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29 novembre 2015

DINO e la Restaurazione Paleoartistica

Con il termine di “Rivoluzione Piumata” intendo la radicale revisione della nostra immagine dei dinosauri avvenuta con la scoperta del piumaggio in un numero crescente di dinosauri (non-avialiani) mesozoici. Non esagero se sostengo che la Rivoluzione Piumata sia la più grande discontinuità nella storia della popolarizzazione dei dinosauri. Nemmeno il Rinascimento Dinosauriano degli anni '70 (popolarizzato nel decennio successivo e base concettuale di Jurassic Park) ha prodotto una così radicale trasformazione nel modo con cui – letteralmente – vediamo i dinosauri.
Come tutte le grandi rivoluzioni, anche quella Piumata ha generato una forte opposizione, da parte di chi, vuoi per ignoranza, vuoi per inerzia o chiusura mentale, vuoi per mero opportunismo, è ostile o fortemente refrattario nei confronti di questa (spesso inaspettata e insospettata) immagine dei dinosauri.
Questa “restaurazione contro-piumata” ha varie forme e diversi gradi di intensità.
C'è che accetta tranquillamente i piccoli maniraptori morfologicamente simili a uccelli terricoli come piumati ma non accetta i grandi theropodi piumati, né tanto meno altri dinosauri. Per queste persone, apparentemente, Yutyrannus non esiste...
C'è chi accetta i theropodi piumati, inclusi quelli di grandi dimensioni, ma nega i non-theropodi piumati. La bizzarra logica dietro questo modo di vedere i dinosauri parrebbe vincolare la presenza del piumaggio all'appartenenza a Theropoda. Si tratta, in pratica, del medesimo ragionamento con cui fino al 1996 si negava il piumaggio nei non-uccelli: si vincolava il piumaggio ad un clade specifico, ritenuto “il portatore del piumaggio”, negando automaticamente che altri gruppi potessero essere piumati, nonostante che non ci fossero prove contro le piume in questi ultimi. In realtà, un attributo morfologico (come il piumaggio) non può essere attribuito (o negato) a priori ad una specie solo perché essa appartiene (o non appartiene) ad un qualche gruppo ritenuto speciale. Per queste persone, apparentemente, Tianyulong e Kulindadromeus non esistono...
E poi ci sono quelli che, semplicemente, non sanno di vivere nel 2015, o meglio, continuano a pensare i dinosauri come ce li mostravano i libri per bambini del 1985.

Il cinema ha uno straordinario potere di diffusione di un'iconografica. Un'immagine vale più di mille parole, ed un'immagine in movimento vale più di centomila parole. Non stupisce quindi che ciò che viene veicolato dal cinema possa avere una presa ed un impatto sul pubblico generico ben più forte di una dozzina di noiose lastre mesozoiche con tracce carboniose. Quello che però mi stupisce e in parte rattrista è constatare che il grande cinema pare essere molto restio ad accogliere la straordinaria bellezza dei dinosauri che ci sta fornendo la Rivoluzione Piumata. Piuttosto, il grande cinema appare essere il principale caposaldo della Restaurazione, continuando a proporre una immagine obsoleta dei dinosauri, del tutto falsificata dalla Rivoluzione Piumata.
Film come Jurassic World, ma anche il recente film Pixar con protagonisti dei (così chiamati) dinosauri, sono palesi espressioni della Restaurazione. A parte le tecnice digitali, i dinosauri in quei film avrebbero potuto tranquillamente essere creati negli anni '80.
Invocare la libertà creativa quale giustificazione dell'immagine trasmessa dai film è contradditorio e ingenuo. Si dice: il cinema non deve essere costretto ad essere scientificamente corretto, e può mostrarci i dinosauri nel modo più libero possibile. Non regge come argomentazione, per due motivi: 1) i dinosauri non sono creature di fantasia, e se si vuole mostrare “un dinosauro” si deve mostrare ciò che sappiamo essere un dinosauro. Altrimenti, è una creatura fantastica, un mostro, e non può essere chiamato "dinosauro". Ma sopratutto, 2) quella che ci propone il cinema non è una rappresentazione totalmente di fantasia, bensì un'iconografia espressamente aderente alla vecchia concezione dei dinosauri (per niente aderente a ciò che oggi sappiamo essere l'aspetto dei dinosauri). Dove sarebbe la “libertà creativa” nel mostrare nel 2015 un dinosauro del 1985? Dato che la libertà creativa implica una totale anarchia e fantasia, una piena indipendenza dal fattuale, una completa dissociazione da vincoli di canone e norma, come mai i dinosauri dei film sopra citati restano invece pervicacemente ancorati alla vecchia immagine di 30 anni fa? Ripeto, dove sta la libertà creativa nel restare ottusamente fermi all'iconografia del 1985? Per questo, penso che la “scusa” della libertà creativa che certi commentatori di questo blog sono soliti sollevare sia del tutto infondata. Non è la libertà creativa che spinge i creatori di film a negare il piumaggio, bensì la miope e ottusa aderenza ad un canone retrò. Ovvero, tutto il contrario della libertà: è il conservativismo.

