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31 gennaio 2013

BUON QUINTO COMPLEANNO, THEROPODA!

Cinque anni fa, e quasi mi sembra un'altra era geologica, nasceva, in sordina e senza grandi pretese, questo blog. Se ripenso alla mia vita allora, e la paragono con oggi, ne esce un mix veramente paradossale di sorprese e rivoluzioni. Senza entrare nei dettagli della mia vita privata, e limitandomi solamente agli aspetti professionali e theropodologici, è stato veramente un quinquennio eccezionale, entusiasmante, e caratterizzato da una progressiva accelerazione degli eventi. Ripercorrendo la storia di Theropoda, vedo come ogni anno sia stato sempre più ricco, intenso ed emozionante del precedente. Nel 2008, il blog ha iniziato a farsi conoscere, ma era ancora piuttosto marginale nella paleo-rete. Nel 2009, il blog ha contribuito, con altri soggetti, alla creazione di un circuito virtuoso che si ramificava sia dentro che fuori la rete, al quale è stato dato l'azzeccato nome di "Rinascimento Paleontologico Italiano". Nel 2010, il blog è stato portavoce ed espressione dei primi passi di questo piccolo grande rinascimento, e da allora è sempre tra i primi a testimoniare ogni novità, evento ed episodio significativo della paleontologia italiana. Su Theropoda ho testimoniato le varie tappe della crescita di questo manipolo di pazzi visionari, giovani turchi in un'Italia ancora bizantina, non solo per quel che riguarda la paleontologia dei vertebrati, sopratutto mesozoici. E la crescita del blog, dei suoi contatti e della partecipazione dei lettori, non è mai venuta meno. Vi basti pensare che il contatore dei contatti del blog è praticamente ad un soffio dalla fantasmagorica cifra di 1 milione! Un milione di volte, qualcuno ha aperto la pagina di Theropoda, ne ha esplorato i post, ha buttato anche solo un'occhiata fugace. Certamente, confrontato con illustri suoi simili della blogosfera, il traguardo milionario è piuttosto minimo, ma rapportato alle aspettative iniziali, alle forme ed ai contenuti, al contesto italiano in cui questo blog nasce e si struttura, è un valore enorme! Mai avrei pensato, quella mattina svogliata di cinque anni fa, in cui decisi di dirottare parte dei miei pensieri paleontologici in un nuovo blog, che Theropoda potesse diventare ciò che è ora.

Sul piano personale, questo quinto anno theropodiano che si chiude è stato caratterizzato da numerose ricerche alle quali sono stato coinvolto. Alcune sono in fase di conclusione, altre sono in fase di pieno sviluppo, ed alcune saranno pubblicate molto presto. Ovviamente, non posso scendere nei dettagli prima che siano ufficiali. Mi spiace tenervi un po' sulle spine, ma non posso anticipare nulla. Tuttavia, abbiate fiducia nel vostro paleoblogger: l'attesa sarà ripagata dieci volte! Se tutto andrà come deve andare, il 2013 sarà ricordato come un anno eccezionale per il Rinascimento Paleontologico Italiano, persino più ricco dei precedenti, ed in linea con il trend virtuoso che ha caratterizzato questo ultimo lustro! 
Abbiate fiducia, e restare sempre lettori appassionati di Theropoda!

Che il sesto anno abbia inizio.

