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09 marzo 2021

Come affrontare un Tyrannosaurus



Il prossimo anno (salvo imprevisti legati alle ben note contingenze globali), è previsto il sesto episodio del franchise che non è un documentario e che si è svenduto al fan-service.

Tra le innumerevoli funzioni di un sesto episodio c'è quella di riproporre scene già viste strizzando l'occhio ai fan, ovvero realizzando le (più o meno motivate) speranze e suggestioni revisionistiche che la variegata fauna di aficionado manifesta online tramite forum e social media (notate che ci sono più parole straniere che italiane). La presenza del personaggio di Alan Grant, protagonista originario del film nonché del fin troppo ottusamente bistrattato terzo episodio, lascia sospettare che il nuovo capitolo proporrà per la terza volta l'interazione del nostro eroe con il suo alter ego rettiliano nella saga, ovvero il Tyrannosaurus (per gli amici, Rexy). Se ricordate, nel primo episodio, Grant si trova costretto a relazionare col mega-theropode per salvare i bambini (a dimostrazione che i marmocchi non portano bene ai paleontologi), ed ha modo di testare l'assurda e del tutto ingiustificata ipotesi della visione moto-deficiente tyrannosauriana (VMDT) descritta da Crichton nel romanzo che ha ispirato il franchise. La medesima scena, in versione più pacchiana, è riproposta nel terzo episodio, ed anche lì Grant sfoggia la sua ottusa aderenza all'ipotesi VMDT.

Ci auguriamo, invano, che nel 2022 Grant farà ammenda dei suoi ripetuti errori e ammetterà la non validità della VMDT. In tal caso, è lecito domandarsi come il nostro eroe dovrà comportarsi nella eventualità che, nel sesto episodio, egli sia nuovamente messo di fronte ad un Tyrannosaurus rex adulto.

Non serve controllare la letteratura scientifica per sapere che la VMDT non ha alcuna validità. E mi auguro che il lettore del blog non sia così bimbominkia da commentare con qualche argomento a posteriori tipico della retorica fan-based.

Qui vi propongo un gioco differente, ovvero, la discussione delle evidenze scientifiche che possano supportare un qualsivoglia manuale di "comportamento sicuro qualora vi troviate di fronte un Tyrannosaurus adulto". Ovvero, commentate quelli che, a vostro avviso, siano i comportamenti più adatti da attuare in base alla letteratura scientifica relativa a Tyrannosaurus.

39 commenti:

  1. Quando voglio cliccare sulla scritta arancione, non succede nulla, non funziona.

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    1. Non è un link, è solo un testo sottolineato col colore.

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  2. Beh, se è vero che il cervello di un adulto di Tyrannosaurus (e quello di molti altri teropodi adulti) é simile nella forma a quello dei coccodrilli odierni, probabilmente possiamo immaginare un modo analogo di agire e reagire al mondo che lo circonda. Quindi basterebbe uscire fuori dal suo campo visivo per interromperne l'attacco ed essere salvi. In uno spazio aperto non avremmo alcuna possibilità se inizia a correrci dietro, ma in una foresta basterebbe nascondersi dietro un tronco d'albero (nel caso facendo anche giro giro tondo!) e aspettare finché non decide di andar via. In ogni caso il problema più grande sarebbero gli esemplari giovani, perché sono più agili e veloci.
    Non potendo competere in alcun modo in fatto di forza fisica, dobbiamo per forza ricorrere a nascondigli e cercare di restare il più possibile alla larga. A meno che non siamo vittima di un'imboscata che non siamo riusciti a sventare anticipatamente: in quel caso persino nascondersi sarebbe inutile, dato che il predatore ha l'elemento sorpresa dalla sua parte e il nostro tempo di reazione diminuisce drasticamente.
    La nostra unica arma come homo sapiens senza tecnologia rimane tuttavia lo stare uniti: forse costruendo lunghe lance, circondandolo e "punzecchiandolo" da più lati per farlo reagire e girare su se stesso, potremmo in qualche modo farlo desistere e forzarlo ad una ritirata strategica: nessun animale vuole rischiare ferite inutili. Ma ci sarebbe sempre il rischio di una carica o di una reazione causata dal panico che innesca a sua volta l'auto-difesa e alcuni resterebbero uccisi. Prenderlo a sassate non servirebbe ugualmente a nulla, nel caso in cui le lance non siano disponibili.