E tale conservativismo può solo avere due cause. Una è l'ignoranza: il non sapere che oggi i dinosauri hanno ben altro aspetto. Tale causa si risolve con la conoscenza e la divulgazione. La seconda, purtroppo, è invece l'ostilità verso la nuova immagine piumata. Questa seconda causa è ciò che, più propriamente, fonda la Restaurazione che osserviamo.

Per chiudere, proporrei un termine per riferirci, da oggi in poi, a tutti quei “dinosauri” che vediamo nei film ma che non sono aggiornati alla conoscenza scientifica degli ultimissimi anni. In analogia col termine creato per il “Godzilla” del film del 1997, propongo di chiamare questi “dinosauri” che non sono affatto dinosauri con il termine DINO: Dinosaur In Name Only.
Dinosauri solo di nome. Non di fatto.

17 commenti:

  1. Premetto che non sono contro alla Rivoluzione Piumata (anzi), ma seguendo il tuo ragionamento cinematografico, "Lo Squalo" non dovrebbe chiamarsi "Lo squalo" solo perchè l'animale raffigurato ha poco da spartire (almeno da un punto si vista comportamentale) con i veri squali?

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    1. Quello non è il mio ragionamento.
      In ogni caso, siccome lo citi, "Lo Squalo" ha danneggiato l'immagine degli squali molto più di quanto qualunque film abbia fatto coi dinosauri.

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    2. un po' come ha fatto duel per l'immagine dei camionisti :)
      scusa, ma non ce l'ho fatta a trattenerla ....
      Emiliano

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  2. Dopo l'uscita di JW, proposi in un mio commento su Facebook di usare i termini Raptor e T-Rex come nomi propri di mostro. Comunque, se posso spezzare una lancia, almeno nel nuovo film pixar i "droneosauri" sono piumati.

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    1. Simone Seghetti (non ho fatto l'accesso con google)

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    2. Se per te quattro setole appiccicate sopra un corpo liscio come una anguilla sono "piumaggio"... allora mi sa che c'è ancora moltissimo da fare per la Rivoluzione Piumata...

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  3. Non ho detto che per me é piumaggio. Ma cerchiamo di essere realisti: stiamo parlando di un cartone con dinosauri caricaturiali e senza alcuna velleità scientifica. Direi che si puó essere clementi e "apprezzare" lo sforzo, soprattutto se questo puó essere considerato un primo passo.

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    1. Stai parlando di qualcosa che non è nel post. Io non parlo del film ma dell'iconografia a monte del film. Per favore, non ripetete i soliti commenti che di solito sono tirati fuori per Jurassic Park/World...
      E se pensi che con la scusa dei "dinosauri caricaturali" si possa fare quello che si vuole, allora non hai colto che nonostante si faccia quello che si vuole, si finisca sempre con riproporre i soliti vecchi dinosauri.