29 gennaio 2013

28 gennaio 2013

Confronti tra Eosinopteryx, Anchiornis e Xiaotingia

Recentemente, ho parlato del nuovo paraviano giurassico Eosinopteryx (Godefroit et al. 2013), ed ho valutato se l'unico esemplare di questo taxon sia basato su un esemplare immaturo, dato che alcune caratteristiche (la testa relativamente grande, il muso corto, la relativa riduzione del piumaggio) parrebbero essere caratteri dovuti più alla condizione ontogenetica giovanile che attributi della specie.
Ciò è significativo, considerando che Eosinopteryx è simpatrico con Anchiornis e Xiaotingia, e risulta nell'analisi di Godefroit et al. (2013) sister-taxon di Anchiornis. Ciò quindi potrebbe avallare una sinonimia con Anchiornis, se l'olotipo di Eosinopteryx risultasse effettivamente un giovane Anchiornis.
Per stabilire se Eosinopteryx sia sinonimo o meno con Anchiornis, occorre determinare delle differenze che non siano riconducibili allo stadio giovanile (possibile, ma non ancora dimostrato) per l'unico esemplare di Eosinopteryx.
Siccome ho avuto l'opportunità di disporre del materiale di Eosinopteryx ben prima della sua pubblicazione ufficiale (da oltre un anno sto collaborando con alcuni autori di quello studio), ho avuto modo di visionare in dettaglio le differenze e le somiglianze tra i vari paraviani basali in questione. In particolare, i vari taxa differiscono per i seguenti caratteri:
Il processo posterodorsale del lacrimale di Eosinopteryx è relativamente più lungo che in Anchiornis. Ciò potrebbe essere legato alle maggiori dimensioni dell'orbita, e quindi ad uno stadio giovanile? Interessante notare che Xiaotingia abbia un cranio relativamente corto con muso ridotto, come Eosinopteryx, ma processo posterodorsale del lacrimale corto come Anchiornis.
Eosinopteryx ha caudali distali relativamente più corte di Anchiornis, ed un ampio contatto tra il carpale semilunato e il primo metacarpale, mentre tale contatto è ridotto in Anchiornis. Inoltre, rapportati al femore, Eosinopteryx ha scapola ed arti anteriori più corti e gracili rispetto ad Anchiornis. La lama postacetabolare di Eosinopteryx è molto assottigliata e falciforme, mentre in Anchiornis è più robusta. Il pube di Eosinopteryx è circa 3/4 del femore, mentre in Anchiornis è subequale al femore. Infine, gli ungueali del piede sono più corti in Eosinopteryx rispetto ad Anchiornis, ed il secondo dito non è particolarmente espanso rispetto agli altri. Il coracoide di Eosinopteryx non mostra i forami che diagnosticano Anchiornis. Tutte queste differenze sono interpretabili come meramente ontogenetiche? Per ora, i due taxa sono considerati come distinti.
Può Eosinopteryx essere un esemplare giovanile di Xiaotingia? I due differiscono nella lunghezza del processo posterodorsale lacrimale (ma, come ho scritto sopra, ciò potrebbe essere legato all'ontogenesi). Xiaotingia ha un forame surangolare ipertrofico. Non vedo traccia di una simile struttura in Eosinopteryx. Può l'assenza del forame ipertrofico essere ontogenetica? Nei tyrannosauridi, dove il forame surangolare è ipertrofico, tale carattere è conservativo sia nei giovani che negli adulti. Pertanto, a meno che l'assenza in Eosinopteryx sia tafonomica, questo potrebbe essere un carattere che distingue i due taxa. Inoltre, Xiaotingia ha un terzo metacarpale molto robusto che è più lungo del secondo. In Eosinopteryx il terzo metacarpale è più gracile e più corto del secondo. Gli scansoriopterygidi mostrano che un terzo metacarpale più lungo del secondo è presente anche in esemplari immaturi, quindi non credo che le differenze tra Eosinopteryx e Xiaotingia nella mano siano da attribuire a differenze ontogenetiche tra gli olotipi. 
L'ischio di Eosinopteryx è molto corto e triangolare, con un processo otturatore trapezoidale posto a metà dell'ischio e un margine posterodorsale privo di processi accessori. L'ischio di Xiaotingia è molto differente, essendo relativamente più allungato, con un processo otturatore triangolare posto distalmente e distinti processi dorsali. Le differenze tra i due ischi sono troppo marcate per essere meramente ontogenetiche.
In conclusione, considero Eosinopteryx un taxon valido, distinto da Anchiornis (con riserva) e Xiaotingia (con maggiore sicurezza).

27 gennaio 2013

Trauma da Massospondylus

 Vi segnalo il mio articolo su Fanpage dedicato al recente studio di Butler et al. (2013) sull'esemplare di Massospondylus con la coda mozzata.

25 gennaio 2013

Fanpage

Da oggi, sono autore per la testata Fanpage.
Spero di dare un punto di vista originale e alternativo, "paleontologico" a tutto ciò che reputerò degno di essere discusso.
Non mancate di seguirmi sulla mia pagina di Fanpage!

24 gennaio 2013

Friularachne rigoi (Dalla Vecchia and Selden 2013): New Triassic Spider!

L'olotipo di Friularachne rigoi (da Dalla Vecchia e Selden 2013) e ricostruzione dell'animale ad opera di Lukas Panzarin
Il record fossile degli aracnidi è relativamente ridotto, nonostante che essi siano oggi rappresentati da decine di migliaia di specie. Ad esempio, solamente tre ragni sono noti per l'intero periodo Triassico, che si estende per circa 40 milioni di anni e costituisce una della fasi più importanti della storia della vita, come "transizione" tra le faune di tipo paleozoico e quelle di tipo "moderno" presenti dal Giurassico ad oggi.
Un quarto aracnide Triassico, squisitamente preservato, è pubblicato oggi, e Theropoda.blogspot lo presenta in anteprima assoluta!
Dalla Vecchia e Selden (2013) descrivono un piccolo aracnide dal Triassico Superiore del Friuli (Italia nord-orientale), ed istituiscono Friularachne rigoi. Questo nuovo aracnide proviene dai giacimenti ad elevata conservazione della Formazione della Dolomia di Forni (Preone, Provincia di Udine), la stessa da cui provengono i più antichi pterosauri al mondo. Ed è proprio grazie alle condizioni speciali di fossilizzazione tipiche di questa formazione che il piccolo esemplare di Friularacne (lungo in tutto 4 cm) si è preservato fino ad oggi, nonostante che il corpo di questo aracnide, come buona parte dei suoi simili, fosse privo di parti dure. 
Dalla Vecchia e Selden (2013) collocano Friularachne in Mygalomorphae, il gruppo di aracnidi che comprende le migali (e le "tarantole"), note anche ai non-aracnologi per le loro dimensioni e per la pericolosità del loro veleno. La forma e dimensione dei pedipalpi ai lati dei cheliceri nell'olotipo di Friularachne indica che l'esemplare in questione era un maschio. Oltre ad essere il quarto ragno Triassico, Friularachne è il secondo migalomorfo come antichità. Nelle caratteristiche generali, il ragno friulano è simile agli atypoidei, una superfamiglia di migalomorfi che finora era nota non prima del Cretacico Inferiore: se l'identificazione di Friularachne si confermerà valida, la sua età triassica retrodaterebbe la linea evolutiva degli atypoidei di almeno 100 milioni di anni.
Quando era in vita, l'esemplare olotipico di Friularachne viveva in un ambiente molto diverso dal Friuli attuale: isole subtropicali e basse lagune soggette periodicamente a delle crisi di anossia (estrema caduta della concentrazione dell'ossigeno disciolto nell'acqua), che rendevano il fondale marino inospitale per la vita. Furono proprio queste periodiche condizioni anossiche a permettere la straordinaria preservazione di fossili come Friularachne: difatti, qualsiasi resto organico che si fosse depositato sul fondale durante le crisi anossiche (come pesci o altri animali marini, ma anche, occasionalmente, i corpi degli animali delle isole limitrofe trascinati al largo, come questo ragno) sarebbe scampato alla decomposizione batterica, impedita dall'assenza di ossigeno. In quelle condizioni favorevoli, sepolto da un finissimo strato di sedimento, il piccolo corpo del ragnetto fiulano è scampato alla completa distruzione, per arrivare fino a noi, dopo 215 milioni di anni.