    Insomma non c'è molto che possiamo fare: certo, abbiamo il fuoco. Forse solo quello può tenerlo a distanza. Da soli non siamo nulla purtroppo: in gruppo diventiamo più pericolosi. Subiremmo sempre delle perdite, ma sopravvivremmo.
    In fondo è proprio stando in gruppo che siamo arrivati dove siamo.

    https://www.researchgate.net/publication/325273965_Relative_Size_of_Brain_and_Cerebrum_in_Tyrannosaurid_Dinosaurs_An_Analysis_Using_Brain-Endocast_Quantitative_Relationships_in_Extant_Alligators_In_Chapter_6_in_J_M_Parrish_M_Henderson_P_J_Currie_and_E

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    1. Dimentichi l'olfatto di questi animali.
      https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2019.0909
      Uscire dal campo visivo potrebbe non bastare...

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    3. L'ultima risposta è del tutto astratta, non è basata sulla letteratura su Tyrannosaurus.

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    1. Sono stato chiaro sui termini dei commenti.

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  4. Allora, baserei la mia risposta proprio sulla acutezza olfattoria di Tyrannosaurus rex e dei suoi parenti più stretti (https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2019.0909; https://royalsocietypublishing.org/doi/abs/10.1098/rspb.2008.1075). Ovvero, visto che questi grandi teropodi avevano un olfatto estremamente sviluppato, probabilmente una difesa efficace potrebbe essere il ricoprire sé stessi di sostanze repellenti, poco appetibili, potenzialmente tossiche e, soprattutto, dall'odore particolarmente forte.
    Vista l'acutezza visiva dell'animale di cui stiamo parlando e che molto probabilmente, al pari degli uccelli attuali, era perfettamente in grado di distinguere i colori, probabilmente meglio di noi primati (https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2016.1208), probabilmente un'uniforme dai colori aposematici (sgargianti e vivaci, tendenti a toni di rosso acceso) potrebbe, insieme alle sostanze sgradevoli, potenzialmente tossiche... e puzzolenti, rappresentare un'ulteriore protezione contro un possibile attacco. In questo secondo caso, lo ammetto candidamente, non ho prove che difese di tipo "visuale" possano essere d'aiuto: non sappiamo se Tyrannosaurus rex e, in generale, i teropodi, fossero o meno a rischio di imbattersi in prede potenzialmente tossiche con colorazioni aposematiche evidenti e che avessero quindi sviluppato comportamenti atte ad evitarle. In effetti, recenti scoperte fossili sembrano indicare che dinosauri erbivori, anche quando ben corazzati, avessero colorazioni mimetiche e che quindi probabilmente le prede dei teropodi preferissero il mimetismo all'appariscenza (Borealopelta markmitchelli è il primo esempio che mi viene in mente, https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(17)30808-4?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982217308084%3Fshowall%3Dtrue).

