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05 agosto 2013

Idiocrazia incipiente


Goccia su goccia si scava la roccia. 
Questa massima vale anche per la cultura scientifica. Nel film "Idiocracy" siamo introdotti in un futuro distopico in cui la stupidità è la condizione dominante (anzi, esclusiva) del genere umano, ormai ridotto ad uno zotico consumatore acefalo di scemenze televisive. Sebbene sia ambientato nel 2505, il film è una azzeccata parodia del sistema culturale americano attuale, il quale, a sua volta, data la sua importante influenza nel sistema culturale globale, è anche una misura parziale del nostro sistema culturale.
I temi ed i linguaggi usati nei documentari televisivi sono una espressione del concetto di cultura che si vuole diffondere. Ho scritto altre volte che i documentari paleontologici stanno progressivamente degenerando, nella qualità e nel messaggio che vogliono trasmettere.
Nel 1989, David Attenborough produceva quello che considero la migliore serie di documentari paleontologici realizzati: "Lost Worlds - Vanished Lives".
Da allora, nessuno ha saputo equagliare quella serie, a parte lo stesso Attenborough. Nel contempo, indotta dalla potenza iconografica dei dinosauri spielberghiani, si è diffuso ed affermato un nuovo filone di documentari, quello basato su abbondante uso di immagini in Computer Graphic, nelle quali il passato viene "ricostruito" come fosse un evento attuale, da seguire al pari di un film d'azione.
Se siete lettori consueti di questo blog, conoscete la mia filosofia sul "passato profondo" e sul concetto di "ricostruzione". E conoscete la mia opinione sull'effetto culturale derivato da Jurassic Park. 
Il trend iniziato con  "Walking with Dinosaurs", già allora discutibile negli obiettivi, è rapidamente degenerato nei letamai di "Jurassic Fight Club" e dei suoi emuli.
In questi giorni, ha generato scalpore negli USA un "documentario" di Discovery Channel nel quale lo squalo fossile Megalodon è protagonista di una "inchiesta" di finzione in cui l'animale viene supposto come esistente attualmente.
Lo scalpore per una simile falsificazione e mistificazione della paleontologia è comprensibile, anche se non è per nulla una anomalia: il "documentario" di Discovery Channel non è altro che l'inevitabile deriva malata di una tendenza nata con le "paleo-fiction" di Walking with Dinosaurs, le "paleo-actions" di Jurassic Fight Club, le "paleo-favole" di Dinosaur Revolution.

Quando i fossili veri vengono esclusi dal documentario, quando i paleontologi veri vengono sostituiti da attori, quando i fatti vengono rimossi per dar spazio alla spettacolarizzazione, alla speculazione gratuita e alla mistificazione, è inevitabile che si giunga alla idiocrazia paleontologica.
Dobbiamo continuare a subire passivamente questa degenerazione? Vogliamo un mondo di idioti plagiati dalla televisione?
L'unico modo che abbiamo per contrastare questo trend è boicottando i programmi di dis-informazione, pretendendo produzioni scientifiche di qualità, smettendo di adorare le animazioni in Computer Graphic (e quindi, rigettando la concezione favolistica e cartoonistica della paleontologia che queste animazioni sostengono), tornando a pretendere il documentarismo professionistico che ha in Sir David Attenborough il suo più illustre rappresentante.
Come Attenborough ci mostrò quasi 25 anni fa, i fossili sono straordinari, affascinanti e avvincenti, non hanno bisogno di alcun additivo iper-grafico e computerizzato, di nessuna trasfigurazione drammatica, di nessun surrogato di finzione.

44 commenti:

  1. Non mi trovo molto d'accordo con questo ragionamento. Perché non dobbiamo usare la CGI? Perché troppo spettacolare? Allora per i prossimi film dovremo ritornare alla stop-motion, no?
    Va beh, non c'entra molto, peró quello che voglio dire é che la ricostruzione dell'antichità tramite CGI, animatronics o altro non é affatto un male. Il problema stesso sono i documentari. Se in Dinosaur Revolution le storie sembrano delle favole non é colpa della CGI. Prendi ad esempio Planet Dinosaur, si non sará accurato al 100% peró, nonostante sia tutto in CGI, mostra le foto dei ritrovamenti. E parla delle creature in modo molto scientifico (almeno nella maggior parte del programma).
    Se vuoi un esempio più concreto, c'é il piú recente Ice age giants. Ha delle spettacolari scene in CGI, ma anche tantissime scene coi paleontologi. E non è una minchiata.
    Questo volevo dire, Domenico

    PS: Scusa per eventuali errori ortografici ma non sono sul computer.

