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29 marzo 2015

La Guerra

L'Acme della Rinascita Neo-Oweniana
Intorno al 1840, ebbe inizio una guerra che non è ancora conclusa. Questa guerra non ha provocato alcuna vittima. Nessuno è stato ucciso né mutilato. Nessuno ha perso la casa o è stato costretto a lasciare la propria terra. Il contendere stesso di questa guerra non ha una consistenza materiale. Ciò che ha scatenato questa guerra, tuttavia, ha una consistenza fisica, in forma di rocce. Questa guerra non ha un nome, dato che è essa stessa una guerra di nomi e concetti, una guerra tra diverse concezioni ed interpretazioni. Sebbene marginale e limitata ad una manciata di persone fortunate, questa guerra concettuale ha dietro di sé il sostegno di enormi superpotenze del Mondo delle Idee.
Forse, un giorno si potrà dare un nome a questa guerra. Per ora, è possibile solamente tracciare una sommaria cronologia delle sue principali battaglie. Nel resto del post, essa sarà nota come La Guerra.

Il primo atto della Guerra risale al 1841. Nel 1841, truppe inglesi comandate da Owen prendono possesso di una nuova regione della scienza, scoperta pochi decenni prima, e la battezzano “Dinosauria”, letteralmente “lucertole terribilmente grandi” [e non, come si scrive spesso in modo improprio “lucertole terribili”]. Nonostante il nome faccia riferimento alle lucertole (e quindi, all'archetipo lacertiliano che sta al nucleo del concetto di “rettile”), il Dinosauria di Owen ha come riferimento ideale il bauplan mammaliano. Mi chiedo come sarebbe andata a finire questa prima fase della Guerra, se Owen avesse battezzato i suoi nuovi possedimenti con un nome contenente al suo interno “theria” (quindi, i mammiferi) piuttosto che “sauria”. Il Dinosauria di Owen nasce quindi come ibrido: realisticamente è un archetipo pseudo-mammaliano, ma nominalisticamente è un'emanazione dell'archetipo rettiliano. La natura ibrida del contedere di questa Guerra sarà una delle sue più lunghe e sofferte caratteristiche.
Quattro anni dopo, truppe germaniche guidate da Meyer tentarono invano di imporre il proprio vessillo continentale (e vagamente romantico) sui possedimenti di Owen. Tuttavia, il loro Pachypodes non ebbe fortuna rispetto a Dinosauria. Forse, molti degli eventi più scomodi dell'attuale fase della Guerra sarebbero stati evitati se un termine tassonomicamente neutrale come Pachypodes (“piedi pesanti”), privo di riferimenti a categorie tassonomiche linneane, avesse preso il sopravvento rispetto all'altresì schierato (sul versante tassonomico) nome coniato da Owen.