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  5. C’è un grosso problema con le condizioni al contorno.
    Mi spiego: con un orso, io allargherei i vestiti. Ma i vestiti, cosa che abbiamo sempre addosso e che nessuno vedrebbe come pretestuoso utilizzare, sono un manufatto. Possiamo procedere in due modi: imporre la totale nudità (artificioso) o accettare, per consistenza, tutti i manufatti come strumenti utilizzabili (sono una caratteristica di H.sapiens). Introdotti i manufatti, si capisce bene che lo spettro delle possibilità si estende ampiamente: io ad esempio, se avessi un fucile (e lo sapessi usare...) sparerei in fronte all'orso/tirannosauro. Se avessi uno spray al peperoncino, agirei in un certo modo, ecc ecc.
    Tutte queste soluzioni, sono soluzioni naturali, ovvero nessuna legge fisica le proibisce.
    Arriviamo al punto focale: per la nostra specie, in cui la tecnologia è così enormemente presente fin dal paleolitico e per cui, la suddetta tecnologia, è la principale forma di adattamento all’ambiente, nonché soluzione di quasi ogni problema (dal cuocere il cibo, alle lance, alle tazze per bere, siamo "circondati dal nostro adattamento" ... da millenni) è a modo suo sempre pretestuoso dare una risposta al quesito posto, perché dipende criticamente dal livello tecnologico con cui vogliamo porci nella situazione. Ora, non essendo io Amish e non sapendo a priori quale sia il livello di tecnologia giusto, buono e naturale per l'essere umano di relazionarsi al teropode, mi verrebbe da dire che vanno bene tutti i livelli tecnologici e che Grant dovrebbe sparargli con il suo fucile a ripetizione, carico di pallottole a espansione, ovvero con uno di quegli oggetti irrinunciabili senza i quali è assolutamente sconsigliabile fare una girata in un ambiente popolato da teropodi giganti.
    Prendetela per la provocazione che è, l’esposizione è ironica, ma il pensiero dietro voleva essere relativamente serio, la risposta non può che dipendere dal contesto, perché l’uomo non agisce in maniera puramente stereotipata. Chiederei quindi: cosa ha a disposizione Alan?
    Se vogliamo rimanere lowtech, io credo che un coccio cavo pieno di polvere di Euphorbia resinifera (resiniferatossina) tappato con del sughero o con dell’argilla essiccata, assieme ad una frombola per scagliarlo in viso al tirannosauro, dovrebbe essere più che sufficiente a provocare una reazione di fuga nell’animale. Non uso la classica polvere di peperoncino, perché diversi uccelli sono totalmente insensibili alla capsaicina, compresi “i polli”, che sono alquanto basali e non voglio rischiare di venir gabbato dalla fisiologia del tirannosauro. Di contro, l’insensibilità dovrebbe essere dovuta ad un assenza di recettori solo nel tratto gastroesofageo degli uccelli. Se ho tempo, dopo, cerco le fonti.
    Per adesso dico: resiniferatossina, nel muso e poi dentro le mucose nasali

    Emanuele

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    1. Ho controllato. Gli uccelli non sono insensibili alla capsaicina per una mancata presenza dei recettori per la medesima nel tratto gastrico, ma per una mutazione, presente in una proteina cruciale per la trasmissione del dolore. Non mi sento pertanto di dare per buono nessun assunto a priori circa cosa faccia o meno bruciare il naso ad un dinosauro.
      https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0092-8674%2802%2900637-2
      Leggo qui comunque che rettili ed anfibi sono ipersensibili alla capsaicina, ma dato che non posso datare quando è emersa l'insensibilità lungo i nodi del cladogramma, visto anche che detesterei morire sbranato, torno a propendere per la soppressione fisica del superpollo con proiettili ad espansione in serie.

      Emanuele

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    2. Le tue risposte non sono "Tyrannosaurus-specifiche", sarebbero valide per qualsiasi altro animale.
      Il post domanda di rispondere vincolati alle specificità di Tyrannosaurus, discusse in letteratura.
      E non chiedo come "abbattere un Tyrannosaurus".

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    3. Cionnondiméno abbatterlo a distanza è certamente un comportamento sicuro da utilizzare.

      Ricapitolo le regole, per essere sicuro di giocare al giusto giuoco:
      1) Il tirannosauro deve rimanere vivo e illeso al termine dell’interazione.
      2) Si possono utilizzare manufatti.
      3) L’escamotage deve essere derivato, almeno in parte, da una condizione specifica, deducibile dai fossili o inferibile filogeneticamente, relativa al tirannosauro. Dissanguarlo non andrebbe bene (qualora si potesse ucciderlo) perché tutti gli animali subiscono shock ipovolemico, accendere un fuoco nemmeno (perché la paura del fuoco è diffusa nel regno animale, ma non sufficientemente specifica(…io comunque non so accenderlo, tantomeno farlo velocemente)).

      Visto tutto ciò, non potendo “attaccare” e mettere in atto il più semplice dei comportamenti difensivi umani (l’annientamento), se fossi Alan propenderei per un diversivo, che sfrutti i comportamenti esplorativi, molto comuni ai predatori (fatto comune) e quello che sappiamo sull'udito del tirannosauro (fatto specifico): metterei la sveglia sul telefono (oggetto comune, che Alan presumibilmente possiede), possibilmente con un suono bello strano e grave (fonte), l’appoggerei dove di dovere e mi allontanerei cautamente, continuando a tenere sott’occhio in bestione e provando quanto più possibile a nascondermi.
      Se mi classificasse come di suo interesse, sarei morto, ma se mi allontanassi abbastanza, allo scattare dell'ora X, l’animale sarebbe attratto dal diversivo o spaventato del medesimo, che non sarebbe male perché si allontanerebbe, ma lo spero poco.
      In ambo i casi, comunque, quello è il momento di darsela a gambe levate.