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    1. "Perché non dobbiamo usare la CGI?"
      Perché un documentario su fossili deve mostrare i fossili, non la CGI. Perché la CGI è diventata il fine e non un mezzo per i documentari. Perché un'immagine in CGI è una finzione romanzata dove la speculazione soverchia abbondantemente i fatti scientifici. Ormai temo che ci sia una generazione totalmente plagiata dalla CGI che pare non essere capace di pensare un dinosauro senza visualizzare una creatura in CGI.
      A me le animazioni in CGI in sé non dicono niente, non forniscono alcuna informazione che non sia già nel fossile. Un documentario ben fatto deve funzionare a prescindere dalla CGI, la quale quindi è secondaria se non inutile. Le CGI sono utili solo se funzionali al documentario, se aggiungono chiarezza al concetto (ad esempio, mostrando concetti di biomeccanica e fisiologia dell'animale) ma non devono diventare il nucleo e il succo del documentario, perché in tal caso, il documenario smettere di essere tale e diventa solo un costoso cartone animato.
      Se hai l'opportunità, guardati "Lost Worlds - Vanished Lives".

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    2. Si ho già visto qualche scena. Capisco cosa intendi, dico solo che la CGI è un metodo alternativo per mostrare gli animali. Da' allo spettatore maggior chiarezza sulla creatura rappresentata, è una "ricostruzione". Come nei documentari storici.
      Ovvio che va usata saggiamente, deve rispettare dei canoni scientifici. Ad esempio in Jurassic Fight Club le ricostruzioni sono imprecise, e le scene "d'azione" sono infondate. In un documentario le scene d'azione aggiungono solo spettacolarità, non dico di no, ma finché si basano sulle teorie dei paleontologi allora non credo possano far male.

      Domenico

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  2. "finché si basano sulle teorie dei paleontologi allora non credo possano far male."
    Ogni paleontologo ha la sua concezione di ricostruzione.
    Chiedi a 3 paleontologi di supervisionare la ricostruzione di Tyrannosaurus ed avrai animali esteticamente molto diversi. Pertanto, non esiste una "teoria dei paleontologi", ma tante versioni quanti i ricercatori. Quale usare? Perché usare una e non un altra? Cosa succede a usare una come "valida" e quindi a imporla come "canone" mentre altre ugualmente valide vengono scartate?
    Come vedi, la faccenda è molto più complessa di come la poni tu.

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    1. Si dovrebbe allora abolire a priori il documentario come metodo di informazione...finche le cose sono fatte da persone e non da ipotetiche e fantasiose "macchine impersonali intelligenti" sarà sempre tutto frutto della "soggettività" dei pensieri umani, non si avrà mai la conoscenza scientifica "oggettiva".

      Marzio

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    2. Classica risposta estremista che getta via il bambino assieme all'acqua sporca...

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  3. É ovvio che a un solo documentario ci lavorano paleontologi limitati, eh.
    Poi non trovo tutta questa differenza con i fossili. Se David Attenborough nel suo vecchio documentario avesse detto "questo animale cacciava tendendo agguati" allora compare lo stesso problema illustrato da te. Magari per un'altra cerchia di paleontologi era un animale quasi unicamente saprofago.
    Poi eh, non ti voglio convincere... Peró mi sembra un po' esagerato questo accanimento verso le ricostruzioni in CGI

    Dome

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    1. Mi pare chiaro dalle tue risposte che non hai mai visto la serie di documentari di Attenborough. Se tu la vedessi ti accorgeresti che le domande che poni non hanno molta importanza, e che la CGI è inutile per il vero scopo di un bel documentario.

