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12 dicembre 2013

La cresta carnosa di Edmontosaurus (Bell, Fanti, Currie e Arbour 2013)

Il nuovo aspetto di Edmontosaurus regalis.
Continua la serie di scoperte dinosaurologiche di notevole interesse ed importanza, legate a paleontologi italiani. Sul numero di oggi di Current Biology è pubblicato una ricerca che ha delle evidenti conseguenze sul piano "estetico" oltre che scientifico, relative ad alcuni dinosauri molto noti. Io ero al corrente di questo studio da almeno un anno, dato che uno degli autori della ricerca è Federico Fanti. Nel periodo in cui preparavamo l'articolo su Tataouinea, Federico mi mostrò le foto di un nuovo, eccezionale esemplare dell'hadrosauride Edmontosaurus regalis, scoperto proprio da Federico durante un periodo di studio in Alberta (Canada). Ricordo che la mia primissima espressione alla vista del fossile fu di totale sconcerto: come notò Federico, la stessa espressione disegnata sul mio volto era apparsa su quello di Phil Currie alla vista del fossile. Quindi, posso considerarmi in un'ottima compagnia di sconcertati, e penso a ragione.
In alto, foto dell'esemplare in situ. In basso, due viste dell'esemplare dopo essere stato preparato. Le frecce indicano la cresta carnosa sulla sommità del cranio.

L'esemplare, articolato e conservato tridimensionalmente, include non solo le ossa del cranio e del collo in connessione anatomica, ma grazie alle peculiari condizioni sedimentarie, ha preservato nel dettaglio la forma e struttura del tegumento, formato da una serie di grandi squame ellittiche associate a squamature più piccole. Già questo dettaglio sarebbe di notevole interesse. Tuttavia, la preservazione non si limita alla forma delle texture della pelle, ma comprende anche dettagli sulla dimensione e posizione di strutture tegumentarie che erano del tutto ignote fino ad ora. In particolare, l'esemplare mostra una vistosa escrescenza arrotondata nella regione frontoparietale, che ricorda una cresta non-ossea simile a quelle che osserviamo oggi in molti uccelli. Questa "cresta" è parte integrante del tessuto tegumentario, ed è formata esclusivamente da parti molli. Difatti, essa è topograficamente analoga alle creste ossee di molti altri hadrosauridi, e quindi non stupisce, da questo punto di vista, che sia presente proprio in una specie priva di creste ossee. Si tratta quindi della prima testimonianza di creste cefaliche non-ossee in un dinosauro mesozoico. 
Aldilà delle ovvie implicazioni paleoartistiche o paleobiologiche (che per ora lascio a chi è più esperto di me in materia di Hadrosauridae), questo studio rimarca una legge fondamentale della paleontologia, che ho spesso menzionato: la tafonomia comanda ed impone ciò che noi possiamo vedere e scoprire. Edmontosaurus è infatti uno dei dinosauri meglio conosciuti, grazie a decine di scheletri spesso in ottimo stato di preservazione. Tuttavia, in nessuno dei fossili precedenti era presente traccia di questa struttura carnosa. Ed anche ammettendo che la cresta sia legata allo stadio ontogenetico e al genere sessuale, e quindi non sia presente in tutti gli individui e in ogni fase della loro vita, nondimeno è indispendabile che le condizioni di seppellimento permettano di preservare le parti molli. Solo eventi deposizionali eccezionali come questo hanno permesso la conservazione di strutture corporee non-scheletriche.

Ho chiesto a Federico qualche ulteriore dettaglio o curiosità sul fossile e la sua scoperta:

Si tratta di un tratto di fiume ristretto (meno di un km in lunghezza) con diversi livelli fossiliferi (tra cui quelli con le impronte di salamandre che abbiamo pubblicato da poco) da cui provengono parecchie ossa. In realtà la mummia descritta è una delle mummie di hadrosauri che abbiamo trovato, per ora la meglio conservata (anche tutta la parte dell'orecchio interno è perfetta, così come l'altro lato dove però la copertura dei tessuti è più incompleta). In realtà sembra che ce ne siano almeno quattro di 'mummie' che però sono ancora in fase di scavo.
Il lavoro che stiamo facendo al sincrotrone dell'università di Regina (sempre coordinato da me) sta mettendo in risalto tutte le strutture della pelle in dettaglio e cominciamo a trovare cose inaspettate (catene organiche, cromatofori, etc.).
Che altro... è il più antico esemplare di E. regalis mai trovato (in più la datazione che forniamo da bentonite nell'articolo viene da diversi metri sopra il giacimento).
In termini di ecosistema è molto diverso dai classici del sud (Dinosaur Park per intenderci) e sia la tipologia dei sedimenti (depositi fluviali molto fangosi e pieni di vegetazione, suoli saturi di acqua, ambienti tipo paludi, fauna con grandi vertebrati tyrannosauroidi, nodosauri, edmontosaurus) e contesto paleolatitudine, rendono il tutto molto più simile ai giacimenti dell'Alaska che non a quelli di Edmonton per intenderci.
E poi è figo!
 