      Relativamente al fatto che il tirannosauro non sia sordo, possa sentire la sveglia e lo faccia bene nelle frequenze scelte.
      New insights into the brain, braincase, and ear region of tyrannosaurs (Dinosauria, Theropoda), with implications for sensory organization and behavior.

      Emanuele

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  6. Salve dottor Cau,
    Non avendo ancora competenze estese in materia,proverei con il "rasoio di Occam" mi proteggerei da un eventuale esemplare di Tyrannosaurus adulto semplicemente correndo via, considerando che le ossa degli arti inferiori di questi teropodi, una volta raggiunto lo stadio adulto, non riuscissero a sopportare gli stress di una attività cursoria prolungata, a cui verebbero sottoposti data dalla massa raggiunta da adulti, considerando anche nell'esemplare maturo le gambe si accorciavano rispetto al resto della massa corporea.
    Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5518979/
    Francesco Bondi

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    1. C'è da capire da quale distanza si è sicuri da un Tyrannosaurus correndo via. in Africa, molti rimangono uccisi dagli ippopotami e dagli elefanti proprio a causa della stessa errata valutazione della propria "superiorità" nella corsa rispetto ai pachidermi.
      Siamo così sicuri che un Tyrannosaurus che cammina con falcate di oltre 3 metri l'una non sia più veloce di un uomo che corre con le sue modeste gambette da camminatore? Homo sapiens è un corridore molto modesto, specialmente nello scatto, e difatti è più lento della grandissima maggioranza dei grandi animali.

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    2. Un'altra strategia che potrei proporle è di appiattirsi il più possibile al terreno, in quanto sembra che il collo dei tirannosauridi non sia particolarmente predisposto, a livello muscolare scheletrico, alla ventroflessione(mi perdoni se ho usato un termine improprio, ho tradotto letteralmente dall'inglese "ventroflexion" quindi data l'altezza dell'animale potrebbe non riuscire a raggiungere con la bocca un essere umano prono rasoterra al terreno, non prenderei troppo in considerazione il rischio di venire calpestato dall'animale dato che, essendo intento nell'attività predatoria è nel suo interesse tenere la potenziale preda davanti alla testa e dubito che Tyrannosaurus deciderebbe scientemente di calpestarci per abbaterci.
      Fonte: https://anatomypubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/ar.20563
      Francesco Bondi

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    3. Ovviamente in caso la fuga non fosse possibile e qualora l'animale si trovasse già sopra di noi
      Francesco Bondi

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    4. Il fatto che il collo non si fletta fino a terra non impedisce all'animale di accovacciarsi per raggiungere il terreno.
      Gli animali non sono giocattoli rigidi.

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    5. Non l'avevo preso in considerazione perché non pensavo che Tyrannosaurus potesse accovacciarsi rasoterra, ma quindi presumo che nel rialzarsi fosse sufficiente il lavoro muscolare delle gambe giusto?

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    6. L'idea che non fosse in grado di sollevarsi da terra grazie alle gambe mi è sempre sembrata ridicola... ovvero, si da ovviamente per scontato che quei muscoli possano mantenerlo eretto e permettergli di camminare per tutta la vita, e alcuni lo vedono anche in grado di correre, ma poi si mette in discussione se quegli stessi muscoli possano sollevarlo da terra. Mi pare davvero ridicolo.

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    7. Comunque, a questo punto, ritengo, data la stazza e le abitudini predatorie dell'animale in questione, che una delle opzioni più sicure sia trovare un riparo,qualora non sia disponibile un edificio, come una grotta o insenatura abbastanza stretta da proteggerci e larga da accoglierci, considerando che Tyrannosaurus non sia un teropode specializzato nella manipolazione del cibo e con un muso piuttosto massiccio, dubito riuscirebbe a raggiunerci
      Francesco Bondi

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    8. *non sia un teropode con arti anteriori specializzati nella manipolazione del cibo
      Francesco Bondi

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  7. riposto il commento avendo dimenticato di firmarmi:

    Proviamo a giocare: in questo articolo di Sellers et al. https://doi.org/10.7717/peerj.3420 che è un po' più vicino alle mie competenze specifiche, si può osservare come sia calcolata una velocità per Tyrannosaurus rex di circa 7.7 metri al secondo in condizioni di stress non ammissibili per l'apparato scheletrico (sopra 200 MPa di sforzo massimo). Gli autori stimano poi uno sforzo massimo ammissibile più realistico di 100 MPa introducendo un fattore di sicurezza 2 rispetto al carico di rottura; ora cambiare lo sforzo massimo rende possibili alcune configurazioni di falcata con velocità massime inferiori.

