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15 agosto 2013

The Lord of the Giant Theropods

Recentemente, ho scritto vari post in cui ho preso in giro le varie "discussioni" online sulle dimensioni di Spinosaurus. Il mio accanimento è motivato: a parte rari casi, quelle discussioni sono stupide, futili e ridicole, e meritano solo di essere sbeffeggiate e trattate per quello che sono. Ovviamente, i sostenitori di quelle "discussioni" sono quasi sempre incapaci di leggere l'ironia nelle mie parole.
Il motivo del mio accanimento è duplice. La paleontologia dei theropodi è una scienza affascinante e ricchissima di temi ancora poco noti, meritevoli di discussione e confronto. Molti "misteri" attendono ancora di essere svelati, e tanti enigmi circondano alcuni degli animali più straordinari della storia naturale. Ridurre la theropodologia, la scienza che più amo, a mera "battaglia tra misure", è qualcosa di fastidioso e irrispettoso. Irrispettoso non certo verso di me, che valgo poco, ma verso grandi scienziati che hanno dedicato la loro vita a queste ricerche, spesso affrontando situazioni dolorose e traumatiche, e che con passione e intelligenza hanno tentato di risolvere questi enigmi. In particolare, un uomo, che considero un eroe ingiustamente dimenticato, merita tutta la nostra ammirazione, stima e rispetto. Egli è il "padre" di alcuni dei theropodi più spettacolari ed enigmatici. Purtroppo, come nelle tragedie epiche, il destino ha impedito a questo grande scienziato ed uomo di essere ricordato ed omaggiato con il dovuto rispetto. 
A questo grande paleontologo è dedicato il post di oggi.
Ernst Freiherr Stromer von Reichenbach nacque nel 1870 da un'importante famiglia aristocratica bavarese. Nel 1910, all'età di 40 anni, Ernst, che nel frattempo era diventato geologo e paleontologo, si imbarcò per il Nord Africa, per svolgere una serie di campagne di scavo nelle ricche formazioni fossilifere dell'Egitto centrale. L'obiettivo iniziale di Stromer erano i mammiferi dell'inizio del Cenozoico, e l'evoluzione dei principali gruppi moderni. All'inizio del 1911, Stromer raggiunse l'oasi di Bahariya, una ampia depressione che si riteneva continuasse le associazioni fossilifere del Fayum, più a nord, dalle quali erano noti forme basali di cetacei, primati e proboscidati. 
Ben presto, Stromer si rese conto che a Bahariya affioravano strati ben più antichi di quelli del Fayum: oltre ad una ricchissima serie di pesci, le rocce dell'oasi custodivano i resti ossei di grandi rettili, in particolare, coccodrilli, qualche sauropode e una eccezionale concentrazione di ossa di theropodi.
Consapevole dell'enorme quantità di materiale che era presente, ma privo delle attrezzature necessarie per un adeguato scavo e trasporto (Stromer era giunto in Egitto col proposito di cercare i resti di mammiferi di dimensioni molto minori di quelle dei dinosauri scoperti), Stromer fece ritorno a Monaco di Baviera alla fine del Febbraio 1911, lasciando in Egitto il fidato collaboratore Richard Markgraf affinché allestisse tutto il necessario per portare in Germania i resti. Una prima serie di resti fossili fu inviata a Monaco nel 1912. 
Negli inverni del 1912 e 1913 Markgraf estrasse e trasportò al Cairo una dozzina di grandi casse, contenenti i resti di altri grandi rettili di Bahariya. Nell'Aprile del 1914, tutto il materiale raccolto e custodito al Cairo era pronto per essere imbarcato per la Germania. Purtroppo, la situazione politica, per quanto del tutto slegata dalle vicende paleontologiche, stava per intromettersi nella ricerca di Stromer. I rapporti tra Germania ed Egitto, a quel tempo protettorato britannico, si stavano deteriorando, e ad un mese dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu negato l'imbarco dall'Egitto delle 12 casse destinate a Stromer.
Per quasi un decennio, Stromer potà lavorare solamente sui primi resti, quelli imbarcati nel 1912. Nel 1915, Stromer pubblicò la descrizione di quei resti, ed istituì Spinosaurus aegyptiacus. I resti, comprendenti parti della mandibola, denti ed una serie di vertebre, furono dettagliatamente descritti ed illustrati in una monografia, il cui peso scientifico è ancora oggi, dopo un secolo, ancora del tutto valido.