Bibliografia:
Dalla Vecchia F.M., Selden P.A. 2013. A Triassic spider from Italy. Acta Palaeontologica Polonica (in press) http://dx.doi.org/10.4202/app.2011.0132.

22 gennaio 2013

Eosinopteryx brevipenna (Godefroit et al. 2013): troodonte o paraviano molto basale?

Le relazioni filogenetiche alla base di Paraves, ed in particolare la struttura della radice di Avialae (quella tradizionalmente considerata "l'origine degli uccelli"), sono temi tra i più affascinanti della theropodologia. La mia opinione personale, ma che penso altri condividano, è che siamo molto prossimi alla "base" della linea di Avialae. Il motivo è la grande incertezza che regna nella collocazione di alcuni nuovi theropodi scoperti nell'ultimo lustro, come Anchiornis, Xiaotingia, Pedopenna, gli scansoriopterygidi, oltre che lo stesso Archaeopteryx. Tutti questi fossili, di età Oxfordiana-Titoniana (Giurassico Superiore) sono morfologicamente molto simili (ad eccezione degli aberranti scansoriopterygidi, ma in quel caso, la loro aberrazione morfologica li rende di difficile interpretazione filetica), presentano un mix di caratteri che si ritrovano a volte nei deinonychosauri cretacici, a volte negli aviali cretacici, e sono tutti precedenti il record fossile dei "tipici" uccelli, dei "tipici" dromaeosauridi e dei "tipici" troodontidi". Questi fatti sono interpretabili ammettendo che essi siano tutti, in gradi da stabilire, molto prossimi alla base di Paraves (perlomeno, più di quanto lo siano le forme cretaciche), e quindi siano "ancora" poco differenziati rispetto alla condizione ancestrale dei gruppi "tipici". In breve, le loro somiglianze, dovute alla recente divergenza reciproca, mascherano le eventuali parentele con i gruppi successivi. Ad aggiungere incertezza è la solita, pervasiva (ma tanto adorabile!) omoplasia tipica dei theropodi.
Un nuovo taxon, squisitamente preservato, si aggiunge alla schiera dei paraviani basali giurassici. Godefroit et al. (2013) descrivono un nuovo theropode dal Giurassico Superiore cinese ed istituiscono Eosinopteryx brevipenna.
L'olotipo di Eosinopteryx è uno scheletro praticamente completo che comprende anche tracce del piumaggio. L'animale è lungo circa 30 cm, e potrebbe risultare immaturo, a giudicare dalle proporzioni del cranio e dalla sua relativa dimensione. Tuttavia, Godefroit et al. (2013) riportano estensiva ossificazione delle suture scheletriche, segno che l'animale non era giovanile al momento della morte. Il cranio corto e alto risulta vagamente intermedio tra Xiaotingia e gli oviraptorosauri. Nella morfologia postcraniale generale, Eosinopteryx è molto simile anche ad Anchiornis. La differenza più significativa è data dal piumaggio: Eosinopteryx mostra lunghe penne remiganti a vessillo simmetrico (come Anchiornis) sull'arto anteriore, mentre presenta solamente un piumaggio meno elaborato sulla coda e sugli arti posteriori. Il significato di questa combinazione di caratteri è difficile da stabilire, disponendo di un solo individuo. Si tratta di una ulteriore prova che l'esemplare era immaturo, dato che il piumaggio si elabora negli adulti? Potrebbe essere un carattere primitivo, e indicare che Eosinopteryx è molto più basale di quanto paia suggerire la sua somiglianza con gli altri paraviani? Ciò però contrasta con la presenza di timoniere negli oviraptorosauri: se Eosinopteryx fosse effettivamente basale anche rispetto agli oviraptorosauri, ciò implicherebbe che la morfologia "paraviana basale" sia molto più primitiva di quanto sia solitamente assunto. Non nego che ciò possa effettivamente risultare, ma per ora non è la spiegazione più parsimoniosa dei dati. L'analisi di Godefroit et al. (2013) colloca Eosinopteryx come sister-taxon di Anchiornis, con entrambi in posizione basale in Troodontidae. In base a questo risultato, quindi, il piumaggio di Eosinopteryx, assumendo che l'olotipo non sia immaturo, o non sia morto durante la muta del piumaggio e comunque rappresenti la condizione tipica della sua specie, sarebbe da interpretare come una forma di "riduzione" secondaria del piumaggio, in analogia con quanto accade con gli uccelli atteri che riducono la capacità alare. Tuttavia, tale ipotesi non spiega bene il perché ciò sia avvenuto sopratutto nel piumaggio caudale e della gamba, invece che nell'arto anteriore.
Io sono scettico sul risultato della loro analisi (da sottolineare che gli stessi autori lo considerano come preliminare), ma non mi dilungo ora sulle questioni di topologia e filogenesi dei paraviani (sarà un tema ampiamente discusso in futuro, cari lettori).
Nondimeno, questo squisito fossile dimostra che la relazioni filogenetiche all'intorno della base di Avialae, Deinonychosauria, e Paraves sono ancora molto incerte, nonostante che alcuni trend generali stiano emergendo.

