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22 agosto 2010

_Neptunidraco ammoniticus_ - Quarta Parte: Nuova specie in nuovo genere

La diagnosi di Neptunidraco ammoniticus: un mix di autapomorfie (2, 3) ed una combinazione unica di caratteri (1 + 4 + 5 + 6) 
Nei precedenti post, ho mostrato che il "coccodrillo di Portomaggiore" è un fossile di un rettile marino vissuto a metà del Giurassico Medio, e che conserva parte del cranio, la mandibola e le vertebre del collo. Su quali basi scientifiche possiamo affermare con sicurezza che esso appartiene ad una specie fino ad ora sconosciuta, ora chiamata Neptunidraco ammoniticus, e non, invece, ad una specie già precedentemente istituita? Innanzitutto, il fossile è attribuibile senza dubbio ad un coccodrillo Metriorhynchoidea sulla base di tre caratteri presenti nel fossile, esclusivi di questi rettili marini:

  • A- Il prefrontale (osso in rosso, nella figura sopra) è molto ampio, ed espanso lateralmente al di sopra dell'orbita.
  • B- Le ossa del cranio non sono compatte internamente, ma presentano numerose cavità e camere che ne alleggeriscono la struttura.
  • C- Nonostante il cranio e le vertebre siano poco disarticolate, è totalmente assente qualsiasi traccia di corazza dermica: ciò indica che, molto probabilmente, l'animale in vita non aveva affatto una corazza dermica (tale assenza è un carattere derivato dei metriorhynchoidi).
 Una volta dimostrato che il fossile è un metriorinchoide, si può dimostrare che esso non è attribuibile ad alcun genere già noto di Metriorhynchoide. Infatti, esso mostra 2 caratteri assenti in tutti gli altri metriorhynchoidi:
  1. Il margine caudolaterale del prefrontale è concavo in vista dorsale (carattere 2 verde, figura sopra). Negli altri generi, quel margine è dritto o convesso.
  2. La regione interorbitale è molto stretta se confrontata con l'ampiezza postorbitale, pari a solo l'80% della somma delle ampiezza di una fossa sopratemporale + la barra frontoparietale (carattere 3 blu, figura sopra). Negli altri generi, lo stesso rapporto è maggiore o uguale a 100%.
Inoltre, il fossile presenta una combinazione unica di caratteri, ovvero, presenta un mix di caratteri, ognuno dei quali è presente anche in altri generi, i quali però non presentano tutta la combinazione completa che osserviamo nel fossile italiano. Ovvero:
  1. Il prefrontale presenta un margine laterale angolato, con la punta proiettata caudolateralmente con un angolo di circa 70° (carattere 1 rosso, figura sopra). Al contrario, in Teleidosaurus, Eoneustes, Gracilineustes, Metriorhynchus, Rhacheosaurus, Cricosaurus e Purranisaurus, il margine laterale del prefrontale forma una convessità più dolce, non angolata. In Suchodus, Geosaurus e Dakosaurus è presente una distinta punta laterale del prefrontale: tuttavia, confrontate con l'esemplare italiano, nel primo genere essa è proiettata più lateralmente, mentre negli altri essa è proiettata più caudalmente.
  2. Il ramo caudolaterale del frontale forma un angolo di 60° con il ramo mediale del frontale (carattere 4 giallo, figura sopra). In Teleidosaurus, Eoneustes, Gracilineustes, Metriorhynchus, Rhacheosaurus, Suchodus e Purranisaurus lo stesso angolo è prossimo a 90°, mentre in Geosaurus, Dakosaurus e Cricosaurus quell'angolo è prossimo a 45°.
  3. La fossa sopratemporale è molto ampia, espansa rostralmente oltre la sutura frontale-postorbitale, e lateralmente oltre il margine laterale del prefrontale (carattere 5 rosa, figura sopra). Una marcata espansione rostrale della fossa è presente anche in Suchodus, Purranisaurus, Geosaurus e Dakosaurus.
  4. Il postorbitale si piega bruscamente a livello del bordo rostrolaterale della fossa sopratemporale, formando un angolo di circa 120° (carattere 6 arancio, figura sopra). Una piega simile è presente in Suchodus, anche se in questo secondo genere l'angolo formato è di circa 90°. Negli altri generi, il postorbitale si incurva caudalmente senza mostrare una brusca flessione.
Concludendo, il metriorhyncoide italiano presenta un mix di caratteri cranici unici, che lo distinguono da ogni altro genere di metriorhynchoide precedentemente istituito, e che costituiscono la diagnosi per l'istituzione di Neptunidraco ammoniticus. Se in futuro saranno scoperti nuovi fossili con questo mix unico di caratteri, essi potranno essere attribuiti a questa specie.
I lettori più attenti avranno notato che in alcuni caratteri, Neptunidraco ricorda Suchodus, mentre in altri ricorda Geosaurus o Dakosaurus. Queste somiglianze evocano quindi un'affinità, una parentela, ovvero, un legame filogenetico. 
Dove si colloca Neptunidraco nell'albero evolutivo dei metiorhynchoidi?
Sarà il tema del prossimo post.

Bibliografia:
Cau, A., Fanti, F. 2010. The oldest known metriorhynchid crocodylian from the Middle Jurassic of North-eastern Italy: Neptunidraco ammoniticus gen. et sp. nov., Gondwana Research. doi:10.1016/j.gr.2010.07.007

1 commento:

  1. Dove si colloca Neptunidraco nell'albero evolutivo dei metiorhynchoidi?

    Ed è questa la cosa che mi interessa di più! Spero che ci sia un bel cladogramma dei metriorinchidi!

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