Pagine

25 ottobre 2015

Se “Spinosaurus C” è una chimera... è una chimera di che cosa?

L'inusuale mix di similitudini tra Spinosaurus B e Spinosaurus C

L'acceso dibattito innescato dalla pubblicazione di Ibrahim et al. (2014) si è concentrato principalmente sulla ricostruzione di Spinosaurus proposta in quello studio. Tale ricostruzione, come ogni ricostruzione da resti frammentari, è sempre una ipotesi. Discutere sulle ipotesi è interessante e spesso divertente, ma esistono discussioni a mio avviso ben più interessanti, quelle sui fatti. Ed il fatto in questione più interessante è sicuramente l'esemplare chiave introdotto in quella pubblicazione, FSAC-KK 11888, che io e Simone Maganuco chiamiamo più semplicemente “Spinosaurus C”.
In molti hanno sostenuto che l'esemplare sia una chimera, ovvero, un assemblaggio di resti ossei di individui (e taxa) distinti. Non sempre è chiaro se si ritenga che sia una chimera artificiale (un assemblaggio di ossa isolate messo assieme da esseri umani, quindi un oggetto olocenico) oppure naturale (un accumulo operato da fenomeni naturali a partire da ossa di animali distinti, quindi un oggetto cenomaniano).
In questo post mi soffermo su una curiosa lacuna dei sostenitori della “interpretazione chimera”: se veramente Spinosaurus C è una chimera, come molti affermano con tanta veemenza, perché nessuno tra i sostenitori di questa interpretazione ha tentato di dare una interpretazione tassonomica dei vari resti? Se Spinosaurus C è una chimera di vertebre di un animale associate al bacino ed arti posteriori di un secondo animale, quali sarebbero (i taxa di) questi animali? Se le evidenza a sostegno di due specie ben distinte fossero così palesi, non avrebbe senso continuare a sostenere che siano i resti di un singolo animale. Eppure, non leggo molti commenti sulle evidenti affinità di questo scheletro che smentirebbero la sua genuinità.

Dato che nessuno dei fautori della chimera pare avere voglia o interesse ad approfondire questa lecita ipotesi interpretativa, mi auto-eleggo avvocato della causa chimerica e provo a rispondere a questa domanda.

Assumendo l'ipotesi chimerica, nella misura in cui i suoi sostenitori la hanno sostenuta, Spinosaurus C è formato dalle ossa di almeno due animali:

  • Il proprietario delle vertebre dorsali, che chiamo qui “Parte presacrale” (PS).
  • Il proprietario del bacino e degli arti posteriori, che chiamo qui “Parte Appendicolare” (PA).

Basandomi sulle immagini e descrizioni presenti in Ibrahim et al. (2014), provo a collocare filogeneticamente questi due animali.

PS presenta vertebre dorsali opistoceliche, i cui centri sono allungati e marcatamente compressi trasversalmente, e l'arco neurale presenta spine ipertrofiche con una espansione anteroposteriore alla base. Non occorre essere la reincarnazione di Ernst Stromer per sapere che l'unico vertebrato con questa combinazione di caratteri è Spinosaurus. Quindi, il primo esemplare è senza alcun dubbio uno Spinosaurus.

E fin qui, era abbastanza facile. Ora inizia il delirio sistematico, aggravato dal fatto che l'olotipo di Spinosaurus non presenta resti appendicolari, quindi non abbiamo modo di fare confronti diretti con l'esemplare originale.