Dopo un quarto di secolo di relativa tregua tra le parti, a partire dalla pubblicazione dell'Origine delle Specie di Darwin ed alla scoperta di curiosi rettili fossili dotati di penne, avviene uno scisma in seno al dominio britannico su Dinosauria. A provocare tale scisma è propria la progressiva decadenza della originaria dinastia Oweniana e della sua obsoleta visione archetipica ibrida, mammaliano-rettiliana. L'emergente casata ortodossa, evoluzionista e Sauriana, frutto della epurazione delle componenti mammalocentriche, prende il comando di Dinosauria. Eppure, nonostante il cambio di vertice, e malcelando una evidente incapacità di reggere il comando di un così instabile imperio, la progressiva espansione del dominio concettuale di Dinosauria mostra le prime aree di debolezza. Ai confini dell'Impero, difatti, le spinte centrifughe raggiungono il punto di rottura. Nel giro di pochi anni, avviene lo Scisma. Nel 1870, Huxley provoca quello che, ancora oggi, è il principale scisma concettuale che insanguina la Guerra: un eretico fronte Ornitico si stacca dalla ortodossia Sauriana. Huxley si porta a capo di una sedicente repubblica Ornithoscelida, la cui costituzione si fonderebbe nella parentela con gli uccelli, e non nel casato rettiliano. Sebbene spinta da idee di rinnovamento, la neonata repubblica huxleyana non regge alla reazione delle verie aristocrazie legate dall'archetipo rettiliano. Proprio un anno prima, difatti, gli americani – guidati da Cope – avevano imposto una Santa Alleanza tra Uccelli e Coccodrilli, un'Archo-Sauria di aristocratica e feudale concezione, proprio al fine di prevenire qualsiasi tendenza repubblicana, eretica e scismatica, in seno ai Rettili di cui Dinosauria era il più nobile dei blasoni.
La Repubblica di Ornithoscelida sarà rapidamente schiacciata, e le istanze di rinnovamento che covava resteranno latenti per molti decenni.
Di fatto, con l'epurazione delle originarie suggestioni mammaliane di Owen e la soppressione delle nascenti istanze ornithiche di Huxley, a dominare resterà solamente un concetto tratto direttamente da Linneo: l'archetipo rettiliano-lacertiliano, seppur adattato all'ormai affermata visione evoluzionistica. Ed è a questo proposito interessante constatare che l'evoluzionismo paleontologico della fine del XIX secolo e della prima metà del XX sarà estremamente critico (se non ostile) alla visione darwiniana. Il darwinismo, difatti, ha come inevitabile conseguenza il rifiuto degli archetipi, compreso quello rettiliano-lacertiliano di Linneo. Al contrario, altre visioni evoluzionistiche, come il lamarkismo, permettono agli archetipi pre-evoluzionisti di persistere, nella forma di “linee ortogenetiche” non-ramificanti, nella forma di gruppi distinti che evolvono parallelamente senza necessariamente essere uno una ramificazione dell'altro. Evoluzionismi neo-lamarkiani, difatti, saranno i dominatori concettuali per i successivi anni. Ed ogni visione darwiniana, compresa quella ornithoscelidiana di Huxley, saranno marginali e incapaci di proporre un superamento della ortodossia terribilmente lacertiliana. E con essa, prenderà corpo a livello popolare l'idea che un dinosauro è un rettile, una “lucertola terribilmante grande”, nel bene e sopratutto nel male, data la connotazione negativa che – da millenni – ha il “rettile” nel mondo occidentale.
L'Impero dei Rettili durerà un secolo. Durante questo lungo secolo, Dinosauria acquista la sua fisionomia “classica”: enormi lucertole estinte, rami evolutivi destinati all'estinzione per progressiva senescenza della razza. Ogni similitudine con gli uccelli sarà ricondotta a mere “convergenze” in linee evolutive parallele. A livello extra-scientifico, “dinosauro” diventerà sinonimo di “mostro” e di “obsoleto”, si solidificherà come dispregiativo. Sarà proprio il progressivo consolidamento di questa visione ortodossa ed archetipica (oltre che negativa) a formare il terreno per la Rivoluzione degli anni '60-70 del XX secolo, ed a scatenare il salto paradigmatico del “Dinosaur Renaissance”.
Il definitivo ritorno della paleontologia nell'alveo del darwinismo, dopo il 1940, grazie in particolare all'opera di Simpson, produce una rivalutazione di molte ipotesi e modelli paleontologici sviluppati nell'era “neo-lamarkiana”. In particolare, è proprio dalla lettura di Simpson che uno dei principali autori della “Rivoluzione”, Ostrom, trae spunto per rivedere in modo critico molti dei modelli “classici” con cui erano stati interpretati i dinosauri.
Non so se sia stato osservato in precedenze, ma il termine “Rinascimento Dinosauriano” calza perfettamente su ciò che accadde dopo il 1965. I “Nuovi Dinosauri” di Ostrom, Bakker e co., non sono “originali al 100%”, perché hanno nel loro nucleo concettuale la visione mammaliana Oweniana originata 120 anni prima. Se osservate come sono descritti, interpretati e comparati al precedente modello rettiliano, vedrete che i dinosauri della “Rivoluzione” sono dei rettili di nome ma dei mammiferi di fatto: ovvero, sono esattamente come erano concepiti i Dinosauria da Owen!
L'accesa controversia tra Rivoluzionari e Contro-Rivoluzionari tra il 1970 ed il 1990 può pertanto essere letta come una riproposizione della prima fase della Guerra, tra “lacertiliani” e “mammaliani”, se non fosse che, ora, il definitivo consolidamento del darwinismo ha dato enorme peso e sostegno a quella che, da oltre un secolo, era considerata la concezione più marginale proprio perché più fortemente darwiniana: quella ornithica di Huxley. Alla “rinascita mammaliana” si sovrappose quindi anche la “rivincita ornithica”. Negli anni '80 si assiste alla progressiva trasformazione della rivoluzione degli anni '60, nata in ottica “Neo-Oweniana”, in una nuova concezione, più apertamente “Neo-Huxleyana”. Ed esattamente come il Dinosauria di Owen fu – un secolo prima – progressivamente depurato delle sue istanza “mammaliane” per diventare un concetto puramente rettiliano, così il “nuovo” Dinosauria della Rivoluzione fu progressivamente depurato delle sue istanze “mammalo-centriche” presenti negli anni '70-80 per diventare un nuovo concetto più maturo ed “ornitho-centrico”. Ed è con la “Rivoluzione Piumata” della metà degli anni '90 che si chiude la fase iniziata 30 anni prima, e parte quella in cui viviamo oggi.
L'attuale fase della Guerra contrappone le due uniche concezioni scientificamente plausibili: da un lato l'inossidabile archetipo rettiliano, lacertiliano e squamato, dall'altro lato il sempre più inattaccabile paradigma ornithico, filogenetico e piumato. L'ampia ostilità ad ogni rivalutazione ornithica dei dinosauri è l'ennesima riproposizione di questa guerra concettuale. L'archetipo ideale, per sua natura, è visceralmente radicato dentro il tessuto culturale. Esso resiste all'attacco empirico perché è celato nel luogo in cui l'evidenza viene meno: il mondo del dogma. Non importa quanto robuste siano le prove di tegumento piumato, quanto numerose le sinapomorfie pan-aviane, e quanto testabili i modelli macroevolutivi che diluiscono il bauplan aviano nei dinosauri: l'archetipo lacertiliano si anniderà sempre in profondità nella nostra mente, continuando a sibilare contro la sua estirpazione, sicuro di persistere ancora a lungo nel dominio delle “lucertole terribilmente grandi”.
Difatti, questa Guerra non sarà mai conclusa dai fossili, o dalla paleontologia. Questa è una Guerra che è radicata nella Neontologia, nella Zoologia e nella Biologia. Fintanto che non sposteremo il fronte della Guerra nella Biologia, non ci sarà modo di vincerla nella Paleontologia.
Il mondo attuale degli amnioti, dominio dei biologi, è diviso in tre rassicuranti categorie non-sovrapponentisi: il rettile, il mammifero e l'uccello. Provate a controbattere questa verità di fede ad un biologo non-paleontologo! Sarà una battaglia persa in partenza. Su questi tre archetipi attuali, creati dalla mente umana per spiegare il presente, sono state costruite tutte le macchine belliche della Guerra combattuta per 150 anni in paleontologia. Pertanto, la Guerra non avrà fine fintanto che non abbatteremo i nostro ordigni memici archetipici che ancora imperversano nelle scienze biologiche.

