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28 aprile 2012

Alieni Triassici - Prima Parte

Questo post parla di qualcosa di totalmente alieno rispetto al contesto classico del blog, "alieno" nel senso di molto diverso, lontano e spesso difficilmente inquadrabile secondo le logiche che fondano questo blog. Al tempo stesso, si tratta di uno studio, pubblicato alcuni giorni fa, di cui sono co-autore, e di cui vado fiero, anche perché ha allargato il campo delle mie ricerche (cosa che fa sempre bene: detesto l'iper-specializzazione ottusa di chi è competente solo nei denti mascellari di pesce antartico liassico), nel tempo, nella tassonomia e nell'ecologia.
Guardate questa immagine qui sopra, e ditemi se non vi sembra un manuale di anatomia aliena.
La storia che vi racconto inizia nel 2009, quando stavo collaborando con Dario Soldan per l'articolo sui foraminiferi igorinidi paleogenici. Tramite Dario, fui invitato da Michele Mazza, anche egli micropaleontologo a Milano, per un progetto nuovo ed innovativo per il suo campo, ed anche per me. Michele è specializzato in conodonti, un gruppo di fossili marini famosissimo e fondamentale in paleontologia, ma del tutto sconosciuto a chi non è paleontologo di professione e pensa che la paleontologia sia solo scavare ossa di T.rex, parlare dell'ecologia di T.rex, speculare sulle piume di T.rex, e discutere se un certo cranio sia un giovane di T.rex. Dico questo proprio da "theropodologo", ma innanzitutto appassionato di tutta la paleontologia. A volte ci sono troppi theropodi nella bocca di chi crede di parlare di paleontologia, e poco altro.
Potremmo creare uno slogan: "Paleontology: more than just T.rex". 
Chiusa polemica.

Cosa sono i conodonti?
Noti fin dal XIX secolo, i conodonti sono enigmatici fossili di dimensioni micrometriche, sovente rinvenuti in quantità elevata, e che si rinvengono in sedimenti dal Cambriano fino alla fine del Triassico. Il nome deriva dal fatto che spesso questi fossili presentano una serie di "dentature" coniche (impressionante se fossero in scala di dimensione umana), da cui il nome "denti conici".
Per oltre un secolo, i conodonti furono uno dei più grandi enigmi della paleontologia. Numerose ipotesi sulla loro natura, origine, funzione e classificazione sono state proposte, ma tutte si arenavano sul fatto che, queste strutture, così aliene, non erano mai associate ad un "animale". Alcuni dubitavano persino che fossero parti di un animale. Mentre la discussione sull'enigma di cosa fossero i conodonti continuava, i paleontologi constatarono che la grande abbondanza, e la stretta correlazione tra determinati conodonti e precisi livelli geologici, li rendeva degli ottimi marcatori stratigrafici. Difatti, la stratigrafia di intere serie stratigrafiche si fonda sui conodonti.
Quando ero un ragazzino avido di libri di paleontologia, e la mia unica fonte di informazione erano libri scritti in base a concetti del decennio precedente (o prima ancora), i conodonti erano un enigma, puro enigma, e quindi affascinante come può esserlo la prova di qualcosa che esiste, persiste, ma non riusciamo a capire ed inquadrare nei nostri modelli interpetativi. Erano vermi? Erano pesci? Erano crostacei? Erano alieni giunti sulla Terra? La mia fantasia volava...
Tra gli anni '80 e i '90 del XX secolo, furono rinvenuti in giacimenti ad elevata conservazione i resti di piccoli animali vagamente vermiformi-anguilliformi. Osservati in dettaglio, si vide che all'interno della loro testa erano presenti i fantomatici conodonti! l'animale portatore dei conodonti era stato scoperto, finalmente! Si capì che i conodonti erano le parti articolate di un complesso apparato boccale portato da questi piccoli animali acquatici. 
Ricostruzione del corpo di un animale conodontoforo, col corpo anguilliforme e grandi occhi. A destra, dettaglio della testa e del sistema di conodonti a formare l'apparato boccale. (Fonte: A. Kellner)

Ovviamente, come spesso accade, la soluzione di un enigma ne generò altri. Gli animali conodontofori, difatti, pur nella loro forma generale vagamente vermiforme, non sono automaticamente riconducibili a gruppi animali viventi oggi. La maggioranza dei paleontologi ritiene che essi siano dei vertebrati molto primitivi, filogeneticamente esterni a Gnanthostomata, il gruppo formato da tutti i vertebrati muniti di mascelle, come voi, il vostro cane e il vostro pesce rosso. Alcuni, tuttavia, contestano questa interpretazione, e considerano i conodontofori ancora più basali, e li collocano nel nebuloso confine tra ciò che è considerato un vertebrato e ciò che non è un vertebrato (il vecchio e scorretto grado degli "Invertebrati", comparabile nella sua scorrettezza concettuale al vecchio "Reptilia" senza uccelli).

Tornando al tema centrale del post, alla fine del 2010, iniziai un progetto assieme a Michele, ed a Manuel Rigo, anche egli conodontologo, dell'Università di Padova. L'oggetto di questo studio, che già per me era totalmente nuovo coinvolgendo i mitici conodonti, era ulteriormente originale per il mio curriculum perché mi portava in uno dei periodi geologici più affascinanti e importanti della storia del Fanerozoico, ma fino a quel momento da me non affrontato, il Triassico.
Di cosa trattava questo progetto, e perché un paleontologo "rettiliano" dovrebbe occuparsi di conodonti?
Sarà il tema di un prossimo post.

8 commenti:

  1. Leggendo il post mi è tornato alla mente il film tremors e i suoi "vermi giganti"

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    1. Dario (se sei Soldan), un ringraziamento va anche a te, che hai fatto conoscere me e Michele e quindi fatto partire il progetto.

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  3. ...sai cosa?, c'è la copertina di "Tirannosauridea" proprio in corrispodenenza della tua postilla "A volte ci sono troppi theropodi nella bocca di chi crede di parlare di paleontologia, e poco altro."

    ^___^

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    1. Beh, io sono un "theropodologo", è normale che io parli di theropodi (sopratutto in un blog con il titolo che ha).
      Ma, come dimostra questo post (e il suo seguito, e varie mie ricerche in altri ambiti, da Neptunidraco ai foraminiferi), io non parlo solo di theropodi. Sopratutto non a sproposito.

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  4. sì, il mio commento era assolutamente in tono scherzoso.
    Io faccio parte di quella generazione che "grazie" a Jurassic Park s'è interessato al mondo dei dinosauri... (penso alla tua faccia in questo momento, non sarà delle più convinte)
    Alle elementari, quando tutti ti chiedevano che cosa volevi fare da grande, la mia risposta è sempre stata una e sola: "il paleontologo"
    La gente mi guardava stranito senza neanche sapere che cosa volesse dire...
    Spesso faccio fatica a leggere i tuoi articoli, ma ti giuro che ci metto tutto l'impegno possibile e spesso mi trovo a rileggere i tuoi post più volte per tentare di carpire ogni frase da te scritta.
    Complimenti, bel lavoro, continua così!:)...Un "ammiratore"

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    1. Allora ti auguro di realizzare il tuo sogno di scrivere articoli scientifici a tema paleontologico

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