Bibliografia:

21 gennaio 2013

Utahraptor, di E. Willoughby

Io sono noto per i miei commenti molto critici verso tutte le ricostruzioni di dinosauri che circolano in rete, sopratutto, ma non solo, sul lato della correttezza scientifica. La rete ormai abbonda di cialtroni, di "artisti" più o meno auto-proclamati tali, di sedicenti illustratori. Per fortuna, esistono anche personalità veramente promettenti, che uniscono alla abilità e sensibilità dell'artista anche una notevole cura nel dettaglio anatomico e nella corretta contestualizzazione scientifica del soggetto.
Emily Willoughby è tra le migliori promesse della paleoarte che abbiamo in questo periodo. Giovanissima, eppure davvero molto brava e sensibile nel ritrarre i theropodi piumati, verso cui ha una particolare inclinazione. Questa opera dedicata a Utahraptor ne è l'esempio.
Ormai "tutti" (più o meno) rappresentano i dromaeosauridi come animali piumati: non farlo significa essere totalmente fuori dal mondo dell'illustrazione paleontologica seria. Tuttavia, moltissimi falliscono nel rendere l'animale corretto sul piano anatomico e comportamentale. I "raptor" di Jurassic Park sono ancora troppo vivi nel cuore di molti, e ciò incide sul pessimo proliferare di "raptor-squamati ricoperti di piume", ibridi immondi senza anima e senza bellezza. Emily invece dimostra un talento unico nel rendere il piumaggio e nel renderlo veramente credibile, non posticcio, non artefatto, non imposto. Il risultato è un animale credibile ed armonico, in una parola: naturale.
Molti artisti "famosi" - o presunti tali - hanno molto da imparare da questa che, ne sono certo, sarà una artista di cui sentiremo ancora molto parlare.

17 gennaio 2013

Caro bimbominkia

Caro bimbominkia che attingi regolarmente da questo blog (e anche da altri) per rimpinguare il tuo dino-blogghino,

non so cosa sia più fastidioso,
se il massiccio copia-e-incolla di parole ed espressioni da questo blog, parole ed espressioni che dimostri di non comprendere, dato che li menzioni in modo errato, ma che abusi per darti un vezzo di "competenza";
se il fatto che non citi minimamente alcuno dei blog da cui "attingi", atteggiandoti quindi a "creatore" originale di pensieri, parole e opere che invece non sono tue per niente;
se il fatto che quelli come te siano ormai la maggioranza dei siti e blog online, ognuno più spudoratamente copione dell'altro, tutti promiscui perpetuatori di errori e strafalcioni venerei;
se il fatto che i tuoi tre lettori non siano in grado di riconoscere che tutto quello che ti atteggi a pubblicare non è farina del tuo succo cerebrospinale, se non nella componente degli errori e delle inesattezze, e quindi, il fatto che essi siano ingannati nella loro buonafede.

Probabilmente, la cosa più fastidiosa

è che probabilmente nemmeno ti rendi conto di tutte queste cose.

La seconda cosa più fastidiosa è che nemmeno ti sei preso la briga di controllare che l'olotipo di Spinosaurus era custodito a Monaco di Baviera, e non poté quindi essere distrutto sotto i bombardamenti di Berlino.
Mi raccomando, ora corri a correggere il tuo strafalcione germanico, così avrò la conferma che sei passato - anche oggi - di qua per rubare ciò che non è tuo.

13 gennaio 2013

Il Futuro è Donna!

