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17 novembre 2013

Maturità e razionalità, ovvero, ironia e distacco

Oggi vi rivelo una incredibile verità della blogosfera, a volte dimenticata dal lettore medio: un blogger può scrivere di ciò che gli pare, noncurante dell'appeal e della coolness di ciò che scrive, fregandosene del numero di lettori che apprezzano o sono interessati a quelle parole. Il bello dei blog è proprio questo.
Ho già scritto in passato che molte persone - che scrivono online su temi legati ai dinosauri - sono spinte da sentimenti di fanatismo, da un'emotività da tifo sportivo, e sopratutto sono prive della necessaria ironia che ci dovrebbe portare a considerare questi temi col dovuto distacco. Perché, e va sempre ricordato, la paleontologia dei dinosauri è solamente lo studio di resti fossili, non è una gara a chi ha la figurina più fica del calciatore della propria squadra del cuore, a chi dimostra in modo più enfatico il proprio amore per un animale immaginario, o a chi riesce a ricavare più fantascienza da un abstract.
Ogni volta che scrivo dei post in cui invito alla calma, al distacco, ad avere atteggiamenti razionali e ponderati in merito ai dinosauri, ad evitare inutili voli pindarici, a guardare i fossili per quello che sono (ovvero, ipotesi da testare su oggetti geologici) e rimarco la (banale) ovvietà che essi non sono "eroi da adorare", inevitabilmente qualche "fanboy" (che equivale a ciò che, 5 anni fa, identificai come "dinomaniaco") - evidentemente incapace di comprendere o argomentare alle mie parole - conclude nei miei confronti con quale argomento ad hominem: Cau è brutto, cattivo, triste, patetico, mammifero o, semplicemente, antipatico. 
Ed io rido.
Tanto più leggo parole poco "simpatiche" nei miei confronti, tanto più ho la conferma che le mie argomentazioni contro la "dinomania", il "feticismo dimensionale", il "jurassic-fight-clubing" e sopratutto la "paleo-fantasy" sono valide e hanno colto nel segno.
Il "fan-boy" è, per definizione un "ragazzo fanatico", ovvero, psicologicamente immaturo (ragazzo = non ancora adulto) e attaccato in modo irrazionale ad un'idea (fanatico): lo dice l'etimologia della parola. Se uno è un "fanboy" sui dinosauri, quindi, è una parsona che affronta la paleontologia dei dinosauri in modo infantile e irrazionale. Inevitabile che se io scrivo (o tento) di scrivere di paleontologia in modo adulto e razionale sarò oggetto di attacco e incomprensione dalle schiere dinomaniacali dei fanboys.
Paleontologia adulta e razionale significa una mente che vede la paleontologia con distacco: i dinosauri NON esistono in quanto "esseri viventi", dato che essi sono modelli interpretativi di oggetti geologici, i dinosauri esistono quindi in quanto "ipotesi da testare", fondate su una serie in crescita di dati oggettivi. Pensate a Lythronax: fino a 3 settimane fa, esso non esisteva (se non nella testa dei suoi autori che stavano per pubblicare lo studio). Ora Lythronax esiste (nella testa di tutti coloro che hanno letto qualcosa relativo a questa ipotesi), e in tanti ne parlano (in modo più o meno sensato). In entrambi i casi, Lythronax esiste solamente dentro la testa di un numero ristretto di Homo sapiens. E non sta da nessuna altra parte, quindi, qualsiasi attaccamento e fanatismo per Lythronax si riduce ad un attaccamento e fanatismo nei confronti di qualcosa che sta dentro il cervello di qualcuno. E quindi, vi chiedo: ha senso mostrare attaccamento, passione e devozione per i cervelli altrui? Diamine... i fanboys sono zombie! Capite ora il perché tutto questo sia divertente e - a tratti - demenziale?

La ripeto, perché so che non tutti i lettori comprendono il senso delle mie retoriche. Questa è la sola verità della paleontologia, ed ovviamente è insopportabile ed inaccettabile dal dinomaniaco medio e dal fanboy base: i dinosauri come "interpretazioni di oggetti geologici", invece che "mostri, creature mitiche, animali del Passato, Signori del Mesozoico". 

Lo ammetto, mi diverte scrivere di dinomania e di "fanboy". Diverte perché essi sono un fenomeno molto interessante ed appassionante. Ci insegnano molto sulla paleontologia, intesa come creazione della mente umana, e - in quanto forma patologica - anche sulla psicologia più recondita che sta dietro ogni passione paleontologica. A differenza dei dinosauri, i "fanboys" sono vivi e vegeti, esistono, si muovono, respirano, ruggiscono, combattono tra loro, hanno armi e dimensioni, schiere e fazioni, legioni devote ad una o più divinità di un Pantheon con al vertice la Trinità Orionide. Le dispute tra fanboys sono, infatti, Guerra di Religione in formato soft, con feticci, santi ed eroi, demoni e infedeli.
In una forma di contrappasso dantesco, io parlo di dinomaniaci/fanboys in maniera analoga a come i dinomaniaci/fanboys parlano di Spinosaurus, Tyrannosaurus e (da qualche giorno) Deinocheirus: tanto più essi sono grotteschi, ipertrofici, inattesi e curiosi, tanto più mi interessa analizzarne il comportamento e la fisiologia. I fanboys avevano una gobba o una proboscide? I dinomaniaci dispongono di solamente 7 GB di paleoarte o forse arrivavano a 12 GB? Dalle dimensioni delle argomentazioni cefaliche di qualche fanboy, deduco che non potessero superare i 13 anni mentali; mentre altri ipotizzano che qualcuno arrivasse a 18 anni mentali... ma si tratta probabilmente di stime eccessive, basate su ricostruzioni artistiche prive di dati ripetibili.
Ovviamente, tutto quello che ho appena scritto è una provocazione ironica e scherzosa. Purtroppo, i fanboys/dinomaniaci, per loro natura fanatici, sono incapaci di essere ironici e scherzosi.