    Ora, volendo dare un consiglio a favore di sicurezza potremmo porci nelle condizioni meno realistiche proposte da Sellers et al. nel lavoro sopra citato, arrotondando per di più il valore di 7.7 m/s a favore di Tyrannosauru rex in 8 m/s pari, stando al sistema internazionale a 28.8 km/h.

    Da quanto sopra, si intuisce che la mia proposta sarebbe, assai banalmente, la fuga; non a piedi tuttavia - velocità di circa 30 km/h sono possibili ma non alla portata di tutti. Un buon manuale di prevenzione quindi dovrebbe a mio avviso iniziare raccomandando di avventurarsi nella zona abitata da Tyrannosaurus rex in bicicletta (Mountain Bike se assenti strade asfaltate) con la quale sarebbe in modo praticamente certo possibile lasicare indietro il predatore date le approssimazioni a suo favore fatte sopra o, ancor meglio, con veicolo a motore.

    Giovanni Garbarini

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    1. Concordo: come ho commentato appena sopra, io non sono così sicuro che la corsa a piedi sia l'opzione più saggia per salvarsi da Tyrannosaurus. Homo sapiens è un pessimo corridore, e Tyrannosaurus ha comunque falcate di oltre 3 metri, quindi anche solo al passo potrebbe tenere a tenere testa ad un uomo, specialmente in un contesto naturale non idoneo alla corsa (come la boscaglia).

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    2. Pensavo si ipotizzasse un incontro faccia a faccia con l'animale sprovvisti d veicoli, in quel caso avrei proposto anche io una bella accellerata in macchina :)
      Francesco Bondi

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    3. Difatti non sto parlando di usare l'auto. Sto dicendo che la corsa a piedi non è un'opzione sicura.

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  9. Sono l'autore di questo post (che qui riporto nella sua interezza) perché, purtroppo, allora, mi ero dimenticato di firmarmi. Chiedo venia e riporterò la mia firma in calice a questo.

    Il vecchio post.
    "Allora, baserei la mia risposta proprio sulla acutezza olfattoria di Tyrannosaurus rex e dei suoi parenti più stretti (https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2019.0909; https://royalsocietypublishing.org/doi/abs/10.1098/rspb.2008.1075). Ovvero, visto che questi grandi teropodi avevano un olfatto estremamente sviluppato, probabilmente una difesa efficace potrebbe essere il ricoprire sé stessi di sostanze repellenti, poco appetibili, potenzialmente tossiche e, soprattutto, dall'odore particolarmente forte.
    Vista l'acutezza visiva dell'animale di cui stiamo parlando e che molto probabilmente, al pari degli uccelli attuali, era perfettamente in grado di distinguere i colori, probabilmente meglio di noi primati (https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2016.1208), probabilmente un'uniforme dai colori aposematici (sgargianti e vivaci, tendenti a toni di rosso acceso) potrebbe, insieme alle sostanze sgradevoli, potenzialmente tossiche... e puzzolenti, rappresentare un'ulteriore protezione contro un possibile attacco. In questo secondo caso, lo ammetto candidamente, non ho prove che difese di tipo "visuale" possano essere d'aiuto: non sappiamo se Tyrannosaurus rex e, in generale, i teropodi, fossero o meno a rischio di imbattersi in prede potenzialmente tossiche con colorazioni aposematiche evidenti e che avessero quindi sviluppato comportamenti atte ad evitarle. In effetti, recenti scoperte fossili sembrano indicare che dinosauri erbivori, anche quando ben corazzati, avessero colorazioni mimetiche e che quindi probabilmente le prede dei teropodi preferissero il mimetismo all'appariscenza (Borealopelta markmitchelli è il primo esempio che mi viene in mente, https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(17)30808-4?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0960982217308084%3Fshowall%3Dtrue)."

