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05 gennaio 2013

Tyrannoneustes Young et al. 2012


La sistematica paleontologica evoluzionista si prefigge di stabilire le relazioni tra le specie fossili (e quelle viventi) in base al principio darwiniano della discendenza comune, che riconosce un legame genealogico tra tutti gli organismi viventi ed estinti.
Il criterio con cui stabiliamo le relazioni tra i fossili è la condivisione di caratteristiche ereditate in due o più specie a partire da un antenato comune nel quale tale caratteristica (o combinazione di caratteristiche) è comparsa. Pertanto, le relazioni che otteniamo da questi studi, sovente illustrate in forma di diagramma ramificato ("cladogramma") sono a loro volta interpretabili come lo schema cronologico della serie di trasformazioni avvenute durante l'evoluzione. In base a questi schemi è possibile fare delle predizioni, ovvero, delle ipotesi su eventuali fossili non ancora scoperti, ma che si ipotizza possano essere scoperti in futuro in quanto manifestazione delle fasi evolutive prodotte dallo schema, qualora lo schema che abbiamo generato sia una corretta rappresentazione di ciò che avvenne nel Tempo Profondo.
Nel 2011, io e Federico Fanti pubblicammo la descrizione del primo metriorhynchide italiano, Neptunidraco ammoniticus. In base alla combinazione di caratteristiche di Neptunidraco, lo collocammo come sister-taxon del gruppo di metriorhynchidi macrofagi dotati di denti seghettati, i Geosaurini. Tuttavia, sia nella posizione stratigrafica (e quindi nell'antichità) che nella morfologia, Neptunidraco era chiaramente più primitivo dei Geosaurini ("primitivo" qui inteso come "più antico e morfologicamente plesiomorfico rispetto a"). Ciò aveva delle implicazioni evoluzionistiche, che ci portarono a concludere l'articolo con la sequente predizione: la linea evolutiva che conduce a Geosaurini deve essere ben precedente al record fossile allora noto per tale gruppo (i geosaurini non sono più antichi di 155 milioni di anni fa) e pertanto devono esistere dei metriorhynchidi morfologicamente intermedi tra Neptunidraco e Geosaurini (con alcune caratteristiche di questi ultimi assenti in Neptunidraco) collocabili stratigraficamente tra l'età di  Neptunidraco (oltre 165 milioni di anni fa) e 155 milioni di anni fa.
Con molto piacere, in questi giorni viene pubblicato lo studio (Young et al. 2012) di un esemplare di metriorhynchide di età tardo calloviano-inizio oxfordiana (circa 160 milioni di anni fa) che presenta un mix di caratteristiche cranio-mandibolari e dentali intermedie tra Neptunidraco e Geosaurini, Tyrannoneustes lythrodectikos. Tyrannoneustes presenta alcuni dei caratteri, ma non tutti, che formano la morfologia ipercarnivora e macrofaga dei Geosaurini, e che sono assenti in Neptunidraco (il quale è interpretabile come un predatore generalista di prede medio-piccole), e rappresenta quindi il più antico metriorhynchide nel quale, in forma incipiente, si sono evolute quelle caratteristiche che hanno reso famoso Dakosaurus.
Tyrannoneustes si colloca sia morfologicamente che cronologicamente nel vuoto che esisteva tra Neptunidraco e i Geosaurini

Sebbene la verifica di un'ipotesi non rende quest'ultima "vera" (perlomeno, se si vuole applicare Popper alla storia naturale), l'esistenza di un metriorhynchidae con quelle caratteristiche in quell'intervallo temporale costituisce una ottima conferma della validità dell'ipotesi di Cau e Fanti (2011) oltre che una dimostrazione del potere predittivo che le ipotesi filogenetiche hanno quando sono applicate nel modo rigoroso.

Ringrazio Mark Young per avermi inviato una copia del suo recente studio.

Bibliografia:
Young, M. T.; De Andrade, M. B.; Brusatte, S. L.; Sakamoto, M.; Liston, J. (2012). The oldest known metriorhynchid super-predator: A new genus and species from the Middle Jurassic of England, with implications for serration and mandibular evolution in predacious clades. Journal of Systematic Palaeontology: doi:10.1080/14772019.2012.704948

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