OLPH 025 (da Chiarenza e Cau 2016) |
Lo scorso anno, il meeting annuale della Società
Paleontologica Italiana (SPI) si è svolto a Palermo. Io non vi ho partecipato
direttamente, ma ero comunque co-autore di una presentazione basata sulla tesi
di laurea di Alessandro Chiarenza, che fu studente all'Università di Bologna,
supervisionato da Federico Fanti e dal sottoscritto. Lo stesso
Alessandro si trovava quindi a Palermo per esporre questa presentazione.
Nei giorni del meeting palermitano, ricevetti un'email dallo
stesso Alessandro, contenente in allegato alcune foto di un esemplare custodito
al Museo “G.G. Gemmellaro” del capoluogo siciliano, e che era stato visitato
proprio nell'ambito del meetinge della SPI. L'esemplare in questione era la
parte prossimale di un grosso femore fossile. Sebbene parziale, le grandi
dimensioni (il diametro della diafisi era stimabile in circa 12 cm), la
presenza di un trocantere minore posto anteriormente alla testa e la presenza
di una ampia cavità midollare non lasciavano dubbi su quale fosse il clade di
appartenenza dell'osso: Theropoda, l'unico gruppo di vertebrati con quella
compresenza di caratteristiche. La targetta associata al fossile, inoltre,
confermava ulteriormente questa identificazione prelminare: l'esemplare
proveniva da Taouz, nel sud-est del Marocco. In breve, era un fossile dal Kem
Kem, patria dei più amati e controversi super-theropodi giganti nordafricani.
Le peculiarità del fossile fecero subito intuire sia a me
che ad Alessandro che l'esemplare meritasse qualcosa più della semplice
constatazione di avere un fossile del Kem Kem nel museo palermitano. Infatti,
per quanto incompleto, l'esemplare forniva comunque abbastanza informazioni per
poterlo confrontare direttamente con buona parte dei taxa dal Cenomaniano del
Nord Africa, e per collocarlo con buona approssimazione in un clade particolare
di Theropoda.
Grazie alla disponibilità della Dott.ssa D'Arpa, del Museo
Gemmellaro, Alessandro ottenne l'autorizzazione per analizzare più nel
dettaglio l'esemplare. Dall'indagine che ne è risultata, abbiamo ricavato un
articolo, pubblicato oggi su PeerJ (Chiarenza e Cau, 2016), che è stata anche
un'occasione per commentare alcuni aspetti della complessa tassonomia dei
theropodi dal Cenomaniano nordafricano, che negli ultimi anni ha generato
accesi dibattiti, specialmente attorno a Spinosaurus.
La parte preservata dell'esemplare è lunga circa 33 cm, e
comprende la testa, la regione trocanterica e la parte prossimale della
diafisi. Usando un ampio dataset di femori di theropodi, abbiamo calcolato la
più probabile lunghezza del femore completo partendo dalla ampiezza preservata:
la stima indica che se l'osso completo avesse proporzioni “classiche” per un
theropode, in totale sarebbe stato lungo 92 cm. Ciò indica un animale con una
massa prossima alle due tonnellate. Siamo quindi nel range dei theropodi di
grande taglia (come Allosaurus e Albertosaurus), sebbene non dei
giganti (come Carcharodontosaurus e Tyrannosaurus). Ma che tipo
di theropode?
Il mix di caratteri (testa inclinata distalmente, diretta
anteromedialmente, trocantere minore a forma di tozzo cono compresso, posto
distalmente alla testa) indica un theropode non-tetanuro. Tra i theropodi
non-tetanuri, le dimensioni, la relativa robustezza dell'osso, le marcate
rugosità muscolari del trocantere minore, e l'assenza di una mensola
trocanterica, suggeriscono che l'esemplare appartenga ad Abelisauridae. La
presenza documentata di abelisauridi nel Kem Kem (resti isolati, in particolare
alcuni frammenti mascellari) avvalora questa ipotesi. Pertanto, l'osso è
riferibile ad un grande abelisauride, di dimensioni comparabili a quelle di Carnotaurus.
Ammetto che, per quanto fossi già a conoscenza di abelisauridi nel Kem Kem,
l'idea di avere esemplari di quelle dimensioni mi ha sorpreso. Infatti, se non
eravate soddisfatti dalla presenza nel Kem Kem di cinque taxa theropodi di
grandi (quando non enormi) dimensioni (Carcharodontosaurus, Sauroniops,
Spinosaurus, Sigilmassasaurus e Deltadromeus), ora avete
anche un sesto clade, Abelisauridae! In effetti, l'esemplare palermitano
testimonia uno dei più grandi abelisauridi finora conosciuti.
Possibile dimensione dell'abelisauride marocchino da cui è tratto il femore che abbiamo descritto. (Crediti: Davide Bonadonna 2016) |
L'articolo è stata anche un'occasione per discutere alcuni problemi tassonomici tra i theropodi del Cenomaniano del Nord Africa. Di tutto ciò, parlerò in futuro. Dato che l'articolo è pubblicato su PeerJ, è scaricabile gratuitamente (al link qui sotto).
Ringrazio Davide Bonadonna per il sempre eccellente supporto iconografico.
Bibligrafia:
Chiarenza AA and Cau A (2016), A large abelisaurid (Dinosauria, Theropoda) from Morocco and comments on the Cenomanian theropods from North Africa. PeerJ 4:e1754; DOI 10.7717/peerj.1754