PA presenta un ileo più lungo del femore, come in molti theropodi di grandi dimensioni. Il pube è frammentario e dalle immagini non è chiaro quali parti siano originali e quali ricostruite. L'ischio pare non preservare il processo otturatore, e distalmente si espande in modo uniforme, come nella maggioranza dei saurischi non-maniraptori: l'espansione non è però marcata come negli abelisauroidi ed alcuni allosauroidi. Il femore è robusto e marcatamente incurvato: in questo si distingue da Carcharodontosaurus e Deltadromeus che hanno femori più gracili e rettilinei. Il quarto trocantere è enorme per un theropode e posto distalmente. Viene quasi il sospetto che sia un femore di ornithischio, sospetto accresciuto dall'altro carattere bizzatto per un theropode: la marcata riduzione della cavità midollare. Ibrahim et al. (2014) interpretano questi caratteri come autapomorfie, quindi non utili per collocare l'esemplare in un punto preciso di Theropoda. Alternativamente, questo mix di caratteri ricorda in parte alcuni ornithopodi basali, e potrebbe avvalorare una posizione esterna a Theropoda, anche se ciò è contraddetto dalla morfologia del bacino, che non ha alcun carattere da ornithischio ed è perfettamente compatibile con i theropodi. L'ipotesi ornithischiana è quindi da scartare.
La regione distale del femore presenta un profondo solco flessorio, che è bordato da una lunga cresta che decorre dal condilo mediale e da una marcato ectocondilo fibulare: purtroppo, anche queste paiono delle autapomorfie. Il condilo laterale è proiettato distalmente, un carattere con una distribuzione molto omoplastica in Theropoda. Non è presente il trocantere accessorio laterodistale diagnostico di Deltadromeus. La tibia è relativamente gracile, come in molti abelisaurodi, coelurosauri e megaraptoridi (se non sono essi stessi dei coelurosauri). La cresta fibulare è poco marcata. La regione distale della superficie anteriore ha una ampia fossa per il processo ascendente dell'astragalo. La fossa appare poco marcata e non mostra una distinzione marcata sul margine laterale: questo carattere è presente in alcuni abelisauroidi, in Chilantaisaurus, in Suchomimus e in molti coelurosauri. Il piede ha un primo metatarsale allungato, carattere plesiomorfico che potrebbe avvalorare una collocazione esterna a Neotheropoda. Gli ungueali del piede sono piatti e privi di curvature. Lateralmente, gli ungueali presentano delle creste laterali che si interrompono posteriormente nel punto in cui il solco collaterale defluisce ventralmente. Questo curioso mix di caratteri è presente in alcuni ornithomimosauri ed in Australovenator.

Concludendo, la parte appendicolare di Spinosaurus C è talmente aberrante e carica di autapomorfie da essere di difficile collocazione se analizzata separatamente dalla parte presacrale. Già ora si può comunque escludere che sia riferibile a Carcharodontosaurus o Deltadromeus. Alcuni caratteri ricordano i coelurosauri e gli abelisauroidi, ma potrebbero essere nulla più che omoplasie.
In realtà, esiste un theropode che presenta la grande maggioranza delle bizzarre caratteristiche di Spinosaurus C. Come questo ultimo, esso mostra vertebre presacrali allungate ed opistoceliche, alcune delle quali con centri ben più ampi che alti, vertebre caudali con spine neurali molto allungate ed espanse trasversalmente, una tibia gracile con fossa distale poco marcata, e gli ungueali del piede piatti con creste laterali: è Spinosaurus B, descritto da Stromer nel 1934. E come questo ultimo, anche Spinosaurus C ha le vertebre dorsali lunghe più di 1/5 della tibia.

Ancora una volta, quindi, ha senso sostenere che Spinosaurus B e Spinosaurus C siano entrambi delle chimere derivate dalla mescolanza casuale di ossa nel medesimo mix bizzarro ed inusuale che ho appena elencato, e che tale mix di ossa non si osservi in nessun altra associazione di ossa di theropode scoperte in 200 anni di paleontologia a livello mondiale, ma solo in due scheletri nordafricani della medesima età geologica? Finché conoscevamo solamente Spinosaurus B, l'ipotesi della chimera poteva avere un suo senso. Ma ora che esiste un secondo esemplare, il quale mostra la medesima combinazione di caratteri inusuali, è ridicolo negare l'evidenza.
Possibile che pur di negare questo fatto si voglia cavillare su dettagli di lana caprina, pur di non volere ammettere che Spinosaurus B e Spinosaurus C mostrano la medesima combinazione inusuale ed inattesa di caratteri, e che non è plausibile ricondurre tale coincidenza al mero caso, e quindi, che entrambi sono due esemplari del medesimo taxon naturale?

Finché qualcuno non mi porterà prove valide che le ossa appendicolari di Spinosaurus C (ed implicitamente, anche Spinosaurus B) siano riferibili ad un taxon che NON sia il medesimo delle ossa presacrali (ovvero, Spinosaurus), riterrò molto più ovvio e sensato che questi due esemplari siano genuini assemblaggi di ossa appartenuti ad un singolo taxon che, per quanto bizzarro e contro-intuitivo, non viola alcuna legge della natura.