Alla fine della guerra, con l'allentarsi delle tensioni internazionali, Stromer ottenne dai colleghi britannici in Egitto la restituzione delle 12 casse mancanti. Purtroppo, le operazioni di controllo doganale all'imbarco ed il successivo viaggio verso la Germania non furono svolti nel modo più adeguato per l'integrità del fragile materiale fossile. Al loro arrivo a Monaco, nell'estate del 1922, Stromer, che nel frattempo era diventato paleontologo presso l'Accademia delle Scienze bavarese, si trovò una dozzina di casse di resti frammentati, sbriciolati e deteriorati. Nonostante il danno subìto, Stromer lavorò pazientemente per rimettere insieme i vari pezzi danneggiati, e dopo quasi un decennio di ricostruzione e studio potè pubblicare gli altri articoli sui grandi rettili di Bahariya. Tra il 1931 ed il 1934, due monografie descrissero i resti di almeno 5 differenti theropodi (oltre a coccodrilli ed un sauropode), tra cui gli olotipi di Bahariasaurus e Carcharodontosaurus.
Ancora una volta, fattori esterni e di natura politica si intrecciarono con il lavoro del paleontologo. L'avvento del regime nazista si manifestò anche nelle riservate cerchie della paleontologia. Il regime posizionò uomini di fiducia in ogni ambito del mondo accademico, ed estromise oppositori politici, intellettuali non allineati e tutti coloro fossero considerati "non-ariani". Stromer fu sempre un convinto oppositore del nazismo. Prossimo alla pensione, avendo superato i 60 anni, Stromer era ancora uno stimato ricercatore, oltre che un aristocratico, e pertanto mantenne una posizione di rispetto all'interno dell'accademia bavarese, anche dopo l'avvento di Hitler. Sebbene fosse nota l'ostilità del paleontologo verso il nazismo, il regime non poteva permettersi di colpire direttamente uno scienziato di fama internazionale. Tuttavia, Stromer fu estromesso dalla direzione del museo che custodiva la sua collezione paleontologica egiziana, che fu affidata ad un giovane, incompetente e fanatico filo-nazista.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il regime trovò un pretesto per "vendicarsi" di Stromer, mandando tutti e 3 i figli del paleontologo a combattere sul fronte russo, in reparti spesso coinvolti in missioni suicide. Due dei figli di Stromer morirono al fronte, il terzo fu catturato dai Russi e fece ritorno a casa solo nel 1950.
La assurda stupidità della guerra e dei regimi totalitari si manifesta anche in episodi come quello che sto per raccontare. Con l'aggravarsi della guerra, anche l'entroterra tedesco iniziò a subire attacchi aerei e bombardamenti da parte degli Alleati. La propaganda di regime martellava l'opinione pubblica sostenendo l'inviolabilità del suolo germanico, e la sicurezza delle grandi città come Monaco. Tuttavia, la precauzione e la diffidenza verso le parole del regime spinsero i curatori dei vari musei di Monaco a trasferire i reperti più preziosi delle loro collezioni fuori dalla città, in luoghi più sicuri e non oggetto di attacchi, come miniere e grotte. Anche Stromer era dell'idea di far trasferire le collezioni paleontologiche del Museo Bavarese fuori città fino alla fine della guerra. Il museo, posto nel centro di Monaco, era infatti un obiettivo altamente sensibile in caso di bombardamento aereo. Purtroppo, il direttore del museo, ottusamente allineato alla propaganda di regime, non reputò le preoccupazioni di Stromer meritevoli di attenzione: Monaco era sicura, e con lei i fossili di Stromer, era la favola indottrinata dalla propaganda.
Tra il 24 ed il 25 Aprile 1944, un massiccio attacco aereo alleato colpì Monaco di Baviera. Oltre all'enorme tragedia delle vittime civili, della distruzione degli edifici e dell'orrore di una città in fiamme, si svolse anche un dramma minore, sebbene non meno doloroso: tutto il lavoro di una vita, anni di scavi, decenni di studi, ricostruzioni e indagine, l'impegno ed il valore scientifico di Ernst Stromer, nonché esemplari unici, furono tutti distrutti.
Gli olotipi di Spinosaurus, Bahariasaurus, Carcharodontosaurus, Aegyptosaurus e molti altri esemplari andarono perduti sotto il bombardamento. Di questo materiale unico restano solamente le pubblicazioni meticolose di Stromer, e le immagini litografiche incluse negli articoli.