Quando, nel 2009, un (ex?) dinomaniaco molto talentuoso nel disegno mi incluse in una grottesca caricatura dei paleontologi, e vidi quell'opera, io risi molto. "Cavolo", pensai, "sono meritevole di essere incluso in caricature con ben più importanti paleontologi, anche solo come versione degenerata e inferiore rispetto a loro!". Poi, ovviamente, ispirato da una tale manifestazione di "affetto e simpatia (nel senso etimologico di "pensare in modo simile") verso di me" e di ciò che questo blog esprime, scrissi un post ironico e caricaturale della stessa caricatura. In seguito, lo stesso autore dell'opera mi scrisse (per altri motivi), e in quella e-mail ci tenne a sottolineare che né lui né altri suoi amici dinomaniaci provassero sentimenti di odio nei miei confronti. Quando lessi la parola "odio" risi ancora più che per la caricatura. L'odio? Addirittura... E da dove salta fuori l'odio? Non avrei mai pensato che qualcuno potesse associare il sentimento dell'odio a queste situazioni. Ragazzi, sono solo dinosauri e qualche post! L'odio è un sentimento da lasciare a fatti ben più seri e tragici. In quel momento mi resi conto di quanto la "dinomania" ed il "fanboy-mode" siano lontani dal mio modo di vedere la paleontologia (ed in generale, l'esistenza umana). Io non ho mai provato "odio" né "disprezzo" per i vari dinomaniaci e fanboys che popolano la rete. Io mi diverto a fare ironia su certe idee, su modi di vedere e di affrontare la paleontologia, mi piace ridere di queste cose, perché alla fine sono solo discorsi su pezzi di roccia. Anzi, come ho scritto qui sopra, considero i fanboys degli esemplari molto interessanti della specie Homo sapiens. Ed anche se la mia visione della paleontologia è diametralmente opposta alla loro, io continuo a considerarli dei fratelli in questa valle di lacrime, e delle creature di Iddio Padre, meritevoli di vivere assieme a noi, al pari dell'Unicorno e dello Yeti.

Suvvia, fanboys, provate a ridere qualche volta, specialmente di voi stessi! 
I dinosauri sono solo pezzi di roccia!
Take it easy!

7 commenti:

  1. Piccola domanda, provare un certo fascino e meraviglia nei confronti dei resti o illustrazioni di dinosauro è da fanboy? Spero che almeno questo ti sia concesso, insomma la tua passione per la paleontologia deve essere derivata dal fascino che si prova per le creature preistoriche!

    Alberto

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    1. No, il "fanboy" dei dinosauri è qualcosa di più spinto del semplice fascino e meraviglia. Il fanboy ha un'ossessione per questioni quali le battaglie tra dinosauri, le dimensioni dei dinosauri, le discussioni con altri fanboy su stime, gerarchie e competizioni varie sui dinosauri. Spesso, il fanboy è attaccato ai dinosauri in base al nome e alle dimensioni, ma non sa molto della sua anatomia, ecologia, stratigrafia, insomma, di ciò che il dinosauro è veramente. Il fanboy riduce la paleontologia a semplice collezionismo di dinosauri, alla stregua di Pokemon. Il fanboy è come il collezionista di figurine dei calciatori che passa il tempo a fare le classifiche del fantacalcio, acquistare gadjet sui calciatori, denigrare le squadre avversarie e altre forme di fanatismo. Ma poi non gioca nemmeno a pallone. La sua non è passione, è ossessione. La prima cosa che fa quando viene pubblicato un nuovo dinosauro è chiedersi quanto fosse grande. La seconda è chiedersi se vincerebbe in un combattimento contro altri dinosauri. La terza se esista una sua illustrazione online, meglio ancora se silhouette scheletrica da usare per dimostrare che è grande abbastanza per combattere e vincere contro altri dinosauri. Non è un caso che certi dinosauri nemmeno esistono per i fanboy: mai sentito un fanboy che parla di Gaspariniasaura o Patagonykus?