Sta suscitando varie discussioni la pubblicazione di uno studio sull'incidenza della componente femminile nel mondo della scienza. I risultati di un'estesa indagine sul numero di donne che partecipano alle pubblicazioni scientifiche mostra valori relativamente bassi, che indicano una preponderanza maschile in questo ambito. In paleontologia i valori attuali indicano che le donne rappresentano circa il 17% del contributo, un valore piuttosto basso, ma che non sorprende. Le donne, pur con eccellenti contributi (ricordo che considero massimo esponente della theropodologia proprio una donna!), sono ancora una minoranza in paleontologia.
Questo risultato probabilmente sarà preso come base per considerazioni sociologiche, antropologiche, ideologiche e variamente congetturali.
Il valore basso delle donne è un fatto, ma il significato di tale valore, il suo inserimento all'interno del generale processo di emancipazione femminile, è ben diverso da quello che potrebbe apparire comparando solamente le percentuali.
Infatti, se osserviamo il trend dei valori pubblicati per la paleontologia, dall'inizio delle serie pubblicate (1665) al 2010, e lo compariamo con quello maschile, otteniamo questo:
Le donne (quadrati rossi) sono chiaramente minotarie in valore assoluto rispetto agli uomini (quadrati neri), ma se confrontiamo i trend generali di crescita delle due serie, vediamo che le donne stanno aumentando ad una velocità ben maggiore degli uomini! Ciò è evidente dai valori numerici delle curve esponenziali estrapolate dei dati, che presentano una correlazione molto buona tra anno e numero di autori. 
Cosa significa ciò? Partite in svantaggio, e rimaste molto poco partecipi per oltre due secoli, a causa di un generale clima maschilista, ora le donne stanno aumentando la loro partecipazione alla paleontologia con un tasso ben maggiore di quello maschile: e anche se la loro percentuale è ancora bassa, sono convinto che in futuro la loro percentuale salirà fino a valori comparabili con quelli maschili. Non credo, quindi, che le attuali condizioni sociali e culturali siano contro le donne o siano avverse alla loro partecipazione in paleontologia, perché se così fosse dovremmo avere dei trend con la curva femminile meno ripida rispetto a quella maschile.
Il futuro della paleontologia è rosa, e anche noi uomini dobbiamo essere felici di ciò!

12 gennaio 2013

Yulong: Un vero Pollo-raptor!

Olotipo di Yulong mini (Lu et al. in press)

Lu et al. (in press) descrivono una serie di esemplari giovanili di oviraptorosauro dal Cretacico Superiore dell'Henan (Cina) in eccellente stato di preservazione, ed istituiscono un nuovo taxon, Yulong mini. Yulong è diagnosticato dal presentare il margine anterodorsale dell'antorbita e quello posteroventrale della narice esterna allineati orizzontalmente (presente anche in Citipati), un ampio forame nel premascellare, premascellare che non contatta il lacrimale per la presenza di una partecipazione nasale alla finestra antorbitale, parietale lungo quanto il frontale, margine posteriore dell'arco neurale subrettilineo (dovuto alla combinazione di corte postzigapofisi e ampia lamina interpostzigapofiseale) e femore più lungo dell'ileo. 
Sono piuttosto scettico sulla validità di questa diagnosi, dato che tutti gli esemplari di Yulong sono molto immaturi. I caratteri del cranio sono plesiomorfici per gli oviraptoridi e potrebbero essere meramente condizioni giovanili, assumendo che il cranio degli oviraptoridi, come accade in altri theropodi con mandibole robuste e premascellari molto profondi (ad esempio, i tyrannosauridi) abbiano una marcata trasformazione delle proporzioni del cranio dal giovane all'adulto, con quest ultimo che è relativamente più corto a livello del muso. Analogamente, i caratteri postcraniali sono chiaramente influenzati dall'allometria giovanile (le cervicali sono molto corte, e presumo che l'adulto avesse un collo più lungo; così come l'ileo risulta corto per la tipica allometria degli arti posteriori di molti theropodi). Pertanto, ritengo che Yulong, così definito, non sia molto valido, sopratutto considerando che non abbiamo alcuna indicazione sulla morfologia adulta di questo oviraptoride.
Per questo motivo, per evitare di includere un taxon le cui codifiche craniche sono in larga parte ambigue (nel senso che non posso discriminare ciò che è "condizione immatura" da "condizione plesiomorfica"), Yulong è escluso da Megamatrice.
Quando sarà maggiorenne ne riparleremo.
Qualcuno probabilmente noterà che in Megamatrice ci sono altri taxa basati su esemplari immaturi, come Scipionyx e Sciurumimus. Tuttavia, a differenza di Yulong, questi ultimi sono molto ben preservati in buona parte dello scheletro, ed ho quindi potuto codificare per molti più caratteri, mantenendo quelli ambigui come indeterminati. Il cranio olotipico di Scipionyx è chiaramente immaturo, e quindi è semplice escludere quei caratteri direttamente legati a tale immaturità (proporzioni e rapporti dimensionali). Per Yulong, la questione è più complessa, dato che, innanzitutto, il suo postcranio è poco descritto, e, infine, non è chiaro quali caratteri del suo cranio siano effettivamente immaturi e quali plesiomorfici. L'assenza di creste è solo immatura o anche plesiomorfica? L'assenza di contatto tra premascellare e lacrimale persisteva nell'adulto, oppure esso accorciava il muso ed espandeva il premascellare producendo un contatto tra quelle ossa? L'immissione di Yulong senza le dovute cautele potrebbe portare alla base di Oviraptoridae la morfologia immatura di un suo rappresentante derivato.
Nondimeno, aldilà della sua validità tassonomica, gli esemplari di Yulong forniscono per la prima volta una ricca serie di informazioni sulla morfologia giovanile degli oviraptoridi.

Bibliografia:
Junchang Lü, Philip J. Currie, Li Xu, Xingliao Zhang, Hanyong Pu & Songhai Jia (2013) Chicken-sized oviraptorid dinosaurs from central China and their ontogenetic implications. Naturwissenschaften (advance online publication) DOI: 10.1007/s00114-012-1007-0

11 gennaio 2013

Avebrevicauda sensu Martyniuk (2012)

Ho applicato la nomenclatura proposta da Martyniuk (2012) alla regione avebrevicaudata della topologia più recente di Megamatrice, dopo l'aggiunta di Sulcavis e l'aggiornamento di Archaeorhynchus (Adams Consensus).
Nella topologia, il risultato più curioso è stata la collocazione enantiornite di Chaoyangia.
Notare che mentre la tassonomia di Martyniuk si adatta abbastanza agevolmente agli enantiorniti, e risulta quindi utile in questo contesto, negli euornitini abbondano i cladi monogenerici. 
Un nuovo clade molto specioso emerso dall'inclusione di Sulcavis è Iberomesornithiformes: se persisterà sarà utile coniare qualche nome per i suoi gruppi interni.

