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15 settembre 2012

Il mio "eroe theropodologico"

Io non sono tra quelli che hanno la necessità di avere degli "eroi" o dei "santi patroni", e sopratutto non mi sono mai considerato tra coloro che hanno sentito in sé la vocazione paleontologica perché ispirati da qualche "guru" più o meno patinato, più o meno stereotipato ed "ufficiale". Difatti, non a caso io non ho mai provato attrazione per il modello "classico" che domina nella mia disciplina: il paleontologo rude, maschile, nordamericano, insomma quello alla "Alan Grant", così massicciamente inculcato dal filone principale della paleontologia pop. Sia chiaro, ho grande simpatia per i vari Bakker, Horner et similia, ma non è per loro che andrebbe quel genere di sentimento che chiamiamo "devozione", se io mai dovessi provarlo per qualcuno che ha contribuito al progresso della paleontologia dei dinosauri. 
Per mia inclinazione, mi affascinano molto più i personaggi non-convenzionali, non-stereotipati, che ti coinvolgono proprio per il loro non essere riconducibili alla "vulgata", alla visione uniformata ed uniformante che plasma le "chiese" di ogni tipo.
Se proprio dovessi avere un eroe paleontologico, quindi, preferirei averlo in una donna, se non altro per una mera questione di gusti estetici. Al pari di un poeta trecentesco, sento che il viso di una donna mi ispira molto più di una faccia barbuta. E se poi quella stessa donna è anche una persona di rara intelligenza e valore proprio nella disciplina che più amo e alla quale dedico la maggioranza delle mie energie e passioni, allora forse anche io posso concedermi il vezzo di avere un mito.
Oggi, sarebbe stato l'ottantaduesimo compleanno di colei che considero la più grande theropodologa (ovvero "paleontologa specializzata in theropodi non-aviani") esistita, Halszka Osmólska (1930-2008).
Membro delle leggendarie spedizioni polacche nel Gobi nella fine degli anni '60, è l'autrice degli studi che istituirono taxa ormai mitici come Deinocheirus mirificus, Gallimimus bullatus (che, assieme alla monografia di Ostrom su Deinonychus, rappresenta a tutti gli effetti il primo vero studio su un dinosauro realizzato secondo gli standard attuali di dettaglio morfologico-comparativo), Elmisaurus rarus, Hulsanpes perlei, Bagaraatan ostromi, Borogovia gracilicrus, Tochisaurus nemegtensis, coautrice dell'articolo che istituisce Nomingia gobiensis, co-autrice della prima dettagliata descrizione del cranio di Velociraptor, per prima ad avere riconosciuto che gli oviraptoridi erano ben distinti dagli ornithomimidi e che Caenagnathus fosse affine ad Oviraptor e non fosse un aviano, editore di entrambe le edizioni del volume più importante della dinosaurologia mondiale ("The Dinosauria"), editore di Acta Palaeontologica Polonica, direttrice dell'Istituto di Paleobiologia dell'Accademia delle Scienze Polacca, oltre che autrice di studi nel campo degli ornithischi e dei trilobiti. A lei sono stati dedicati quattro taxa, tra cui due theropodi: Velociraptor osmolskae e Citipati osmolskae.
Credo che questi motivi bastino per giustificare l'immensa stima che provo per lei.


6 commenti:

  1. Un (altro) gran bel post! Complimenti per riuscire a mantenere la media qualitativa di "Theropoda" a livelli eccezionali! :-)

    Aggiungo solo una piccola appendice per riflettere. Senza scivolare nell'agiografia o nell'ipostatizzazione astorica (ed evitando certi sviluppi della critica postmodernista di genere), in taluni casi la coscienza culturale di genere ha portato a una diversa sensibilità e, perciò, a un'attenzione sul campo eccentrica rispetto al modello "standard" da te cit. (il "paleontologo rude, maschile, nordamericano"), ma non per questo meno fruttuosa:

    "Sebbene afflitta durante tutta la carriera da un reumatismo cardiaco, Helen [Duncan] intraprese un'esplorazione sulle Montagne Rocciose e nel Bacino Grande, e avendo trovato (quando si sedette per fare una pausa che era per lei assolutamente indispensabile) dei fossili diagnostici in una formazione fino ad allora considerata priva di fossili, dimostrò senza alcun dubbio quanto sia folle mettere fretta a un paleontologo".

    [da Rousseau H. Fowler e J.M. berdan, "Memorial to Helen Duncan 1910-1971", GSA Memorials, 5, 1977 - trad. da P. Garavaso, "Scienza", in N. Vassallo (a cura di), "Donna m'apparve", Codice edizioni, Torino 2009, pp. 126-127]

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  2. Se avessi dovuto tirare ad indovinare avrei pensato che i tuoi "eroi" fossero Friedrich von Huene, Ivan Antonovič Efremov (che oltre a fondare la tafonomia è stato anche, come te, uno scrittore di fantascenza) e Franz Nopcsa von Felsö-Szilvás (anche se, se non ricordo male, non ami la sua teoria ul nanismo insulare), oltre magari anche Ernst Freiherr von Reichenbach Stromer (o al limite Emile Hans Willi Hennig, che però non è tecnicamente un paleontologo, ma un entomologo).

    Insomma tutti uomini di concetto, e non solo "scavatori".

    Comunque ottima scelta, purtroppo nelle stereotipate storie della paleontologie divulgative tradotte in italiano c'è pochissimo spazio per i non americani, e se sei donna e polacca (oltre tutto in un'epoca in cui c'era la cortina di ferro) scompari. è un vero peccato che la biografia di Halszka Osmólska sia quasi sconosciuta.

    Valerio

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  3. Io ho un libro in cui vi è un capitolo dove Halszka Osmòlska
    parla dei dinosauri predatori in un modo molto dettagliato e devo ammettere che
    è un bel testo.

    Giulio.

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    1. Giulio, potresti dirmi il titolo e gli autori/editori del libro?

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  4. Certamente!
    Allora, il libro si chiama Dinosauri.
    Gli autori sono: Byron Press e Robert Silverberg.
    L'editore è: Arnoldo Mondadori Editore.
    Il libro è composto da più capitoli di vari autori tra cui appunto
    Halszka Osmòlska.

    Giulio.

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  5. Perdonate la mia ignoranza , ma perche' The dinosauria e' il piu' importante volume sulla dinosaurologia mondiale ??? Ho anche sentito parlare di The complete dinosaur-second editino , qualcuno può dirmi qualcosa a proposito di questi 2 libri ??? Marco

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