      Domanda: guarderesti un documentario sui dinosauri senza CGI? Se la risposta è "sì", allora la CGI non è importante per un documentario, e quindi la mia richiesta di ridurre la CGI è motivata. Se la risposta è "no", allora la CGI è fondamentale al documentario, e ciò pone una domanda ancora più importante: perché la CGI è diventata così importante, considerando che in passato esistevano ottimi documentari senza CGI?

      Ripeto: un documentario paleontologico si deve basare sui fossili. Tutto il resto è accessorio e secondario. Focalizzarsi sulla CGI uccide l'anima del documentario paleontologico. Se non lo capisci, mi spiace molto per te.

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    2. Hai ragione tu, la CGI é secondaria. Ma se il narratore/paleontologo di turno in un documentario descrivesse il metodo di caccia di un theropode, perché, visto che possiamo, non ricostruiamo una scena di caccia in CGI. Io non ci vedo nulla di male.
      Ripeto, quel documentario lo conosco solo da alcune clip, ma appena posso vorrei guardarmi qualche streaming, siccome non ho mai avuto l'occasione di vederlo in TV.

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    3. Sinceramente, preferisco un documentario dove non si parla di fantomatiche scene di caccia (e annessa CGI) e si usano quei 5 minuti per mostrare altri fossili (veri, non ipotetici).

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    4. Era un esempio, se descrivi qualsiasi cosa di un fossile puoi fare una ricostruzione in CGI, anche molto scarna (un modello 3D su uno sfondo nero).
      Va beh ora basta, tu hai le tue idee e io le mie ;)

      Domenico

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  4. E' da un po' che voglio vedermi Lost World (anche perché adoro la palentologia e adoro David Attenborough, quindi....), e sono d'accordo con te nel dire che la qualità dei doc paleontologici è troppo calata, sia perché crea un'immagine del mondo preistorico troppo "fantasy", sia perché impedisce di vedere il vero fascino di questa scienza, fatta di fossili e non di animali vivi.
    Poi, beh, per quanto riguarda la mia posizione in merito io non sono affatto contro questo genere di produzioni, purché siano fatte bene, anche perché sono queste cose che generalmente fan nascere nello spettatore l'interesse che potrebbe sfociare in una passione.Mi ricordo ancora le critiche mosse alla serie Walking With Dinosaurs (che comunque non era brutta) dove, giustamente, si andava contro il fatto che presentasse delle mere teorie come se fossero dei fatti, eppure in una intervista contenuta su un DVD della serie un professore di paleontologia si rallegrava delle numerosi iscrizioni alle facoltà di scienze naturali e geologia mosse proprio dall'impatto suscitato dalla serie (in fondo, anche JP ebbe i suoi pro).
    Per quanto riguarda la CG, direi che oramai per queste produzioni è essenziale, non perché io ci tenga particolarmente, ma perché il pubblico lo esige. A me, personalmente, non fanno né caldo né freddo.
    Simone

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    1. Ps: l'ho già detto altre volte, ma se volete sapere il mio parere i documentari paleontologici migliori attualmente sul mercato sono quelli della national geographic. Sono molto incentrati sui fossili e sui laboratori, e le scene in CG sono poche, e perfino un po' grezze (il che non mi spiace)
      Simone

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    2. Peccato che la giustificazione "il pubblico lo esige" è proprio il motivo per cui non devono essere usate.
      Il pubblico è stato progressivamente drogato di CGI e come ogni buon drogato è incapace di farne a meno. Per questo è doveroso pretendere una riduzione delle CGI a vantaggio di altri aspetti.

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    3. Hai detto bene.....peccato però che i doc siano fatti per essere visti/comprati, e se 9 persone su 10 preferiscono vedere un T. rex iper pompato, anche se condito da una marea di sciocchezze, piuttosto che il suo scheletro su cui vengono dette solo cose giuste, stai pur certo che la casa produttrice sceglierà la prima ipotesi. Il fatto è che queste produzioni sono fatte per la "gente comune", che probabilmente le guarda solo per passarsi il tempo, e quasi sicuramente si dimenticherà delle poche cose apprese (giuste o sbagliate che siano) appena spenta la tv. Oramai siamo una popolazione drogata dall'immagine, dove una bella copertina val più di un buon libro, e questo non riguarda solo i docu paleontologici, ma praticamente tutto! So che è triste, ma purtroppo è così. In realtà, mi vien da pensare che, almeno in Italia, sia sempre stato un po' così, se non non si spiegherebbe come mai sono sempre usciti in VHS/DVD tutti i docu paleontologici tranne, guarda caso, quello di Attenborough (per mia grande disgrazia, tra l'altro).
      Simone

