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01 marzo 2009

Scipionyx e il Tempo Profondo


Uno dei problemi concettuali principali della paleontologia è la comprensione delle scale temporali che entrano in gioco. Spesso, in maniera inconscia, saltiamo da livelli temporali a noi familiari, come le ore, i giorni o i mesi, a scale assolutamente aldilà della nostra esperienza, come i millenni o le ere geologiche. Il risultato è spesso un’errata e semplicistica narrazione dei fatti evolutivi, che produce storie basate su relazioni di causa ed effetto che, a ben vedere, esistono solo nella nostra rappresentazione mentale. La paleontologia, infatti, come tutte le scienze, è prima di tutto una rappresentazione di dati, un modello mentale, il quale deve sempre sforzarsi di mantenere una corrispondenza con gli eventi reali, nei limiti delle sue possibilità.

Narrare gli eventi dell’evoluzione è rischioso. Il tempo evolutivo, il Tempo Profondo, è un enorme vuoto di conoscenza punteggiato da minuscoli eventi noti: la paleontologia, pertanto, è la costruzione di una rete di corrispondenze tra questi eventi, un tentativo di connessione tra eventi casuali e caotici. Questo non significa che la paleontologia sia una favola, né che le nostre ricostruzioni cronologiche siano delle mitologie: sta alla nostra consapevolezza del limite intrinseco della conoscenza la capacità di valutare criticamente ciò che possiamo o non possiamo ricostruire.

Questo esempio aiuterà a far capire cosa intendo per Tempo Profondo, e come si collocano nella scala degli eventi i fossili che noi rinveniamo:

Come collocare Scipionyx samniticus nell’evoluzione dei theropodi? Prima di tutto, occorre distinguere bene i vari livelli di complessità:

1- L’esemplare “Scipionyx samniticus”, ovvero l’esemplare unico attribuito a questa specie: è un individuo giovanile di una popolazione di animali, che visse probabilmente meno di un anno, prima di iniziare il processo di fossilizzazione. Chiameremo questo individuo SH (“Scipionyx holotype”): SH è l’UNICA testimonianza nota di un’entità biologica chiamata Scipionyx samniticus.

2- Probabilmente, SH faceva parte di una covata, la quale era parte di una serie di nidiate di una coppia di theropodi. Chiameremo questa entità cronologica “Famiglia di SH”. Tale entità probabilmente ebbe una durata di alcuni anni, forse una decina.

3- La Famiglia di SH apparteneva ad una popolazione locale di individui, localizzati in qualche isola o arcipelago della Tetide. Questa popolazione probabilmente fluttuava come consistenza, interagendo nel tempo con altre popolazioni simili, in cicli di ascesa e caduta, fusione e divergenza, che duravano decenni o secoli.

4- La popolazione locale di SH era a sua volta parte di una più ampia popolazione di animali legati da affinità genetica ed ecologica, che interagiva nel tempo con altre popolazioni, in maniera analoga alle popolazioni locali, ma ad una scala temporale più lunga, dell’ordine di millenni o decine di migliaia di anni.

5- Queste popolazioni erano tutte parte di un’entità biologica definita da rigide barriere riproduttive che impedivano le interazioni genetiche con altre entità biologiche, ovvero, queste popolazioni erano parte di una specie biologica, che noi chiamiamo Scipionyx samniticus. La durata di tale specie era probabilmente nell’ordine del paio di milioni di anni, se non meno.

6- La specie Scipionyx samniticus era parte di un insieme di specie imparentate, legate da eventi di diversificazione e separazione, distribuite nello spazio e nel tempo intorno alla metà del Cretacico Inferiore (quindi per decine di milioni di anni) della zona della Tetide. A parte Scipionyx samniticus, noi non conosciamo ancora nessun altra specie di questo insieme, o clado. Questo insieme è quindi provvisoriamente battezzato “la linea di Scipionyx”.

7- La linea di Scipionyx è un ramo dell’albero evolutivo dei dinosauri theropodi, probabilmente collocabile tra i Coelurosauria. Quest’ultimo livello di collocazione a grande scala si ricostruisce grazie alle metodologie dell’analisi filogenetica.

Come vedete, di tutta questa enorme struttura biologica, composta da milioni di individui distribuiti per decine di milioni di anni di storia della Terra, noi conosciamo esclusivamente un singolo individuo, per l’appunto, SH.

Questo non deve scoraggiarci nella ricerca: al contario, deve farci capire che ogni fossile, anche il più frammentario, è un prezioso tesoro di informazione, un frammento di un mosaico infinitamente complesso, del quale non potremo mai conoscere tutti i dettagli, ma che al tempo stesso è meritevole di essere indagato e analizzato nei limiti delle nostre possibilità.

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