      Credo che tu confonda i vari ambiti della questione.
      Una cosa è la passione per ciò che si fa, e come ho scritto in passato, io ho la passione per la scienza paleontologica. Ma tale passione è per la scienza ed i suoi metodi, prima ancora che per i singoli oggetti studiati. Non provo fascino o meraviglia per le illustrazioni in sé: posso apprezzare il lavoro di artisti professionisti, ma ciò è slegato dalla paleontologia. Ad esempio, apprezzo i quadri di Troco perché è un grande artista, sia che i suoi quadri abbiano come tema un theropode sia che abbiano come tema un aratro in un campo (fa anche queste opere): apprezzo l'arte, non il fatto che sia su un dinosauro.
      Al tempo stesso, un bel quadro su dinosauri ma che è palesemente scorretto dal punto di vista scientifico (e ci sono vari livelli di scorrettezza) non mi dice niente, ed anzi mi da fastidio: tanto valeva che l'artista si dedicasse a disegnare animali di fantasia... E ciò deriva dal fatto che ormai ho delle esigenze tecniche che non posso rimuovere: prima ancora che l'occhio, una ricostruzione deve soddisfare il cervello.
      Inoltre, e questo temo sia il grande fraintendimento, la passione non definisce il "fanboy". Non solo i fanboy hanno la passione per la paleontologia. Pertanto, è sbagliato ritenere che se non si è un fanboy allora non si prova passione per la paleontologia. Al contrario, la vera passione non è quella dei fanboy, che, come ho scritto, appare ossessiva e morbosa. Se provi davvero fascino per i dinosauri, devi provarlo anche per un singolo osso di un piccolo ornithischio, non solo per lo scheletro completo di Tyrannosaurus.

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  2. Come già ti scrissi, ammiro la tua lucida razionalità perché è ciò che serve per implementare il metodo della ricerca efficace della conoscenza, ma credo (e scusami se mi permetto di supporlo) che tu stesso abbia vissuto un periodo, molto pregresso rispeto ad ora, nel quale per la tua giovane età e la non ancora possibile comprensione delle metodiche scientifiche tu abbia condiviso qualcosa coi dinofanatici di cui scrivi. Poi la tua attitudine, l'ambiente culturale o, che so, il caso, hanno incanalato la passione motivazionale nei binari del giusto atteggiamento per la ricerca della verità scientifica, ed in tale binario cammini tutt'ora. Questi "ragazzi" di cui parli mancano, a mio parere, chi più chi meno, della percezione della seconda parte del percorso (che é la più faticosa e meno "naturale") permangono nell'ambito emozionale suscitato dagli oggetti paleontologici, tracimando in un ibrido descrittivo in stile fantasy. In sè non ci vedrei nulla di male, basta che sia un'atteggiamento consapevole. Ma poi si esercita su di essi il potere della scrittura visibile ad altri che ti fa apparire più rilevante ciò che esprimi (anche fossero tutte cazzate), e, la facilità del confronto dialettico, spesso spurio, che internet consente fa il resto: starnazzamenti settari su di un grande nulla. Tu sei un punto di riferimento ed apprezzo che un addetto ai lavori cerchi anche di riportare in una direzione razionale il punto di vista ingenuo di tanti appassionati, ma, permettimelo, quando parli di leggerezza ed ironia, ciò contrasta un po' con l'immagine di giusta rigidità formale e con la franca distanza nell'autorevolezza che esprimi e colora il tuo richiamo finale (non volutamente immagino) di sfumature che possono essre percepite come sarcastiche e come tali non accettate dai fanboys. Ciao e grazie. P.s. Non ho alcun interesse a vedere questa mail pubblicata, mi interessava solo parlare con te.

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    1. Robo,
      scrivendola qui, automaticamente è pubblica.
      Comprendo il tuo discorso, e sulla parte finale relativa alla ironia e leggerezza, è bene chiarire che ci sono due ambiti distinti:
      - la paleontologia è alla fine una tema secondario, e non ha senso essere troppo seriosi in queste discussioni sui fanboys: per questo il mio tono è ironico e leggero. Non sono il papa e non voglio pontificare più del dovuto, quindi ben venga l'ironia, che stempera l'eccesso di enfasi che qualcuno può dare a questi post.
      - la paleontologia è una scienza e va fatta in modo rigoroso e razionale.

      Proprio perché so separare i due ambiti, posso permettermi di giocare con i due ambiti.

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  3. Qualcuno ti ha davvero accusato di essere un mammifero?

    Roberto

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    1. Roberto,

      un modo per stemperare il tono di una discussione che tenderebbe ad essere troppo seriosa e noiosa è introducendo elementi ironici e surreali. "Mammifero" è stato collocato là per quel motivo: per stemperare il tono delle mie parole.
      Molti lettori devono imparare che io scrivo mescolando vari livelli, in un modo non immediato per chi legge assumendo che ci sia un solo tono. Posso saltare dal serio, al tecnico, all'ironico al surreale in una sola frase. Per questo, chi non è in grado di cogliere questi salti farebbe bene ad evitare di citare le mie parole fuori dal contesto o ad estrapolarle per farmi dire cose che non ho detto...

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    2. Avrei dovuto aggiungere: "e come fai a riderci su?"
      Nel senso, anche il mio commento era ironico, mi ha fatto ridere leggere "mammifero" messo lì in mezzo agli insulti.

      Roberto

      Roberto

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