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    4. Le persone non "preferiscono" un T.rex iper pompato, gli viene proposto come tale da strategie di marketing che considerano il pubblico fatto solo da ragazzini di 8 anni (con tutto il rispetto per chi 8 anni li ha davvero).
      Stai sicuro che se si facesse educazione e informazione alla qualità, il pubblico chiederebbe di essere soddisfatto. Il grande successo di Attenborough, che ancora oggi a quasi 90 anni crea dei capolavori, dimostra che esiste una ampio bacino di pubblico di qualità.

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    5. Mmmmh, da un certo punto di vista hai sicuramente ragione, però non sono così sicuro che le cose andrebbero come dici tu (anche se sarebbe bello). Premesso che quando parlo mi riferisco soprattutto alla scena italiana (anche perché negli altri paesi credo che la divulgazione scientifica abbia ben più fortuna), ma di bei programmi naturalistici (non necessariamente a sfondo paleontologico) se ne sono visti, spesso contrapposti a degli obbrobri indicibili, e spesso a "vincere" lo scontro era l'obbrobrio (ad esempio l'ottimo Missione Natura di Vincenzo Venuto contrapposto a Wild oltrenatura di F. Cicogna, il primo è stato cancellato dopo un'inaspettato successo, l'altro no).
      In ogni caso, credo che un po' di spettacolo sia sempre stato richiesto, anche ai tempi in cui la CG non era ai livelli attuali e a farne le veci erano gli animatronix (come nella serie di Piero Angela).
      Io sono dell'idea che la verità stia sempre nel mezzo, da una parte mi rendo conto che la gente VUOLE imparare e quindi Vuole buoni prodotti, ma dall'altra vedo che quelle persone sono una relativa minoranza.
      In oltre Attenborough non è così popolare in Italia come ad esempio nella sua inghilterra (o a casa mia ;) ), in fatti ad oggi sono relativamente pochi i suoi libri/doc tradotti e commercializzati nel nostro paese.
      Simone

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    6. Hai dati relativi a ciò che dici o stai solo esprimendo una serie di opinioni?
      "Missione Natura" era un obbrobrio commerciale tanto quanto "Wild", e comunque, per entrambi stai parlando di format stranieri importati in Italia, quindi non capisco su che basi distingui l'Italia dall'estero.
      Piero Angela fa divulgazione di qualità da 30 anni: notare che tutta la serie classica de "Il Mondo di Quark" ha proposto i documentari di Attenborough, e chi ha più di 25 anni e segue un minimo di documentari conosce il documentarista britannico.
      Inoltre, c'è differenza tra "spettacolo" inteso come esposizione di fatti affascinanti e spattacolari (come può essere la fauna africana o una cascata venezuelana o la barriere corallina) e la "spettacolarizzazione" di animazioni 3D sulla falsariga di Jurassic Park: nel primo caso, il fatto reale è spettacolare e merita di essere mostrato (perché lo scopo di un documentario è mostrare i fatti), mentre nel secondo caso è una fiction (come un film o un cartone animato) e quindi NON è un documentario.
      Io non ho nulla contro la CGI in sé, ma la CGI resta una fiction, ed un DOCUMENTARIO deve mostrare i fatti, non delle fiction.

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    7. Si ma che c'é di male a ricostruire scene con i dinosauri in CGI, senza abusarne, peró rendono il tutto piú sensato. Se non puoi mostrare un vero dinosauro che corre, lo ricostruisci. Non mi sembra ci sia nulla per cui ostinarsi.