09 gennaio 2013

Sulcavis geeorum, l'enantiornite che si crede un dromaeosauride

Olotipo di Sulcavis geeorum (fonte: SVP)
Il 2013 si apre con nuovi taxa che si aggiungono alla schiera degli ornithothoracini dal Cretacico Inferiore cinese.
Zhou et al. (2013) descrivono due nuovi esemplari di ornithuromorfo basale e li riferiscono ad Archaeorhynchus spathula. Dato che l'olotipo proviene dalla formazione Yixian, mentre questi due esemplari provengono dalla Formazione Jiufotang, di circa 5 milioni di anni più recente, i due esemplari estendono il range di distribuzione di questa specie. Sorge il dubbio se i due nuovi esemplari siano riferibili alla stessa specie dell'olotipo, data la distanza temporale, ma non paiono dubbi che i tre esemplari formino un clade (che possiamo chiamare "Archaeorhychus spathula" senza puntualizzare troppo sul significato biologico del clade al quale tale nome sia associato). Con 3 esemplari subadulti noti, Archaeorhynchus è l'ornithuromorfo del Cretacico Inferiore per il quale sia meglio nota la variabilità intraspecifica e ontogenetica.
I due nuovi Archaeorhynchus sono squisitamente preservati, e ciò mi ha permesso di aggiornare le codifiche di questo taxon, aggiungendo dati assenti nell'olotipo, in particolare nella zona dello sterno e della mano.
O'Connor et al. (2013) descrivono un enantiornite molto ben conservato dalla Formazione Yixian ed istituiscono Sulcavis geeorum. Sulcavis è unico tra gli aviali noti nel presentare dei solchi apicobasali lungo lo smalto della superficie linguale dei denti. La dentatura è formata da denti premascellari, mascellari e dentali di forma bulbosa, che ricordano, in forma miniaturizzata, i denti di alcuni mosasauri globidensini: da qui l'ipotesi che Sulcavis potesse nutrursi di materiale relativamente rigido e coriaceo, come ad esempio i crostacei. Il piede di Sulcavis è interessante per ricordare in alcuni caratteri il secondo dito robusto e munito di ungueale iperfrofico presente in molti paraviani di grado deinonychosauro. Data la posizione di Sulcavis in Enantiornithes e l'assenza di certi caratteri particolari nel secondo dito del piede presenti invece nei deinonychosauri, è plausibile che si tratti di una convergenza e non di una ritenzione di simplesiomorfie. Questo carattere, tuttavia, suggerisce che una relativa omoplasia o qualche forma di vincolo sia presente nell'evoluzione del secondo dito del piede nei Paraves.

Bibliografia:

O’Connor, J.K., Y. Zhang, L. M. Chiappe, Q. Meng, L. Quanguo, and L. Di. (2013). A new enantiornithine from the Yixian formation with the first recognized avian enamel specialization. Journal of Vertebrate Paleontology 33(1):1-12.

Shuang Zhou, Zhonghe Zhou & Jingmai K. O’Connor (2013). Anatomy of the basal ornithuromorph bird Archaeorhynchus spathula from the Early Cretaceous of Liaoning, China. Journal of Vertebrate Paleontology 33(1):141-152.

