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29 febbraio 2012

Il colossale morso di Tyrannosaurus rex

Modello dinamico muscoloscheletrico del morso in Tyrannosaurus adulto. A sinistra sono indicati i principali gruppi muscolari coinvolti. (Da Bates e Falkingham 2012)
La discussione sulle capacità predatorie di Tyrannosaurus adulto ha generato interessanti ramificazioni interdisciplinari. In uno studio pubblicato oggi, Bates e Falkingham (2012) usano un modello dinamico muscoloscheletrico applicato a Homo, Alligator, Allosaurus e Tyrannosaurus (giovane e adulto) per determinare la forza del morso di questi animali.
I valori ottenuti nei modelli per Homo e Alligator sono nel range misurato sperimentalmente dal vivo, suggerendo che il metodo dia una buona stima della forza del morso.
Il valore ottenuto per i denti posteriori di Tyrannosaurus adulto è un colossale 35000-57000 Newton! Per chi fosse poco pratico di unità di misura della forza (Newton, N), 57000 N è la forza peso generata dalla massa di un elefante adulto. Ovvero, per opporsi alla forza generata a livello dei denti posteriori di Tyrannosaurus adulto nel'atto di serrare le mascelle occorre la stessa forza necessaria per tenere sospeso da terra un elefante adulto. Si tratta di un valore almeno 3 volte superiore alle precedenti stime.
Questo studio mostra un significativo aumento della forza del morso nel passaggio dal giovane all'adulto di Tyrannosaurus, segno che con la crescita ed il probabile cambio di ecologia Tyrannosaurus maturando entrasse in un regime in cui era adattativo incrementare la forza del suo morso. Questi valori sostengono l'ipotesi che un morso intenso, capace di frantumare le ossa, fosse parte della strategia predatoria/alimentare di Tyrannosaurus.

Bibliografia:
Bates KT, Falkingham PL 2012. Estimating maximum bite performance in Tyrannosaurus rex using multi-body dynamics. Biology Letters

20 febbraio 2012

Dinosauri in Carne e Ossa IV - Giornata Evento



Vi invito tutti a Firenze, il 4 marzo, alla prima Giornata Evento dell'edizione fiorentina di Dinosauri in Carne e Ossa.
Potete trovare tutti i dettagli qui.
Io ci sarò, quindi consiglio a eventuali lettori di Theropoda presenti di farsi vedere!

19 febbraio 2012

Caseidi di Sardegna

Ricostruzione di un Caseidae (Demma 2011)

Questo post è istigato dall'amico Matteo Fabbri.
Ho molti parenti lontani nel nord della Sardegna. Non mi riferisco solo alla mia ascendenza patrilineare, ma ad una scoperta pubblicata recentemente (Ronchi et al. 2011). Una scoperta la cui divulgazione nazionale ha evidenziato le grandi lacune paleontologiche esistenti tra i "giornalisti scientifici".
Ronchi et al. (2011) descrivono i resti di un caseide di grandi dimensioni dal Permiano medio (circa 270 Mega-anni da oggi) della Sardegna nord-occidentale. Si tratta dei primi resti di questo genere dal Permiano dell'Italia.
Ma cos'è, esattamente, un Caseidae? La domanda non è banale, dato che in rete ho letto strafalcioni più o meno grossolani, come "rettile" o "dinosauro" (!). Un caseide non è un dinosauro, e nemmeno un rettile. Mentre è probabile che la maggioranza dei lettori non si sia scomposta a sapere che un caseide non è un dinosauro, forse è rimasta stupita dal sapere che non è nemmeno un rettile.
Infatti, un caseide è uno stelo-mammifero (stem-Mammalia), che può anche essere detto Synapsida basale, quelli che in passato erano classificati come "rettili pelicosauri".
Se ricordate, si definisce Rettile senso lato (Pan-Reptilia o Sauropsida) tutto ciò più vicino dal punto di vista della parentela evolutiva con una lucertola (Lacerta viridis) che con un uomo (Homo sapiens), e si definisce Mammifero senso lato (Pan-Mammalia o Synapsida) tutto ciò più vicino dal punto di vista della parentela evolutiva con un uomo che con una lucertola. Siccome i Caseidae sono più vicini a Homo che a Lacerta, essi sono Pan-Mammalia e non Pan-Reptilia. Chiamare un caseide "rettile" è scorretto come chiamare un cavallo "rettile", perché entrambi sono degli amnioti Pan-Mammalia.

Anche se a prima vista il caseide illustrato sopra dall'amico Massimo Demma sembra più simile a una lucertolona che a un mammifero, quello che conta non è la somiglianza superficiale, bensì il legame di parentela. 
Nessuno cambia cognome solamente perché si veste in modo diverso rispetto ai propri prozii.
Relazioni filogenetiche tra i Pan-Mammalia (modificato da Sidor 2001)
Nel grafico qui sopra, è illustrata la filogenesi dei Pan-Mammalia focalizzata sui non-Mammalia (ovvero, gli stelo-Mammalia). In viola, Pan-Mammalia, in azzurro Caseidae, in rosa Mammalia: la distanza tra i due gruppi è il motivo della loro differenza morfologica, ma essa non giustifica la denominazione di "rettili" per i caseidi (né tanto meno per gli altri Pan-Mammalia non-Mammalia).
Ultima nota, i caseidi non sono "nostri antenati" (altro strafalcione giornalistico letto online), dato che la linea evolutiva dei mammiferi non discende direttamente dai caseidi, i quali, date le loro specializzazioni anatomiche, non possono essetre antenati dei proto-proto-proto-mammiferi da cui discendiamo noi.

Bibliografia:
Ronchi, A., Sacchi, E., Romano, M., and Nicosia, U. 2011. A huge caseid pelycosaur from north−western Sardinia and its bearing on European Permian stratigraphy and palaeobiogeography. Acta Palaeontologica Polonica 56 (4): 723–738.