    Alle considerazioni fatte aggiungo un dubbio che ho, forse ingenuo, riguardo alla possibilità di estrapolare le prestazioni potenziali nella corsa in un animale estinto, di cui possediamo esclusivamente lo scheletro. Ho letto alcuni articoli sulle capacità cursorie dei tirannosauridi. Da alcuni di essi ho ricavato che i tirannosauridi erano mediamente corridori più agili (https://peerj.com/articles/6432/) degli altri teropodi di massa corporea simile.
    Inoltre, come riportato anche da Giovanni Garbarini, abbiamo stime su quella che potevano essere la velocità massima e media di tyrannosaurus rex senza che le ossa delle zampe posteriori fossero sottoposte ad eccessivo stress (https://peerj.com/articles/3420/).
    La mia domanda, da profano lo ammetto, è questa: quanto possiamo essere sicuri di questi risultati?
    Queste stessi metodi applicati in questi articoli darebbero risultati attendibili per animali attualmente viventi, nello stesso range di dimensioni di T. rex, ma per i quali possiamo direttamente osservare le prestazioni nella corsa (ad esempio, l'elefante africano di savana, Loxodonta africana)?
    Ho scelto l'elefante africano come esempio in quanto animale dal peso paragonabile a quello di Tyrannosaurus rex adulto, ma con capacità cursorie sorprendenti se si considerano le strutture scheletrica e muscolare dell'animale. Qui potete trovare una versione riassunta di un articolo sull'argomento: https://news.stanford.edu/pr/03/elephants49.html. Purtroppo, non sono ancora riuscito a reperire e leggere l'originale.
    Può sembrare off topic, ma ritengo la risposta questa domanda importante per rispondere anche a quella posta in questa sede dall'autore del blog. Di fatto, quanto accuratamente possiamo preveder di poter sfuggire ad un Tyrannosaurus rex lanciato alla carica?

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    1. Qui metto la mia firma

      Andrea Filisetti

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    2. "quanto possiamo essere sicuri di questi risultati?"
      La tua domanda è più filosofica che scientifica.
      "quanto accuratamente possiamo preveder di poter sfuggire ad un Tyrannosaurus rex lanciato alla carica?"
      Quello non è il modo corretto di porre la questione, dato che nessuno avrà mai modo di verificare qualsivoglia risposta (anche perché i fattori in gioco vanno ben oltre la sola stima biomeccanica, e comprendono, banalmente, il comportamento dell'animale, il quale non lascia tracce fossili).

      PS: non basta mettere un link di un comunicato stampa, se non si ha letto lo studio in questione e quindi non si sa cosa dice e quanto sia pertinente alla discussione. Senza cattiveria, ma non serve a molto più di scrivere un "secondo me"...

      Detto ciò, l'attendibilità di un modello matematico è vincolata alle ipotesi di partenza che usa. Ovvero, se lo scopo del modello è quantificare un numero ridotto di parametri biomeccanici, esso è del tutto inutile per rispondere a domande relative a elementi non inclusi nelle ipotesi del modello. Siccome il modello locomotorio a cui alludi non tratta di "sfuggire ad animali lanciati alla carica", il modello non ci da alcuna risposta per quella questione, perché un animale in carica non è soltanto un insieme di parametri fisici, ma anche comportamentali e fisiologici, non inclusi nel modello.

      Per fare un esempio estremo e molto banale, possiamo escludere che Tyrannosaurus adulto sia etologicamente vincolato a inseguire solo grandi animali, ignorando quelli della nostra taglia? Se l'animale avesse quel vincolo comportamentale, tutto il discorso sulla "carica" nei nostri confronti smette di aver senso.

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    3. Grazie mille per la delucidazione sugli studi e per la correzione sul metodo.
      Proverò a recuperare l'articolo originale riguardo le prestazioni e gli adattamenti alla corsa dell'elefante. Peccato che questo topic sembri essere stato chiuso... ma ne capisco i motivi.

      Distinti saluti

      Andrea Filisetti

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  10. Non capisco perché il mio commento è stato rimosso. Scalare un enorme albero che era comune nel Cretaceo e attaccare il naso sensibile dell'animale erano risposte molto più logiche che "fingere di essere morto" o "scappare". Soprattutto considerando che è stata la principale difesa del nostro animale per milioni di anni. La censura è un crimine ovunque e ogni volta che accade e sono molto deluso.