08 gennaio 2013

Sulla priorità di nascita di meta-uova e meta-galline

Post filosofico.
Cos'è nato prima, l'uovo o la gallina? 
C'è chi dice l'uovo, chi la gallina, chi che siano nati assieme (il sistema "uovo-gallina") e chi risponde che non lo potremo sapere mai. Io appartengo a quella ottusa componente umana che di fronte alla domanda su chi sia nato prima tra uovo e gallina si chiede se il problema sia scindibile in componenti più semplici di "uovo" e di "gallina", per vedere se, una volta ridotto in parti semplici, il problema sia risolvibile.
La domanda su uova e galline è ovviamente metaforica, nonostante che coinvolga un theropode.
Nella paleontologia, tuttavia, esistono molti casi di "dilemma dell'uovo e della gallina", molto spesso mascherati o non riconosciuti in modo immediato.
Ad esempio, alla domanda sull'origine degli uccelli, io preferisco domande distinte, come "la topologia di Theropoda", "l'ottimizzazione delle sinapomorfie in Theropoda", "la definizione tassonomica dei cladi di Theropoda". L'origine degli uccelli, infatti, è un modo semplice per chiedersi quelle tre domande con una sola frase. Interessante, a questo proposito, notare che mentre i primi due quesiti sono connessi (la topologia di Theropoda è la struttura su cui ottimizzare le sinapomorfie, e la distribuzione delle stesse sinapomorfie è la base dati per la risoluzione della topologia), il terzo quesito è parzialmente indipendente, dato che la nomenclatura può, almeno in teoria, esistere senza topologia. Purtroppo, dato che "uccelli" è un vernacolare, qualora decidessimo di cercare l'origine degli uccelli dovremmo prima stabilire a quale taxo-nome corrisponde il vernacolare, e, se tale nome ha una definizione, applicarla alla topologia per cercare la zona di Theropoda che rappresenta la fantomatica origine.
A questo punto, nasce una meta-domanda: è prioritaria la topologia-sinapomorfie (l'uovo) o la tassonomia (la gallina)? Parrebbe ovvio che le sinapomorfie precedono le tassonomie, dato che, ad esempio, il carpale semilunato e le remiganti sono comparse ben prima della parola "Aves". Tuttavia, è la tassonomia che impone le priorità dell'analisi (e quindi l'inclusione delle sinapomorfie nell'analisi): infatti, se il tal taxon è assunto come non-membro del clade (è assunto come outgroup) esso sarà escluso dall'ambito dell'indagine: e tale decisione è sempre un apriori nell'analisi.
Megamatrice nasce come tantativo di risolvere il problema dell'apriorismo nell'origine degli uccelli (tema, quest ultimo, da oltre 150 anni nella top-10 dei grandi temi paleontologici) aggirando tutti i possibili potentati tassonomici che rivendicano autorità sulla locazione dell'origine degli uccelli ed inglobandoli in un unico calderone analitico. Così facendo, si giunge ai confini dell'Universo Panaviano, oltre il quale, per definizione, tutto è precedente l'origine degli uccelli (dato che un ancestore di Archosauria è antenato aviano esattamente come è antenato coccodrilliano, e quindi non presenta alcuna prerogativa univoca sul tema dell'origine aviana). Una volta giunti ai confini oltre i quali quasi tutto perde di interesse e significato (a parte qualche coccodrillo, squamato e therapside...), il lato tassonomico della diatriba si dissolve nel vacuum cosmico, e l'unico lato della discussione ad essere ancora in piedi (la struttura topologica derivante dalla distribuzione delle sinapomorfie) diviene il solo meritevole di essere indagato. Partendo da lì, e risalendo meticolosamente lo stelo in direzione della corona vivente, la distribuzione delle sinapomorfie diviene essa stessa la risposta alla domanda. 
E da questa risposta deriva qualunque teoria sui theropodi, non solo quelli aviani.




05 gennaio 2013

Star Wars Diplodocoids: Episode I: The Phylo-memetic affinities of Umbaraspondylus apatosauroides

Correlati omologhi seriali di Umbaraspondylus con le vertebre cervicali intermedie dei Sauropoda
Matt Wedel e Mike Tylor di SVPoW! hanno discusso in alcuni post (qui, qui, qui) della notevole somiglianza morfologica tra un velivolo della serie di Star Wars e le cervicali intermedie di Apatosaurus.
Sia i post che i commenti si sono concentrati sulle somiglianze tra i due oggetti e sulle plausibili influenze che le vertebre del sauropode devono avere avuto sui creatori del velivolo. Una testimonianza parrebbe smentire una causazione diretta e conclude quindi affermando una mera coincidenza.
Tuttavia, nessuno (mi pare) ha effettuato un test quantitativo per valutare la effettiva plausibilità di una relazione causale tra Apatosaurus e il velivolo. Ovvero, se Apatosaurus è "ispiratore" del velivolo, allora questo ultimo dovrà avere una serie di caratteri condivisi con Apatosaurus tali che, assumendo una fantomatica vertebra della stessa forma del velivolo, ed immessa questa ultima in un'analisi filogenetica dei sauropodi, la vertebra dovrà risultare sister-taxon di Apatosaurus.
Ho deciso di fare una prova, coniando Umbaraspondylus apatosauroides, ed immettendo questo pseudo-taxon nell'analisi dei Diplodocoidea di Withlock (2011). Umbaraspondylus è codificabile esclusivamente per i caratteri relativi alle vertebre cervicali intermedie, e per la precisione, le codifiche sono: 77.0; 78.1; 79.0; 80.0; 90.0; 92.0; 93.0; 94.0; 95.0; 152.1; 153.1; 154.1.
Notare subito che Umbaraspondylus condivide tutte le autapomorfie cervicali di Apatosaurus elencate da Withlock (2011:43-44): 90.0, 153.1, 154.1.
Una prima analisi, con tutti i caratteri aventi lo stesso peso (unweighted) produce un'ampia politomia generata da Umbaraspondylus. Ciò è comprensibile, data la sua frammentarietà (è solo una cervicale). Tuttavia, è interessante che se esploriamo i vari risultati, è presente il nodo "Umbaraspondylus+Apatosaurus". Ovvero, i dati attuali non smentiscono il legame tra i due taxa.
Una seconda analisi, in TNT, ha utilizzato la funzione "implied weighting", che permette di calibrare il peso dei caratteri in base alla distribuzione che emerge durante l'analisi. Questa seconda analisi ha prodotto un singolo albero, nel quale Umbaraspondylus è sister-taxon di Apatosaurus

Notare che nell'analisi di Withlock (2011) è assente la fusione delle coste alle cervicali (che produce l'anello osseo autapomorfico di Apatosaurus), che è un ulteriore sinapomorfia di Apatosaurus e Umbaraspondylus: è probabile che includendo anche questo carattere, i due taxa risultino sister-taxa persino nell'analisi "unweighted".
Autapomorfie di Umbaraspondylus risultano essere l'assenza di pleurocoeli e la presenza di una lamina prezigoepipofiseale.
Pertanto, la mia interpretazione è che Umbaraspondylus sia effettivamente ispirato ad Apatosaurus, e che tale somiglianza non possa essere una mera coincidenza.