      Si, sono sempre Domenico, mi stavo annoiando quindi ho deciso di continuare XD

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    8. A me una scena in CGI non rende "tutto più sensato".
      La tua frase "Se non puoi mostrare un vero dinosauro che corre, lo ricostruisci." è indicativa: vedo che 15 anni di dinosauri in CGI ti hanno plagiato a dovere.
      Non so cosa intendi per "vero dinosauro", un concetto filosofico poco adatto ad un documentario.
      Ad ogni modo, se rileggi il mio post, vedrai che - a differenza tua - la CGI non è il tema principale della mia discussione. Mi pare che tu stia controbattendo ad una posizione che mi attribuisci, ma che non è la mia. Sembri ossessionato dalla CGI, quasi come fosse un feticcio intoccabile.
      Il mio discorso era più ampio, e controbatte la tendenza a tradurre i documentari in fiction e simulazioni, piuttosto che in esposizione di documenti e fatti.

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    9. Non sono ossessionato, mi chiedo solo perché tu la trovi così malvagia, o meglio, lo so. Dici che rende il tutto fiction, ma, ripeto, deve essere una ricostruzione, basata sui documenti e fatti di cui hai appena parlato. Poi sinceramente odio sto pregiudizio del quindicenne ossessionato e plagiato dalla tecnologia, davvero é una visione troppo generalistica

      Domenico.

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    10. Non ho parlato di quindicenni, ho scritto che sono 15 anni che si (ab)usa della CGI nei documentari. Anche perché non ho la minima idea di quanti anni tu abbia.
      [Coda di paglia? ;-) ]

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    11. Sinceramente, non so cosa significhi XD sono ignorante

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  5. Per quanto riguarda Missione natura, che non capisco perché definisci obbrobrio (anche se, ahimè, le ultime edizioni avevano cambiato un po' il taglio), e soprattutto non capisco perché lo paragoni a wild, so di per certo che l'hanno cancellato dopo sette edizioni in cui fece scalpore. I motivi non li ho mai capiti del tutto, in quanto il sito di la 7 non è mai stata molto chiara a riguardo, ma mi sembra d'aver capito che non richiamava più l'audience di un tempo. In oltre non ho ben capito cosa intendi con "format", perché quelli di MN erano documentari Italiani, intercalati semmai da qualche documentario straniero (tra i quali quelli di Attenborough).
    Per quanto riguarda Piero Angela (che, ci tengo a sottolineare, è uno dei miei miti) non ho mai detto che non faccia divulgazione di qualità (dirlo sarebbe bestemmia), ho solo detto che Penso personalmente che la sua serie sui dinosauri (che ho molto apprezzato) debba buona parte del suo successo di allora alle ricostruzioni, che erano il "pezzo forte". Io di vecchi documentari sui dinosauri ne ho visti, e quasi tutti avevano delle scene di intermezzo atte a "vivacizzare" il programma (dai disegni animati, agli animatronic, fino alla CG). Ho solo detto che quella di oggi è solo l'evoluzione di qualcosa che c'è sempre stato. Tutto questo ovviamente è frutto dei miei ragionamenti, da quel che vedo, sento e leggo (anche su tuo blog). Quando mi chiedi su che base paragono Italia e altri paesi, mi baso sul fatto che, quando cerco un documentario in dvd su internet lo trovo sempre in inglese, francese, tedesco e mai in italiano. Evidentemente non c'è mercato, quindi evidentemente non interessa così tanto.
    Poi, beh, non mi fraintendere. Io non sto difendendo l'uso eccessivo delle CG (sono d'accordo quando dici che un doc deve presentare la realtà), sto solo dicendo che, secondo me, in Italia documentari paleontologici che ne siano del tutto privi non avrebbero molta fortuna. Sarò un pessimista, ma a me pare così.
    Simone

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  6. Concordo totalmente con il post e anche io più volte ho lamentato questa moda di realizzare documentari totalmente in CG, come se fosse l'unico modo possibile. Mi è bastato guardare pochi minuti di 'Dinosaur Revolution' ad esempio, per iniziare a sbuffare: banale, stupido, bestie dipinte in modo umano con atteggiamenti 'wtf' e via dicendo. Insomma, immondizia. E non parliamo poi della tipologia di trasmissione, ribattezzata 'docu-fiction', un termine che è tutto un programma...
    Purtroppo è un business anche questo e la domanda la fanno i consumatori. Sono loro a modellare il prodotto. Siamo arrivati, credo, al totale asservimento della divulgazione all'interesse economico e, un pò come accade col cinema vero, invece del contenuto passa la forma.
    Sono anni che spero in un'inversione di tendenza, poi faccio zapping in tv e mi ritrovo con le repliche di 'Jurassic Fight Club': vi giuro che mi vien voglia di buttarmi dalla finestra.