La Guerra non è nei fossili del passato, ma nelle nostre teste presenti. Le nostre teste, persino quelle più profondamente educate alla biologia ed all'evoluzionismo, faticano ancora ad accettare in pieno le implicazioni più profonde del Darwinismo, ovvero, che gli archetipi linneani (il rettile, il mammifero, l'uccello) non sono oggetti reali, né descrivono fenomeni realmente esistiti o esistenti. Fintanto che il Darwinismo non sarà definifivamente compreso anche a livello degli esseri viventi nel presente, fintanto che non ci saremo liberati tutti dagli archetipi platonici, linneani ed oweniani, non ci sarà modo di concludere la Guerra.






25 commenti:

  1. Don't bring Plato into this.


    Paul W.

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  2. La storia dei nomi e di come essi siano non solo descrittivi di oggetti ma anche prescrittivi di pensieri e condotte è sempre interessante.
    Rispetto alle vicende di questo conflitto, vorrei solo farti una domanda a margine: com'è che Owen argomenta la scelta del nome "Dinosauria" e, soprattutto, il suo significato? Perché a me sembra proprio la latinizzazione di due parole greche, l'aggettivo "δεινός" e il sostantivo "σαῦρος", che significano proprio "terribile" e "lucertola", quindi vorrei vedere da dove caccia quel "grandi"...

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    1. Owen stesso spiega che il termine va inteso con il significanto di "fearfully great, a lizard".

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    2. Part of the problem is that the meaning of the word "terrible" in English has changed over the last hundred years. Today it means "very bad", nearly synonymous with "awful" which has also changed. Awful used to mean "full of awe". Terrible used to mean something similar but with the added element of fear. See for example "Oz the Great and Terrible". There is a passage in Lewis and Clark's journals where they become the first Westerners to describe a grizzled bear, the word they use is "turrible", in context meaning absolutely amazing and a bit scary. I think a closer modern translation in English for "deinos" is "awesome".

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    3. Owen explicitly stated in a note that the "deinos" (whatever its meaning) refers to the "great" and not to "lizard". For over a centurly almost everyone has used "terrible" as adjective for the lizard, contrary to Owen's concept. Thus, "deinos" is used as a superlative for "great": I suspect the "Great-and-Terrible" of Oz in part approaches the concept Owen referred to "deinos".

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    4. Ahh ho capito! Scrivendo "deinos" lui sta traslitterando l'avverbio "δεινῶς", non l'aggettivo "δεινός"! Non ci avevo proprio pensato... Però in questo caso c'è forse una lieve forzatura del post, dove c'è scritto che Dinosauria significa letteralmente "lucertole terribilmente grandi": letteralmente significa "terribilmente lucertole", acquista senso compiuto solo tenendo presente la nota che aggiunge l'aggettivo "great".
      Mi rassicuri sul fatto che il nome "Deinonychus", invece, significa proprio "terribile artiglio"?