Bibliografia:

Whitlock, J. A., 2011. A phylogenetic analysis of Diplodocoidea (Saurischia: Sauropoda). Zoological Journal of the Linnean Society, 161, 872-915.

Tyrannoneustes Young et al. 2012


La sistematica paleontologica evoluzionista si prefigge di stabilire le relazioni tra le specie fossili (e quelle viventi) in base al principio darwiniano della discendenza comune, che riconosce un legame genealogico tra tutti gli organismi viventi ed estinti.
Il criterio con cui stabiliamo le relazioni tra i fossili è la condivisione di caratteristiche ereditate in due o più specie a partire da un antenato comune nel quale tale caratteristica (o combinazione di caratteristiche) è comparsa. Pertanto, le relazioni che otteniamo da questi studi, sovente illustrate in forma di diagramma ramificato ("cladogramma") sono a loro volta interpretabili come lo schema cronologico della serie di trasformazioni avvenute durante l'evoluzione. In base a questi schemi è possibile fare delle predizioni, ovvero, delle ipotesi su eventuali fossili non ancora scoperti, ma che si ipotizza possano essere scoperti in futuro in quanto manifestazione delle fasi evolutive prodotte dallo schema, qualora lo schema che abbiamo generato sia una corretta rappresentazione di ciò che avvenne nel Tempo Profondo.
Nel 2011, io e Federico Fanti pubblicammo la descrizione del primo metriorhynchide italiano, Neptunidraco ammoniticus. In base alla combinazione di caratteristiche di Neptunidraco, lo collocammo come sister-taxon del gruppo di metriorhynchidi macrofagi dotati di denti seghettati, i Geosaurini. Tuttavia, sia nella posizione stratigrafica (e quindi nell'antichità) che nella morfologia, Neptunidraco era chiaramente più primitivo dei Geosaurini ("primitivo" qui inteso come "più antico e morfologicamente plesiomorfico rispetto a"). Ciò aveva delle implicazioni evoluzionistiche, che ci portarono a concludere l'articolo con la sequente predizione: la linea evolutiva che conduce a Geosaurini deve essere ben precedente al record fossile allora noto per tale gruppo (i geosaurini non sono più antichi di 155 milioni di anni fa) e pertanto devono esistere dei metriorhynchidi morfologicamente intermedi tra Neptunidraco e Geosaurini (con alcune caratteristiche di questi ultimi assenti in Neptunidraco) collocabili stratigraficamente tra l'età di  Neptunidraco (oltre 165 milioni di anni fa) e 155 milioni di anni fa.
Con molto piacere, in questi giorni viene pubblicato lo studio (Young et al. 2012) di un esemplare di metriorhynchide di età tardo calloviano-inizio oxfordiana (circa 160 milioni di anni fa) che presenta un mix di caratteristiche cranio-mandibolari e dentali intermedie tra Neptunidraco e Geosaurini, Tyrannoneustes lythrodectikos. Tyrannoneustes presenta alcuni dei caratteri, ma non tutti, che formano la morfologia ipercarnivora e macrofaga dei Geosaurini, e che sono assenti in Neptunidraco (il quale è interpretabile come un predatore generalista di prede medio-piccole), e rappresenta quindi il più antico metriorhynchide nel quale, in forma incipiente, si sono evolute quelle caratteristiche che hanno reso famoso Dakosaurus.
Tyrannoneustes si colloca sia morfologicamente che cronologicamente nel vuoto che esisteva tra Neptunidraco e i Geosaurini

Sebbene la verifica di un'ipotesi non rende quest'ultima "vera" (perlomeno, se si vuole applicare Popper alla storia naturale), l'esistenza di un metriorhynchidae con quelle caratteristiche in quell'intervallo temporale costituisce una ottima conferma della validità dell'ipotesi di Cau e Fanti (2011) oltre che una dimostrazione del potere predittivo che le ipotesi filogenetiche hanno quando sono applicate nel modo rigoroso.

Ringrazio Mark Young per avermi inviato una copia del suo recente studio.

Bibliografia:
Young, M. T.; De Andrade, M. B.; Brusatte, S. L.; Sakamoto, M.; Liston, J. (2012). The oldest known metriorhynchid super-predator: A new genus and species from the Middle Jurassic of England, with implications for serration and mandibular evolution in predacious clades. Journal of Systematic Palaeontology: doi:10.1080/14772019.2012.704948

Le Mongoliche Orde di Khaan!

Olotipo ed esemplare riferito di Khaan mckennai
In questo inizio di 2013, sono molto impegnato e non riesco a postare con regolarità.
Oltre ai vari articoli che sto preparando (di cui un paio a tema theropodologico, di cui parlerò al momento opportuno) sono preso da una serie significativa di codifiche ed aggiornamenti di Megamatrice, dovuti a varie pubblicazioni che mi sono giunte in queste settimane.
Tra queste, vi segnalo la pregevole monografia sull'osteologia di Khaan mckennai (Balanoff e Norell 2012), che mi terrà impegnato in due giorni di aggiornamento megamatriciale di questo taxon e di altri oviraptoridi.

Bibliografia: