Che settimana entusiasmante!
Machimosaurus rex, del quale ho raccontato la scoperta, anatomia e implicazioni evoluzionistiche, sta avendo un meritato risalto mediatico.
Il giorno dopo la pubblicazione di Machimosaurus rex, proprio mentre io e gli altri membri del contingente bolognese festeggiavamo l'uscita dell'articolo, è stato pubblicato anche il secondo articolo della serie di studi che abbiamo prodotto da quella spedizione. Sicuramente meno spettacolare, ma non meno interessante.
Finalmente, dopo 10 anni di ricerche, anche io ho prodotto qualcosa sugli ornithischi!
Tutto parte il 5 Dicembre 2014 (un giorno prima della scoperta di M. rex). Era la fine del pomeriggio, ed avevamo passato la giornata prospettando una nuova località a sud-est di El Mra (il sito-tipo di Tataouinea), ed avevamo rinvenuto alcune ossa isolate, tra cui un omero di sauropode parzialmente conservato. La giornata volgeva al termine, ed eravamo in fase di "sbaraccare" il campo base, quando Jacopo Carlet, uno degli studenti del nostro team, ci raggiunse tendendo qualcosa in mano.
Ricordo benissimo quella scena, che è stata immortalata anche da una foto. Jacopo raggiunse me e Federico, dicendo: "secondo me, questo è un erbivoro", ed aprì la mano.
Quando vidi cosa conteneva, non credevamo ai miei occhi!
Il momento in cui Jacopo ci mostrò il fossile (foto di L. Angelicola). In basso, l'esemplare (da Fanti et al. 2016). |
Un dente di iguanodonte!
Chi ha un minimo di dimestichezza col record fossile mesozoico, saprà che gli ornithischi africani sono relativamente rari. Theropodi e sauropodi sono piuttosto ben documentati, ma gli ornithischi africani del Cretacico si contano si e no sulle dita di due mani. Rinvenire un dente di Ornithopoda in Nord Africa è piuttosto raro, quindi estremamente importante.
Spronati da questa scoperta, abbiamo revisionato il materiale raccolto dalle spedizioni del nostro team tra il 2010 ed oggi, e lo abbiamo confrontato con il record fossile presente a Venezia e Parigi, che documenta la scoperta di Ouranosaurus e Lurdusaurus (in Niger). Da queste comparazioni abbiamo quindi tratto un breve articolo in cui descriviamo questi resti (Fanti et al. 2016). Con mio grande piacere, l'amico Lukas Panzarin è stato coinvolto nella ricerca.
In tutto, in Tunisia sono stati rinvenuti 3 denti di iguanodontiani in discrete condizioni, uno dei quali trovato dalla nostre spedizione, più alcuni frammenti di almeno cinque altri denti. Sebbene i denti non siano riferibili a generi o specie particolari, sono comunque ascrivibili al grado degli iguanodonti hadrosauroidi non-hadrosauridi (come Ouranosaurus). Tutti questi reperti provengono dai medesimi livelli da cui proviene Tataouinea. Questo indica che in Tunisia esisteva una fauna comparabile alla famosa associazione di Gadaofaoua, almeno in base ai denti isolati rinvenuti: Sarcosuchus, spinosauridi, carcharodontosauridi, abelisauridi, rabbachisauridi e iguanodonti.
La speranza è di trovare in futuro anche resti scheletrici di questi iguanodonti.
Bibliografia:
Federico Fanti, Andrea Cau, Lukas Panzarin and Luigi Cantelli (2016) Evidence of iguanodontian dinosaurs from the Lower Cretaceous of Tunisia. Cretaceous Research 60: 267–274. doi:10.1016/j.cretres.2015.12.008
c'è altro in arrivo?
RispondiEliminaEmiliano
Pensavo di aver già postato un commento, e se così è me ne scuso per la ripetzione ma:
RispondiElimina1) Congratulazioni vivissime per il tuo primo ornitischio e
2) Ci sono altre campagne di scavo in vista in Tunisia? Questa è già ora un gran bel successo, e immagino ci sia altro in attesa di pubblicazione. Considerato che è già la seconda che va a buon fine spero abbiate trovato un tesoro.
In bocca al lupo (o al ceratosauro)
Valerio
E' davvero bello leggere post da cui emerge tanta soddisfazione, complimenti! Mi era venuta una curiosità su questa fauna tunisina: il fatto che sia fra gli spinosauridi, i rabbachisauridi e gli iguanodonti del tipo che hai trovato fossero state sviluppate spine neurali particolarmente alte, può far pensare che tutti questi cladi avessero una struttura simile per lo stesso motivo, cioè che stessero rispondendo alla stessa pressione selettiva? Non so se mi sono espresso bene, ma vedendo questa somiglianza mi era venuto in mente il discorso che facesti sull'arctometatarso, che venne sviluppato diverse volte da diversi cladi ma per gli stessi motivi.
RispondiEliminaBuone cose e buon lavoro!
Congratulation !
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