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  7. Salve Andrea, seguo questo blog da tempo e ti faccio i miei più che meritati complimenti.
    Condivido in gran parte la tua posizione. Capisco che l'occhio vuole la sua parte (ovvero la CGI), ma questo sta avvenendo a scapito del cervello. Ammetto di aver gradito alcune produzioni ad alto tasso di CGI (per lo più della BBC), ma più che altro come film ad effetti con sceneggiature decenti. Direi tuttavia che il problema da te sollevato per i "documentari" paleontologici riguarda ormai l'intera produzione di quella nefasta americanata che è Discovery Channel: praticamente ormai propinano solo idiozie sensazionalistiche. L'equivalente di un tabloid scandalistico o, restando in campo cinematografico, di una Michael Bayata... Il problema è che, come da te fatto notare, si tratta di un trend generalizzato anche ad altre fonti (Natural Geographic mi pare abbia imboccato la stessa strada)...
    Marco

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  8. Firstly I have to agree and say that Lost Worlds, Vanished Lives is certainly the best palaeontological series ever made. Horizon also produced a few quality documentaries during its heyday before it too fell victim to the disease of sensationalism and inaccurate reporting.

    Whilst agreeing with you in as much that we should let the fossils do the talking, I do think that CGI can be a useful tool in such programmes - provided it is used sensibly. My biggest issue with all the CGI dino-fests of recent years is not the CGI but rather the portrayal of theory as fact with not one quantification or a "maybe" or a "perhaps". Everything is portayed as fact - and it annoys me greatly.

    There is rumour of a new BBC science driven series on palaeontology in the pipeline and I hope that we may return to something akin to the earlier David Attenborough series from the eighties. But I suspect it will be a rehash of past programmes and it will be dumbed down to appeal to all ages which will not make for a good series. If you want something for kids then make it for kids and, if it is not, then make a serious programme for adults although Attenborough's programme proved that you can make a class series that appeals to all.

    I hope rather than expect that eventually we may get the series that all of us yearn for and that will do more for our science in a few hours than we could hope to achieve in a few years. Listen to me - I must be getting old.....

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  9. Sarebbe molto bello se in un documentario si iniziasse a vedere (oltre ai fossili) il dibattito e lo scontro tra paradigmi, anche usando CGI diverse, che esprimano ipotesi ricostruttive e bimeccaniche diverse,legate a ricercatori diversi ecc. ecc. (e potrebbero aiutare a comprendere che il T. rex è un ipotesi e non un fatto).

    Condivido la necessità di meno CGI e più "fatti" (fossili, dibattiti, storie, personaggi ecc.), ma non sono un iconoclasta della CGI.
    Odio solo, e profondamente, la spettacoalrizzazione, specie quando è gratuita, mi piacerebbe vedere un T. rex che sbadiglia e si pulisce le protopiume.
    Sarebbe anche questo un docu-fiction? Può darsi, ma qualunque documentario lo è, l'importante è il limite di fiction che si decide di tenere.

    Trovo che la CGI sia paleorate, e vada giudicata come tale, non credo sia inutile, o dannosa in se, leggo volentieri libri paleontologici senza illustrazioni né fotografie, e, idem, vedrei volentieri documentari senza CGI, dopo di che la paleoarte è utile, anche come CGI, se non è paleo-fantasy, se è fatta bene e di servizio alla narrazione e alla scienza, non autoreferenziale e spettacolarizzazione banale, che sottomette la scienza.
    Un'altra CGI è possibile.

    Valerio

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  10. P.S. Anche Attenborough ha usato abbondantemente tecniche digitali in alcuni dei suoi ultimi lavori (penso a quello sugli pterosauri, addirittura in 3d), forse sono meno belli dei primi, ma è per questo motivo?
    (a me sembra che in quello difettasse un po' la scienza...).

    Poi la deriva idiocratica non è certo la sua.