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    2. Non fraintendermi. Il mio era un commento innocente, votato solo a segnalare una cosa che, secondo me, meritava di essere notata, e non é vero che sostengo l'idea del fare come gli pare solo perché é finzione, ma considerando che Roma nin si é fatta in un giorno, pensavo si potessere considerare un inizio. Tutto qui, per il resto sono d'accordo con te.
      Ps ho riguardato meglio i dromeosauri, ammetto che nelle prime immagini che avevo visto sembeava che il piunaggio fosse più esteso, e soprattutto meno filamentoso. Ma tant'é

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  4. Allora, rimando alla mia esortazione al Dott. Cau di qualche tempo fa....magari un copione da presentare a un benefattore miliardario appassionato che finanzi. Come regista magari Cameron potrebbe...avrebbe sia il consulente scientifico che i concept artists!!
    A parte tutto, si avverte in generale una stanca massificazione della cultura, sia per visioni che per proposte, ovvero quello che conta è il mercato e possibilmente la più scarsa consapevolezza possibile. Almeno, fino a quando qualche oscuro regista cinese deciderà di partire, e allora ne vedremo delle belle: organismi attivi, adattati e incredibili a vedersi - un caleidoscopio di specie, milioni di anni di evoluzione e il Pianeta come era soltanto l'altro ieri

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  5. Bellissimo. Solo un piccolo appunto sulla probabilità di overlap, che messa così è semplicistica e probabilmente un po' pessimista: assume che ci siano 12 segmenti distinti in sequenza e che un overlap esista solo se due specie occupano lo stesso segmento. In realtà quei segmenti possono iniziare in ogni punto del periodo, e sovrapporsi solo parzialmente. Sto cercando come fare il calcolo, che è un problema di statistica non banale, ma su StackExchange un thread suggerisce che la probabilità che ci sia almeno un overlap tra i segmenti sia sempre di 2/3 : http://stats.stackexchange.com/questions/147255/drawing-n-intervals-uniformly-randomly-probability-that-at-least-one-interval-o

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Grazie per la precisazione. Non essendo il mio ambito, ho sicuramente semplificato il calcolo della probabilità: l'esempio era solo per dare un'idea del problema, dato che, ripeto, non è nota la durata delle specie, quindi è ignota la loro eventuale durata relativa rispetto al Cenomaniano.

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  6. Post davvero molto interessante, sociologicamente parlando :)
    L'argomentazione “libertà creativa” l'ho sentita più volte anche in altri contesti (soprattutto film storici o trasposizione di romanzi di vario genere). Normalmente si tratta di film hollywoodiani (intendo i high budget di produzione americana). Per quanto riguarda i film storici, soprattutto se ambientati in età premoderna, si sostiene che un'accurata ricostruzione sarebbe noiosa e di poco appeal. La cosa assurda sta nel fatto che anche in questi casi lo stile adottato è sempre piuttosto omogeneo (alla faccia della la “libertà creativa”), e soprattutto non se ne vede uno con ricostruzioni attendibili. La libertà artistica esisterebbe se la norma fossero ricostruzioni accurate e documentate e dunque qualche artista sviluppasse un proprio stile personale. Ma così non è. Non scenderò nei particolari per quanto riguarda gli aspetti storici a cui mi riferisco (costumi, ambientazioni, oggetti, abitudini e consuetudini di altre epoche, strutture sociali ecc...). L'esempio che voglio fornire può sembrare molto lontano dalla materia di questo blog, ma a mio avviso spiega un bisogno di omologazione come sembra essersi sviluppato in una società di massa come quella in cui viviamo: se notate nei film fantasy l'estetica è sempre la stessa e si è prodotta come fusione di alcuni immaginari provenienti da ambiti anche piuttosto distanti tra di loto, ossia l'estetica di alcuni illustratori fantasy degli anni 70 e 80 (l'estetica del Signore degli anelli non ha nulla a che fare con quella dhe aveva in mente Tolkien), alcuni giochi wargame e di ruolo (D&D e Warhammer), e l'estetica di alcune "tribù" che si rifanno in particolare al genere metal. In sostanza anche nel fantasy dove la fantasia dovrebbe essere libera si nota una fortissima omologazione estetica.
    Come si può notare il modello estetico fantasy e quello paleoartistico (per quanto riguarda i film) si è strutturato negli stessi anni. Scommetto che lo stesso accade anche negli altri casi.
    Ho il timore che le cause vadano ricercate in alcuni fattori sociali che potrebbero essere riassunti nella paura di far accettare (da parte dei produttori?) un modello nuovo per un pubblico, ritenuto probabilmente a torto, conservatore e conseguentemente la perpetuazione di estetiche standardizzate e già collaudate (negli anni '80).
    Io sono archeologo (mi occupo di protostoria), e non ti dico quanta fatica per cercare di raccontare epoche sulle quali esistono fortissimi pregiudizi. Quante volte ho sentito invocare la "libertà creativa"...
    Mi scuso se per spiegarmi l'ho presa un po' larga rischiando di risultare OT. :)