Congratulazioni a Federico ed ai suoi co-autori per questo eccezionale ritrovamento, che conferma - in generale - quanto ancora ci sia da scoprire a proposito dei dinosauri, e - nel particolare - quanto possa essere importante il contributo dei paleontologi italiani in questa disciplina.

Bibliografia:
Bell, Fanti, Currie, Arbour. 2013. A Mummified Duck-Billed Dinosaur with a Soft-Tissue Cock’s Comb. Current Biology http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2013.11.008

11 commenti:

  1. bravo Federico, propio stasera con Habib presento il tuo lavoro che hai fatto al museo sul Tataouinea Hanibalis ......i ns spettatori sono studenti di Geologia del prof, Samir Bouziz. Mi sarebbe piaciuto che tu fossi quì con noi.e anche il bravo Andrea.
    ciao Aldo

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  2. Mi unisco alla compagnia di sconcertati (senza offesa, ovviamente ;) ). Fossile belissimo, davvero spettacolare. Vorrei solo capirne più di hadrosauridi per pterlo apprezzare al meglio (insieme alle interessantissime impronte di salamandra, di cui vorrei leggere l'articolo). Congratulazioni Fanti, e complimenti vivissimi.
    Simone

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  3. Meraviglioso.

    Complimenti

    Valerio

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  4. Fantastica scoperta! Ecco come una singola scoperta possa riscrivere la storia iconografica di un dinosauro. Che tu sappia sono mai state scoperte mummie di adrosauri che mostrassero conservata l'area delle narici e/o il becco corneo?

    HK

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    1. C'è uno studio attualmente in stampa: Prieto-Márquez, A. and Wagner, J. R. In press. Soft-tissue structures of the nasal vestibular region of saurolophine hadrosaurids (Dinosauria, Ornithopoda) revealed in a ‘mummified’ specimen of Edmontosaurus annectens. In Eberth, D., and Evans, D. C. (eds.). Hadrosaurs: Proceedings of the International Hadrosaur Symposium at the Royal Tyrrell Museum. Indiana University Press, Bloomington.

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  5. be' c'è poco da dire...
    io personalmente resto sempre sconcertato di fronte al fatto che qualcosa possa fossilizzarsi, quando questo qualcosa poi è una componente così fragile e deperibile di un organismo ...
    complimenti agli autori, spero di poter leggere presto qualcosa in più
    Emiliano

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  6. Non me l'aspettavo proprio, lo devo ammettere.
    E ora spero che si trovi qualcosa di analogo anche in campo teropode, mummie eccezionalmente conservate intendo... Tra parentesi, Andrea, come mai (che io sappia) non sono mai stati trovati fossili di teropodi di medie-grandi dimensioni con un grado di preservazione pari a quello delle mummie di Edmontosaurus? Semplice caso?

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    1. Sebbene alcuni theropodi abbiano una preservazione parziale comparabile (penso all'olotipo di Carnotaurus), gli hadrosauridae paiono avere una maggiore frequenza di "mummie". I motivi possono essere sia biologici (la pelle degli hadrosauridi potrebbe essere meglio strutturata per "fossilizare" rispetto ad altri dinosauri) sia ambientali/deposizionali (gli hadrosauridi frequentano gli ambienti giusti per la formazione di mummie). C'è in effetti uno studio in proposito che cerca di stabilire eventuali motivi per l'abbondanza di mummie di hadrosauridi rispetto agli altri dinosauri: https://www.app.pan.pl/archive/published/app57/app20120077_acc.pdf

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    2. Potrebbe anche essere legato al fatto che come individui erano più numerosi rispetto ai carnivori dell'ecosistema e dunque i loro fossili sono statisticamente più numerosi?

      HK

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    3. Sicuramente, nel confronto coi theropodi incide. Non so se però questo incida nella proporzione con altri ornithischi, ad esempio i ceratopsidi.

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  7. Fossile davvero mozzafiato!!! C'è qualche articolo che analizza particolarmente la texture della pelle? Mi ha affascinato molto la tua frase "già questo dettaglio sarebbe di notevole interesse", queste mummie hanno portato a nuove scoperte sul tegumento degli Adrosauri o, in generale, sugli Ornithischi?... non chiedo sui dinosauri perchè immagino le differenze che potevano esserci nella pelle di un adrosauro e quella di un teropode piumato

    Riccardo Cori

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