Credo che sia difficile per chi non ama la paleontologia, comprendere cosa può aver provato Stromer, allora 74enne, alla notizia della distruzione di tutta la sua vita paleontologica. E se la guerra non poteva essere evitata, il buon senso avrebbe almeno permesso di salvare la straordinaria collezione paleontologica di Stromer. Non voglio enfatizzare una tragedia minore come quella dei fossili distrutti nel 1944: la guerra è terribile per tutti, può portare via in modo brutale affetti e sicurezze. Ma lo stesso evento produce effetti differenti a seconda di chi lo subisce. I giovani possono ancora trovare nella distruzione un motivo per andare avanti, per ricostruire, per creare una nuova esistenza. Ma per un uomo anziano, che ha dedicato la sua vita alla conoscenza ed alla ricerca, vedere 30 anni di lavoro distrutti in una notte, deve essere stato un dolore indicibile.

Stromer è da considerare un padre della paleontologia dei theropodi. Le sue scoperte, pubblicazioni ed interpretazioni sono ancora pienamente valide e importanti oggi, ad un secolo dalla sua spedizione nel deserto egiziano. Stromer ha dedicato la sua vita alla Scienza, e nonostante i suoi meriti e capacità ha subìto in più occasioni le beffe di un mondo cinico ed ottuso. Nonostante sia stato soprafatto da illogiche ottuse quali la guerra ed il fanatismo, Stromer non si è piegato alle avversità e con tenacia ha saputo dare un profondo significato a resti altresì destinati a dissolversi nel deserto. La stupidità degli uomini non hanno intaccato il suo valore, e perciò, egli è da considerare un eroe, un esempio ed un modello di vita.
Ricordatevi di omaggiare Ernst Stromer, la prossima volta che parlerete di Spinosaurus e Carcharodontosaurus, perché è solamente grazie a lui se conoscete l'esistenza di alcune delle più straordinarie ed affascinanti creature di tutti i tempi.

8 commenti:

  1. La prima volta che sentii parlare di Stromer (e di Bahariasaurus, e di Carcharodontosaurus) fu a metà anni '80, in un bell'articolo del mensile "Natura Oggi" sull'oasi di Baharjia. Nell'articolo erano citati anche Aegyptosaurus e altri sauropodi giganti senza nome (Paralititan?). Rimasi affascinato.

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  2. Such a wonderful and fantastic post! It´s always good to see reasonable thoughts on the area of dinosaur paleontology, that has been so affected by the frivolities of the pop culture.

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  3. difficile commentare. post bellissimo.
    Emiliano

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  4. Un post da groppo in gola. Fato beffardo :(

    Gianmarco

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  5. Chapeau

    Valerio

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  6. Hi Andrea,

    Stromer's sons were not all sent to the Russian front. The youngest son, Gerhart, died in southern Germany, two weeks before the end of the war. He was part of an anti aircraft artillery team.

    Best,

    Nizar Ibrahim, PhD
    Organismal Biology & Anatomy
    University of Chicago

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  7. Hi Nizar,

    thanks for the clarification: I based my details on Stromer's son from "The Lost Dinosaurs of Egypt" book, and probably forgot that detail on the third son.

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  8. Racconto che colpisce....sì è da groppo alla gola
    bravissimo Andrea, davvero molto bravo
    tuo
    paolo

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