L'unica alternativa all'interpretazione che ho appena dato sarebbe ritenete che Spinosaurus C sia una chimera artificiale, costruita assemblando ad arte delle ossa rinvenute in contesti differenti. Pensate che incredibile coincidenza: qualcuno decide di assemblare uno scheletro di spinosauro per venderlo, ed ottiene esattamente il mix inusuale e bizzarro dello Spinosaurus B di Stromer 1934. Una simile ipotesi è a mio avviso veramente debolissima, perché potrebbe avere senso solo ammettendo che chi lo ha assemblato fosse consapevole di creare una versione marocchina del fantomatico “Spinosaurus B” egiziano. Ma quanti al mondo hanno mai sentito parlare di Spinosaurus B? E quanti hanno letto la sua descrizione, scritta da Stromer (in tedesco!) nel 1934? Non occorre ricordare che Spinosaurus B sia conosciuto solamente ad una ristrettissima cerchia di esperti di theropodi, non certo dai cacciatori abituali di ossa o dai venditori locali di fossili marocchini. Escluderei a priori che coloro che hanno estratto le ossa dal sedimento abbiano mai letto Stromer (1934).
Ma senza scomodare qualche ipotesi di complotto, tale opzione è altamente improbabile anche per una semplice ragione statistica: trovare ossa appendicolari nel Kem Kem è molto più raro che trovare delle vertebre isolate o dei denti. Inoltre, ricordo che Spinosaurus C conserva anche le spine neurali dorsali: le spine neurali di spinosauride cenomaniano sono rarissime, e prima di Spinosaurus C, le uniche ossa di quel tipo erano le vertebre dell'olotipo distrutto nel 1944. Possibile che chi abbia assemblato quella chimera abbia avuto a disposizione un campione di esemplari sufficientemente ampio per scegliere proprio due esemplari che formino il mix “vertebre lunghe + zampe corte” che si osserva in Spinosaurus B? Ovviamente, questa opzione non è credibile. La sola opzione plausibile è che si tratti di un'associazione naturale, uno scheletro ben conservato di un animale con quella particolare morfologia.

Riassumendo, pensare di trovare per caso nel Kem Kem proprio il mix di ossa vertebrali ed appendicolari che produce esattamente la combinazione di morfologia e proporzioni inusuali necessaria per creare artificiosamente un secondo esemplare simile al bistrattato e poco noto Spinosaurus B egiziano è talmente improbabile che rasenta l'impossibilità.

La sola spiegazione accettabile è che quello che osserviamo nei due esemplari sia il reale morfotipo di quel taxon.

8 commenti:

  1. If only more people realized this!!! I still read assertions (social media) that the new morphology is destroyed via the 100 pg long mega-paper which is not really what the new paper is about.

    RispondiElimina
  2. Many don't realize that there are two distinct questions, not automatically linked together as a single problem:

    1- Is the neotype specimen (and Spinosaurus B) a single individual?
    2- Is the reconstruction of Spinosaurus sensu Ibrahim et al. correct (at least partially, eventually removing the Sigilmassasaurus material, if present)?

    Note that based on Evers et al. (2015) it si possible that not all the Sigilmassasaurus-like vertebrae are Sigilmassasaurus, since part of the former morphology probably is a set of features shared by most spinosaurids.

    RispondiElimina
  3. Trovo quest'analisi molto chiara e fruibile. Tuttavia, c'è una frase mi lascia un poco perplesso:

    La regione distale della superficie anteriore ha una ampia fossa per il processo ascendente dell'astragalo

    Ero convinto che il processo ascendente dell'astragalo si articolasse sulla superficie posteriore della tibia. E' così?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il processo ascendente dell'astragalo articola con la propria superficie posteriore con una faccetta della tibia posta nella superficie anteriore della tibia. Esiste in alcuni taxa un piccolo processo ascendente posteriore dell'astragalo che articola con la superficie posteriore della tibia, ma non è propriamente il vero processo ascendente.

      Elimina
  4. Come ad ontogenesi, il PA appartiene con certezza ad un adulto?

    Domenico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'esemplare era un subadulto con un'età stimata di circa 17 anni (più o meno due anni) in base all'analisi istologica. Le analisi sono state svolte sul femore, fibula (PA), un gastrale e una spina neurale (PS): gli autori non trovano in nessuno dei 4 campioni indicazione di uno stadio maturo. Le 4 ossa quindi sono tutte riferibili allo stadio subadulto.

      Elimina
    2. Quindi, in poche parole, Spinosaurus sarebbe "corretto" così come viene rappresentato oggi, con le gambe diversamente proporzionate (se paragonate agli altri theropodi)? - Mattia

      Elimina
    3. "In poche parole" si dissolve la complessità della questione ad una rappresentazione che si assume come "fatto" quando non lo è.

      Elimina

I commenti anonimi saranno ignorati
-------------------------------------------------------------
Anonymous comments are being ignored
-------------------------------------------------------------