Pagine

11 settembre 2016

A caccia di dinosauri ai margini del Sahara

Pubblicizzo questo evento che terrò sabato 29 Ottobre a Cento (Ferrara).
Se sarete in zona, non dovrete mancare.


03 settembre 2016

Wiehenvenator e la distribuzione dei theropodi giurassici



Elementi noti di Wiehenvenator (da Rauhut et al. 2016).
Rauhut et al. (2016) descrivono i resti parziali di un grosso theropode (lunghezza stimata attorno a 8 metri) dal Calloviano (Giurassico Medio) della Germania settentrionale, ed istituiscono Wiehenvenator albati.
L’olotipo ed unico esemplare di Wiehenvenator include parte del cranio (premascellare, mascellare, lacrimale, postorbitale, dentale e alcuni altri frammenti), alcune coste dorsali, una falange, alcune vertebre caudali intermedie, la fibula e parte dei tarsali prossimali.
Rauhut et al. (2016) includono Wiehenvenator in una versione modificata della analisi di Carrano et al. (2012) sui tetanuri e ottengono, tra le altre cose, il nuovo theropode tra i megalosauridi megalosaurini, sister taxon di Torvosaurus. Immesso in Megamatrice, invece, il nuovo theropode tedesco forma una irrisolta politomia con Megalosaurinae ed Eustreptospondylinae.
Aldilà di queste differenze topologiche, che sono suscettibili di revisione (attendo la pubblicazione della matrice utilizzata da Rauhut et al. 2016 per meglio comparare i caratteri usati), lo studio è molto interessante perché confronta le varie faune e theropodi del Giurassico. In particolare, emerge una abbondanza di megalosauridi nel Giurassico Medio europeo. Gli autori ritengono che queste abbondanza sia in parte un artefatto di campionamento. In particolare, è significativo che siano poche le località di confronto tra i veri continenti che abbiano età sovrapponibili, che le diverse aree geografiche abbiano sovente differenti livelli corrispondenti a diversi ambienti deposizionali (ad esempio, in Europa abbondano le formazioni costiere e marine, dato che per buona parte del periodo essa fu un arcipelago, mentre sono meno abbondanti le formazioni di ambienti più interni) e spicca l’anomalia nordamericana, praticamente priva di theropodi del Giurassico Medio e con il monopolio della Formazione Morrison nel Giurassico Superiore. Tutti questi fattori devono quindi metterci in allerta a non leggere le distribuzioni note dei theropodi giurassici “alla lettera” come se fossero una fotografia incorrotta di quel periodo.

Bibliografia:
Oliver W.M. Rauhut, Tom R. Hübner, and Klaus-Peter Lanser. 2016. A new megalosaurid theropod dinosaur from the late Middle Jurassic (Callovian) of north-western Germany: implications for theropod evolution and faunal turnover in the Jurassic. Palaeontologia Electronica 19.2.29A:1-65.

02 settembre 2016

Cosa ci insegna Machimosaurus rex su Spinosaurus aegyptiacus



Stime dei maggiori teleosauridi da Young et al. (2016). Indovinate quale è M. rex...
In uno studio pubblicato oggi Young et al. (2016) analizzano le dimensioni e proporzioni corporee dei coccodrilli teleosauridi (il clade che comprende, come suo massimo rappresentante, il “mio” Machimosaurus rex), e propongono una serie di metodi per stimare le dimensioni corporee di questi animali qualora (come nel caso di M. rex) non si disponga di uno scheletro completo. Lo studio ha delle implicazioni generali che, a mio avviso, possono aiutarci a capire Spinosaurus.

Young et al. (2016) partono dagli esemplari di teleosauridi noti per scheletri completi, e calcolano la relazione che esiste tra lunghezza del corpo, lunghezza del cranio e lunghezza del femore. Gli autori concludono che il femore è il migliore elemento per stimare le dimensioni del corpo, mentre il cranio tende ad avere una maggiora disparità tra i vari teleosauridi. In generale, comunque, entrambe le stime dimensionali ottenute da femore e cranio concordano nel concludere che tutte le stime proposte finora per le dimensioni dei teleosauridi erano eccessivamente grandi. Ovvero, risulta che rispetto ai coccodrilli odierni (usati spesso come riferimento generico per i taxa fossili), i teleosauridi hanno in proporzione teste più grandi e femori più corti.
Usando le nuove formule ricavate da Young et al. (2016) risulta che Machimosaurus rex era lungo 7.2 metri, e non 9.6 come avevamo stimato nel nostro studio. La causa di questa significativa differenza è dovuta ad un errore presente nella pubblicazione dalla quale noi avevamo ricavato la lunghezza di Machimosaurus mosae (il cui cranio è lungo il 60% di quello di M. rex): in quello studio, M. mosae è indicato come lungo 6 metri. In realtà, l’esemplare è lungo 5 metri.
In ogni caso, non preoccupatevi: Machimosaurus rex resta comunque sempre il più grande teleosauride ed il massimo coccodrillo prima della comparsa di Sarcosuchus!
A questo proposito, nasce il sospetto che qualora si ri-studi Sarcosuchus secondo questi criteri più rigorosi di stime dimensionali, anche le sue enormi dimensioni potrebbero essere ridimensionate.

Perché ho menzionato Spinosaurus?
Lo studio di Young et al. (2016) ci dice che i teleosauridi furono “sovrastimati” perché le loro dimensioni corporee furono determinate usando altri coccodrilli, “meno acquatici” dei teleosauridi, come riferimento. Lo studio ha evidenziato che in questi coccodrilli lagunari e marini, la testa è più grande e la gamba è più corta rispetto ai loro cugini “più terricoli”. In generale, infatti, i gruppi di vertebrati terrestri che “tornano” in acqua spesso tendono ad allungare la testa e ad accorciare le gambe. Pensate agli ippopotami ed ai cetacei basali, rispetto agli altri ungulati.
Spinosaurus probabilmente segue il medesimo trend. Difatti, è ormai assodato che il suo arto posteriore è relativamente ridotto rispetto al corpo, e che (almeno basandoci sul muso) esso aveva un cranio più allungato rispetto agli altri theropodi. Nasce quindi il ragionevole sospetto che tutte le stime fatte su Spinosaurus, usando i theropodi “di terraferma” come riferimento, tenderanno inevitabilmente a sovrastimare questo theropode qualora si usi la dimensione della testa come riferimento. Ovvero, che se la lezione di Machimosaurus rex è valida anche per Spinosaurus, esso era probabilmente più piccolo di quello che si è spesso ritenuto, e che – da bravo animale semiacquatico – esso avesse un cranio relativamente più grande e gambe più corte rispetto ai suoi parenti.
Spinosaurus non era quindi il super-gigante che molti hanno voluto vedere estrapolando le dimensioni del suo rostro?
Ma questa è una conclusione che chi segue questo blog da anni conosce molto bene…

Bibliografia:
Mark T. Young, Márton Rabi, Mark A. Bell, Davide Foffa, Lorna Steel, Sven Sachs, and Karin Peyer. 2016. Big-headed marine crocodyliforms and why we must be cautious when using extant species as body length proxies for long-extinct relatives. Palaeontologia Electronica 19.3.30A