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  3. Mi viene in mente una domanda: Lo stesso discorso può essere fatto anche per gli pterosauri?

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    1. No. La storia del concetto di pterosauro è differente.

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    2. In estrema sintesi, Padian ha tracciato la storia del concetto di pterosauro, mostrando come lo steretipo della "lucertola alata" fosse frutto di una combinazione bizzarra di eventi, tra cui la errata interpretazione dei primi resti pubblicati, e che ciò ha generato una serie di concezioni stereotipate che si sono trascinate fino a tempi recenti. Sebbene in parte sia simile, la storia del concetto differisce da quella seguita dai dinosauri.

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  4. ciao Andrea, perdona la mia ignoranza, ma, mentre mi è chiaro il parallelismo fra il concetto di mammifero e quello di dinosauro nel rinascimento dinosauriano, non sono in grado di coglierlo per quanto riguarda l'idea originale di Owen (che, evidentemente, non conosco...). non mi costa nulla darlo per buono sulla base di quanto scrivi, ma preferirei capirlo... grazie
    Emiliano

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  5. Owen colse che nella struttura del bacino e degli arti i dinosauri (allora noti) erano più simili a grandi mammiferi come elefanti e rinoceronti che a lucertole o coccodrilli.

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  6. grazie. in effetti si tratta di un elemento non da poco...
    Emiliano

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  7. Da buon diplomatico, secondo te, con quali modalità si potrà raggiungere l'armistizio?
    Cristoforo

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  8. Se posso, vorrei dare il mio piccolo contributo. Sono certo di avere usato la parola "rettile" con un significato vernacolare, male mie conoscenze non mi permettono nulla di più.
    Gli archetipi linneani (il rettile, il mammifero, l'uccello) sono stati usati come altrettanti gradini nella scala del progresso evolutivo, perlomeno finché l'evoluzione è stata considerata come una freccia progressiva tendente alla perfezione umana.
    Parecchio tempo fa ho letto "La perla del creato" di Desmond Morris. QUesto autore spiega come si è passati a Dinosauria "lento, sangue freddo e primitivo".
    L'autore scriveva che i primi fossili di vertebrati a essere trovati e riconosciuti come tali, sono state delle mandibole di _Mosasaurus_.
    Quest'animale fa parte dei rettili.
    Le successive scoperte sono state associate a rettili per associazione con quelle mandibole e per la famosa somiglianza dei denti dell'iguana con quelli del _Iguanodon_
    Quindi, i dinosauri sono stati considerati "lenti, primitivi e a sangue freddo" perché associati ai rettili, che sono inferiori ai mammiferi nella scala del progresso.
    L'autore era schierato per Dinosauri non rettili, non mi ricordo più se simili ai mammiferi o agli uccelli.

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  9. La natura "terribilmente" ibrida di Dinosauria 1820-1970 è quanto mai evidente nell'iconografia. Organismi presto riconosciuti bipedi, per 150 anni sono stati raffigurati con colonne vertebrali perpendicolari al suolo, assecondando l'esempio di postura offerto da Homo, e code stancamente trascinate in accordo alla definizione di Reptilia = coloro che strisciano sul terreno. Francesco

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  10. Segnalo un post di un sito. Credo che Cau potrebbe prenderne ispirazione per un post succulento!

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    1. http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/01/27/uomini-e-dinosauri-contemporanei-il-fossile-che-inquieta-i-ricercatori/

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  11. Il link parla di un test del radiocarbonio14 su un corno di Triceratops. Il corno di Triceratops è un osso fossile, quindi è fatto di fosfato di calcio: Ca3(PO4)2. Leggete bene la formula, e notate gli elementi presenti: Fosforo e Calcio. Dalla formula si vede chiaramente che non c'è Carbonio (C). Quindi... come cavolo fanno quei signori a fare l'analisi del radioCARBONIO su un corno di Triceratops? Fine della discussione.

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    1. LOL, beh, quel sito è 100% fuffa, eh XD

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    2. Speravo che si potesse infierire di più. Comunque è una bella sculacciata lo stesso. Complimenti, sempre, per il blog e per il tuo lavoro!

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  12. Il C14 proverrebbe dal collagene, non dalla componente mineralizzata dell'osso. Questo sarebbe plausibile se il corno fosse giovane come indicano le date riportate.
    Marco

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  13. Ad ogni modo bisogna stare molto attenti con queste notizie. I creazionisti americani sono molto abili a rivestire di scientificità le loro bufale, e ci vogliono persone molto competenti per smascherarle.
    Marco

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