di quello di un dinosauro dello stesso gruppo ma di dimensioni totali inferiori. Questo risultato è analogo a quanto osserviamo negli elefanti, la cui intelligenza è anche legata alle dimensioni assolute dei loro grandi cervelli, nonostante che essi non appartengano ai gruppi di mammiferi con specializzazioni cerebrali superiori (come cetacei e primati).

Pertanto, se volessimo cercare il "dinosauro più intelligente", dovremmo cercarlo tra quelli con l'organizzazione cerebrale più simile a quella aviana ed al tempo stesso aventi le dimensioni assolute maggiori. Ovvero, è nei maniraptoriformi giganti che forse possiamo incontrare qualche dinosauro con capacità cognitive superiori (per la media dei rettili).

Usando i dati presenti in Herculano-Houzel (2023) ho quindi calcolato la relazione tra massa del cervello e massa del corpo nei maniraptoformi (i theropodi con i cervelli più simili a quelli aviani) e usando questa relazione ho calcolato il numero di neuroni telencefalici in Gigantoraptor ed in Deinocheirus: il primo risulta avere 2 miliardi e 700 milioni di neuroni telencefalici, più o meno quanto un babbuino, mentre il secondo risulta averne 3 miliardi e 800 milioni, un valore persino superiore a quelli stimati per Tyrannosaurus, ma con la differenza che in questo caso la componente telencefalica non appare esclusivamente specializzata per l'elaborazione del segnale olfattorio, e potrebbe quindi essere stata deputata anche ad elaborare una qualche forma di "intelligenza".

Se prendiamo queste stime come buone, e assumiamo che il telencefalo dei maniraptoriformi non fosse "rettiliano" come quello di Tyrannosaurus, allora, forse, e lo dico con tutte le virgolette possibili, forse i maniraptori giganti, endotermici, dotati di lunghi arti anteriori, come Deinocheirus e Gigantoraptor, potrebbero essere stati i dinosauri più intelligenti in assoluto. La domanda finale, ovviamente, è: erano capaci di prestazioni cerebrali complesse e sofisticate, forse comparabili a quelle delle specie più "furbe" viventi oggi? Per rispondere a questa domanda, dovremo trovare nuovi fossili, analizzare i calchi endocranici, trovare tracce di sistemi socio-famigliari complessi. Ovvero, continuare a fare ricerca paleontologica e non solo elegante speculazione matematica.

Non vi nascondo che l'idea che Deinocheirus possa essere stato "speciale" anche a livello cognitivo, elevandolo intellettualmente sopra i suoi simili, solleva delle eccitanti considerazioni sull'uso delle sua enormi mani prensili...

Bibiliografia:

Herculano-Houzel S. (2023) Theropod dinosaurs had primate-like numbers of telencephalic neurons. Journal of Comparative Neurology DOI: 10.1002/cne.25453



4 commenti:

  1. due domande, se posso.
    1) dove potrei leggere qualche articolo/testo di approfondimento sull'intelligenza dei dinosauri ?
    2) supponendo di avere a disposizione Deinocherius conviventi con noi simpatici umani quanto sarebbero "addestrabili" ? come una gazza / un pappagallo? o più come un cane o cavallo ?

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    Risposte
    1. 1) Non esiste un testo sull'intelligenza dei dinosauri (a parte gli studi sugli uccelli viventi). Ci sono studi sull'anatomia delle scatole craniche, ma dubito che si possa stimare l'intelligenza dalla forma del cranio (a meno di non essere lombrosiani).
      2) Sarebbero addestrabili come un Deinocheirus. Mi pare ovvio ;-)

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  2. Andrea, è giusto supporre che la capacità di manipolazione degli oggetti alimenti le potenzialità di sviluppo dell'intelligenza? Come nel caso della nostra storia evolutiva? È anche per questo che Deinocheirus sarebbe un buon candidato?

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