    Valerio

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    1. Ho forse scritto che si deve abbandonare in toto la CGI? Leggete il post con attenzione e non fraintendete le mie parole.
      Ho scritto che la CGI (e in generale la componente grafica) deve tornare un mezzo accessorio in funzione di una documentazione incentrata sui fatti paleontologici, e non essere un fine per imbastire un film d'animazione.
      L'Attenborough recente a cui faccio riferimento è quello di "Early Life".

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    2. Intendi forse First Life?
      Simone

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    3. Sì, intendevo "First Life".

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    4. Molto bello. L'ho visto in televisione, ma devo comprarmi il dvd
      simone

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    5. In effetti sono stato un po' ingeneroso con l'Attenborough di Flyng Monsters, (dove, però, la spettacolarità efantica superava la media delle sue produzioni), mentre non ho visto First Life, recupererò.

      Comunque felice di essere della medesima oppinione, la CGI deve tornare ad essere un mezzo accessorio, ed anzi come mezzo accessorio può, a mio avviso, essere molto utile (l'immagine è più evocativa, nel bene e nel male, delle parole).
      Ma il senso di un documentario sui dinosauri (o su qualsiasi altro argomento paleontologico) è la scienza, le evidenze, le ipotesi, le teorie, il dibattito, i suoi paradigmi e protagonisti, e la sua propia storia.

      Valerio

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  11. il problema è questo qua:
    la strategia marketing è potente e vince sulla strategia docu-serio.
    lo stesso accade ad esempio in politica, il politico furbo e millantatore vince sempre su quello onesto e scrupoloso, e in italia abbiamo esempi a bizzeffe.
    secondo me cè una sola soluzione per combattere il nemico con armi funzionanti:
    proporre qualcosa al pubblico che abbia sia fascino sia serietà e riesca magari a mettere in ridicolo tutte le proposte americano-marketing.
    il pubblico sarebbe allora pronto a sputare immediatamente sul piatto dal quale aveva intinto, si tratta semplicemente di far riaffiorare i giusti sentimenti di cui tutti sono dotati, ma che la cultura dominante vengono come "addormentati". ma io dico, "addormentati", ci sono ancora, dentro ognuno di noi.
    ma se la parte alta delal cultura, quella seria, non si mette a proporre oggetti, idee, prodotti per competere con l'altra, allora il pubblico come può scegliere? è costretto a scegliere statisticamente un prodotto americano-marketing.
    uno dirà: eh ma ci vogliono i soldi per fare una cosa, e quindi bisogna seguire le leggi della moda. col cazzo. vuoi fare una cosa? falla. se ci credi la fai non cè povertà che tenga.
    e qua si tratta di fare documentari seri da proporre come alternativa a quelli stupidi, si tratta di fare film fantastici seri, da proporre come alternetiva a quelli stupidi, si tratta magari di fare qualche film sulla storia della paleontologia, ma film d'autore, non hollywudaniate. bisogna utilizzare il canale che ha massima presa sulla popolazione (cioè il formato video per ora), ma usarlo onestamente, con prodotti maturi in tutti i pqarametri analizzabili, in pratica fatti da professionisti.
    un CG-man privo di buon gusto estetico non potrà mai fare una ricostruzione valida, un musicista che non fa il musicista non potrà mai fare una colonna sonora, un paleontologo che pensa solo al successo non potrà mai fare un buon documentario, e cos' via.
    in pratica:
    serve l'onestà intellettuale cioè
    deontologia professionale.
    il discorso della vendita del prodotto , il markenting deve avvenire dopo, a prodotto ultimato, faccio il prodotto e POI cerco di venderlo. se avviene prima , o nel mentre, contaminerà il prodotto, il ragionamento sarà: cosa vende oggi? questo. e allora il mio prodotto deve partire da questo.
    è ovvio che così non si va da nessuna parte.

    Troco

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  12. Scusate, ma a me sembra che viviate nell'Iperuranio... il discorso è molto semplice e con i piedi per terra: il pubblico a cui può realmente interessare un documentario di paleontologia che mostri i fossili interessa allo 0.02 % della popolazione (e forse è già troppo); un "documentario" con i dinosauri pompati in cg raggiunge una percentuale decisamente maggiore, proprio perchè non è un documentario serio che mostra solo i fossili ma è spettacolo. Le case di produzione investono sullo spettacolo che può raggiungere il più pubblico possibile, non sui documentari visti dallo 0.02 %.