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    1. mica è censura :) è un gioco con delle regole messe in chiaro fin dall'inizio - ha cancellato anche me(che ho violato consapevolmente le regole) mica me la sono presa...
      Emiliano

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    2. Senza senso. La mia risposta era basata sulla scienza. Sappiamo che i tirannosauri non sono mammiferi, hanno predato grandi animali che hanno processato grandi quantità di vegetazione. Avevano sensi eccellenti, compreso un eccellente senso dell'olfatto. Attaccare l'olfatto con l'odore pungente delle feci dei mammiferi è il metodo ideale per affrontare il grande predatore.

      Nel mondo moderno c'è un numero qualsiasi di animali che usano l'odore come deterrente per i predatori. Puzzole, visoni, tassi, puzzole, ecc. I rettili usano anche i cattivi odori in modo difensivo, come sa chiunque abbia giocato con i serpenti del genere Thamnophis da bambino. Nel caso in cui pensi che gli uccelli siano un'eccezione, ci sono molti prodotti progettati specificamente per scoraggiare gli uccelli dall'odore.

      https://bird-x.com/bird-products/gels-liquids/bird-stop/

      Altri animali trovano feci primate, soprattutto umane, particolarmente sgradevoli. Come giardiniere ho imparato che urinare spesso vicino al mio giardino funge da deterrente per cervi, coyote e vari altri animali infestanti. Le feci e l'urina delle prede preferite dei Tyrannosaur sarebbero state scomposte dalla potente azione intestinale del loro ampio tratto digerente. Sarebbe molto diverso dalle feci umane che scorrono rapidamente attraverso il nostro intestino ed è molto più pungente.

      Come pensi che gli animali nel Cretaceo non avrebbero usato l'odore come deterrente? Ci sono molti animali che sono buoni candidati. Un anchilosauro o un nodosauro trarrebbe certamente beneficio da una ghiandola anale maleodorante. Che mi dici di Leptoceratops? Non sembra una flotta animale di zampe o astuzia. Forse emetteva un odore disgustoso e aveva una striscia sul retro?

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  11. È il blog di Cau, basta vedere come scrive per capire che posto sia, l'ambiente è positivamente ruvido e fa parte del gioco. ERGO SBATTITENE, ti ha rimosso il commento? Riprendilo, argomenta la tua idea e difendila. Ha bocciato la struttura logica della risposta, non te.

    EMANUELE

    Fonte
    L'autore del blog. Menù a tendina di questo stesso sito.

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    1. C'è un vecchio detto, fai una domanda stupida ottieni una risposta stupida. Gli esseri umani senza strumenti sono impotenti contro la maggior parte degli animali moderni, per non parlare di quelli estinti o immaginari. Per tutti i predatori, l'incendio doloso è la risposta migliore. Il fumo e la fiamma distruggerebbero l'olfatto e la vista dell'animale. Ma so che verrà rimosso perché è "stupido", non è progettato specificamente per TRex, giusto? Il fuoco è la risposta per tutto ..

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  12. Rcentemente in televisione ho visto un documentario che prendeva in considerazione questo argomento. Un paleontologo, coadiuvato da un collega, aveva predisposto un esperimento pratico, indossando aste e pesi, in cui un generico teropode inseguiva un altro animale quadrupede. Si argomentava che, probabilmente, la migliore strategia di fuga sarebbe stata quella di scartare spesso a destra e sinistra poiche' il teropode, vista la sua postura praticamente orizzontale bilanciata sulle zampe postriori, avrebbe avuto difficolta' a modificare la sua corsa scartando repentinamente a destra e sinistra. Sinceramente non ricordo il titolo della trasmissione, e mi scuso, quindi, per non poter postare un riferimento.

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  13. Mi scusi, preciso. Avrebbe avuto difficolta' a scartare a destra e a manca poiche' si sarebbe sbilanciato rendendo vano il suo tentativo di raggiungere la preda. Grazie.

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  14. A che serve mettere delle regole nel proprio blog se poi i commenti se ne fregano e fanno come pare a loro?
    Ci rinuncio, è una partita persa in partenza.

    Commentate come vi pare, io non ho più interesse in questo tipo di conversazioni.

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