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    1. 92 minuti di applausi.
      In effetti da storico dell'età moderna ti capisco, ed anzi in confronto al massacro fatto alla storia in certi film in costume il cinema sui dinosauri/mostri sembra persino un pelo più rispettoso.

      Valerio

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  7. Salve sono Davide e vengo da Torino. Concordo anch'io su questo discorso dell'eccessivo conservativismo nei confronti dei dinosauri del cinema datato 2015. Riguardo al film Pixar Il viaggio di Arlo pubblico questo video in cui elenca tutte le inaccuratezze (e le poche accuratezze) https://www.youtube.com/watch?v=UwWVqJCQVi8

    Inoltre vorrei chiedere : e se questo "rifiuto del piumaggio" fosse dovuto per questione di marketing ? Altrimenti come spiegare questa "nostalgia" del dinosauro-lucertolone vintage (anche in quei film come Il viaggio di Arlo che NON propongono mostri) in contrasto alla nuova iconografia paleontologica ? E poi, visto che Hitchcock (all'epoca) era riuscito a rendere inquietanti i gabbiani (che, essendo uccelli, sono anche dinosauri), allora perchè dire che gli animali piumati non sono accattivanti ? E' come se questi produttori trovano più ganzo un "drago squamoso" piuttosto che "grifoni e serpenti piumati", persino in film che non c'entrano nulla col monster movie. Inoltre mi viene in mente il tuo vecchio post "Generazioni iconografiche (sia temporali che mentali)". Al momento sono pochi i film moderni che propongono dinosauri non aviani piumati (es. A spasso con i dinosauri e Dinosaur Island)...

    Cordiali saluti, Davide

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  8. Io ho stimato tanto stan winston il "creatore" dei dinosauri del primo jurassic park. Credo a lui più che a Spielberg vada il merito (o demerito) della diffusione di una certa immagine dei dinosauri, che ha pesantemente influenzato la paleoarte negli anni novanta e oltre. Nel primo Jurassic Park, sia per la volontà di spielberg che per tutti i collaboratori del film, c'era l'esigenza di trasmettere lo stupore e la magnificenza di questi animali, lo stesso stupore che a un profano come me, fa esclamare tutt'oggi di fronte a queste formidabili scoperte: "WOW, ma i dinosauri avevano proprio le piume! Ogni volta che vedo un'oca vedo un dinosauro.". Se c'è una cosa che il primo film mi ha trasmesso è l'umile rispetto verso le nuove scoperte della scienza. Perché secondo me a parte la libertà creativa che si sono presi nel rappresentarli, hanno cercato in tutti i modi di realizzarli in modo più credibile possibile.

    Ora, al giorno d'oggi ci vorrebbe un regista-documentarista e un nuovo Stan Winston (che ahimè non è più tra noi) che abbia la volontà all'interno di un nuovo progetto, che non sia jurassic park, perchè sinceramente ha stancato, di mettere la passione e soprattutto il rispetto verso la scienza in generale e che possa restituire nuova credibilità a questi animali.

    Sono sinceramente convinto Andrea che questa moda retrò di rappresentare i dinosauri non sia causata da ignoranza come dici tu. Quanto da mancanza di CORAGGIO, di voglia di sfidare il senso comune, di coinvolgere lo spettatore con credibilità, coerenza, rispetto per la scienza e le sue strabilianti scoperte.

    Cordiali saluti, Cosimo.

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