    Ricordo un documentario italiano sui dinosauri degli anni 70 (che non ricordo come si chiamava o da chi era fatto, solo lche la sigla era realizzata tramite sassi e pietre che ricordavano fossili di dinosauro), parlava dei fossili e mostrava qualche illustrazione e/o spezzone di film in stop motion. Io lo amavo alla follia, a mio fratello faceva venire il latte alle ginocchia.
    Jurassic Park, coi dinosauri pompati, mio fratello l'ha visto e gli è anche piaciuto, benchè a lui dei dinosauri non gliene sia mai fregata una beneamata.

    My 2 cents. :)

    Enrico

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    1. Quello che scrivi lo abbiamo chiaro tutti.
      La questione è se tale constatazione deve essere una giustificazione per perpetuare simili tendenze (ad esempio, continuando a chiamare "documentario" prodotti che non sono documentari ma delle fiction con mostri pompati) oppure se è possibile realizzare prodotti di qualità che appassionino. Io penso che sia possibile, basta smettere di inseguire il facile mito che lo spettatore è un pre-adolescente fissato con i mostri e il pregiudizio che la scienza sia noiosa.

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  13. Direi che sarebbe il caso di trovare magari un compromesso, si potrebbe fare un buon documentario scientifico mostrando ad esempio come si è risaliti alla ricostruzione dei dinosauri partendo in alcuni casi addirittura da frammenti ossei, per poi mostrare graficamente che aspetto ha il dinosauro secondo le recenti scoperte. A me non dispiacciono i filmati in CG, anche perché siccome in natura i dinosauri non esistono più non possiamo oggettivamente visualizzarli con la mente come se stessimo guardando un filmato di una tigre vera, di cui abbiamo tutte le informazioni. Sono però d'accordissimo che andrebbero meno spettacolarizzati (io direi addirittura ridicolizzati) a mo di fiction stile CSI, che è una cosa che purtroppo ahimè non sta riguardando solo le produzioni sui dinosauri, ma anche qualsiasi altro argomento scientifico. Questo modo di "fare informazione scientifica" (virgolette d'obbligo) è in parte responsabile dell'ignoranza dilagante che c'è nella società soprattutto tra i giovanissimi, parere mio.

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  14. Tenendo conto poi della scarsissima qualità e quantità di informazioni davvero scientifiche fornite in questi documentari "moderni"

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  15. Dott. Cau, innanzitutto concordo con lei, e così prendo questo suo blog sui doc. palent. come consiglio. Concordo con lei che oggi siam non nell'era della libera informazione, ma nell'"informazione manipolata" per così dire. Le volevo chidere che oltre a guardare su youtube il documentario (VERO SULLA PALEOTOLOGIA) di Attenbourgh pensavo di guardare anche "Paleoworld" ma prima volevo sapere cosa ne pensa di questo documentario!?

    Luca da Rieti.

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  16. Mi trovo totalmente d'accordo con te!
    Io sono cresciuto guardando uno splendido documentario che mi ha affascinato e ha fatto nascere in me la passione per i dinosauri e la paleontologia. L'ho sempre chiamato "Quark: i Fossili" perchè così era scritto sulla videocassetta che possiedo e che è stata registrata prima che io nascessi.
    Solo con questo post ho scoperto quale fosse il nome originale di quel documentario, cioè "Lost Worlds - Vanished Lives". Provo la stessa insofferenza di fronte ai "documentari" odierni, e non solo quelli riguardanti i dinosauri...
    Credo proprio che in quei quattro episodi sia descritto lo spirito, il fascino e la "magia" dei fossili.
    Volevo solo dire questo :)

    Ps: sarà un inutile sentimentalismo, ma la scena che conclude il secondo episodio mi commuove sempre.

    Andrea F.

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  17. Qual'è il documentario nel riquadro 2013?

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    Risposte
    1. Per il tuo bene, è meglio che tu non lo sappia.

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    2. Un pasticcino trash Discovery ch. sul Megalodonte che si aggirerebbe per le coste di Citta' del Capo.

      Lorenzo

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