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05 novembre 2012

Omen Nomen

Da Wikipedia English, alla pagina di Sauroniops (non scherzo)

Ha solo una settimana di vita, Sauroniops pachytholus, ma ha già un discreto spread (parola chiave del 2012, almeno in Italia).
Da una rapida ricerca online, esso risulta, oltre che su Theropoda:
Ufficialmente incluso nel Paleobiology Database.
Brian Switek (che ringrazio!) ha dedicato a Sauroniops un bel post su Dinosaur Tracking.
Il post di Brian è stato ripreso da altri siti (qui, qui, qui).
Almeno due opere nella community artistica di DeviantArt hanno preso spunto da Sauroniops.

Ho ordinato i link qui sopra in ordine decrescente di "scientificità": ciò non deve essere inteso come un dispregiativo, ma solo come una categorizzazione arbitraria del sottoscritto. Internet esiste per tutti, dai paleontologi professionisti, agli appassionati di paleontologia, di paleoarte, fino ai semplici curiosi.

Constato che buona parte del "rumore" di Sauroniops proviene dal suo nome, non certo dalla sua fondazione scientifica. Non mi stupisco di ciò, anzi, devo essere onesto e dichiarare quanto segue: la scelta del nome, aldilà della mia personale libertà di decidere il nome della specie (e come sapete, a me piace creare nomi accattivanti e - spero - non banali), è stata la curiosità di vedere cosa sarebbe accaduto a coniare un nome come "Occhio di Sauron". Ovvero, ho voluto fare un esperimento "sociologico", per vedere se e come la scelta del nome da dare ad una nuova specie influisca sulla divulgazione della specie stessa, aldilà della fondazione empirico-scientifica della specie stessa.
Credete che se avessi battezzato la specie di MPM 2594 come - per esempio - "Saharasaurus pachytholus" oppure "Neocarcharia pachtholus" essa avrebbe ricevuto in una settimana la stessa quantità di attenzione? Penso di no. E ciò dovrebbe far riflettere sul modo con cui, oggi, le informazioni si diffondono. Riflettere non per una questione di moralismo, ma per meglio capire il modo ed il senso della comunicazione nell'era di internet.
Partiamo dalla mia scelta del nome. Come ho scritto, il nome era accattivante, perché associava un famoso personaggio della letteratura fantasy il cui corpo si manifesta quasi solo come "occhio" con un fossile che si manifesta quasi solo come regione orbitale. Il fatto che tale nome fosse sicuramente "orecchiabile" e "commerciale" ha influito sulla mia scelta di usarlo? Sì, proprio perché la curiosità di vedere come esso sarebbe stato accolto dal pubblico era più forte delle remore a non "strumentalizzare" la scelta del nome per fini extra-paleontologici.
A questo punto, è inevitabile che qualcuno mi possa accusare di aver effettivamente strumentalizzato la libertà creativa dell'atto di battezzare una specie allo scopo di renderla più accattivante e cool.
Tuttavia, chi affermasse ciò dimostrerebbe di avere completamente rovesciato il senso della questione. Il problema non è nel dare un nome "cool", ma nel fatto che tale nome sia "più cool" di ciò a cui è stato associato. 
Mi spiego:
Noi creiamo nomi di oggetti, nomi di ipotesi, nomi di "cose". Ma ciò che è prioritario è sempre l'oggetto, l'ipotesi, la "cosa". Il nome è solo un arbitrio col quale ricordiamo l'oggetto/ipotesi/cosa. Nel momento in cui si stravolge questa legge del buon senso, nasce il paradosso. Ma tale paradosso sta in chi lo applica e lo persegue (più o meno consciamente), non in chi crea i nomi, che restano sempre e comunque puramente arbitrari. 

Pertanto, piuttosto che attaccare chi crea il nome, sarebbe saggio valutare il perché un nome sia "più cool" di altri, quando l'oggetto associato a tale nome resta lo stesso e quindi non ha in sé la coolness.
La risposta immediata - e forse semplicistica - è che oggi quello che conta è apparire immediatamente, ed un nome è sopratutto un'apparenza immediata. Un nome originale e curioso, accattivante e "glamour", riesce là dove la sostanza non riusciva? Se ciò non fosse vero, moltissimi pubblicitari e creativi, specialisti di marketing e consiglieri politici sarebbero senza lavoro.
Ma a me non preme "vendere" MPM 2594, bensì divulgare. In ciò, forse, il nome blasonato può dare una mano. Non come "cavallo di Troia" ma come "vestito buono" con cui ci presentiamo al diffidente padre della nostra nuova fidanzata: per rompere il ghiaccio, per vincere ottusità e diffidenza.
Io vorrei tanto che per ogni 10 persone che si ricordano del "dinosauro Sauron" ci sia una persona che si domanda: "cos'è il fossile dietro al nome?". In quel caso, "Sauroniops" avrebbe avuto un senso importante, un'utilità finalizzata ad un motivo più alto della mera etichetta ad un taxon estinto.
Utopia?

Quello che a me preme è l'oggetto scientifico, l'ipotesi paleontologica discussa nell'articolo che abbiamo pubblicato, e quindi, in definitiva, il "senso" di MPM 2594, il suo significato nel grande mosaico della paleontologia. Il nome Sauroniops serve solo ad abbellire l'ipotesi, a renderla riconoscibile, esattamente come l'uniforme dei vigili del fuoco ci permette di identificarli nella calca di persone che fuggono da un incendio: serve per aiutarli a lavorare in modo più efficace.
Ma alla fine, quello che conta è che l'incendio sia spento, non che l'uniforme sia venduta in milioni di copie al supermercato (che sarebbe assurdo...). Il nome, ovvero, è sempre e solo un mezzo comunicativo, esattamente come il nome di una persona è solo l'etichetta linguistica con cui noi ricordiamo la persona, ma non si sostituisce alla persona. Noi viviamo con le persone, non con i loro nomi. Se mio fratello avesse un nome diverso, resterebbe sempre mio fratello.

L'esperimento sociologico non è concluso, nonostante questo post perturbi l'oggetto in modo imprevedibile. Vedremo in futuro. Ma ora, cari lettori fedeli di Theropoda, voi ne siete consapevoli e potrete osservare, assieme a me, se e come esso procederà. Nella peggiore delle ipotesi (ovvero, che non accada nulla), avremo imparato che i nomi non incidono affatto sul destino delle cose a cui sono associati. (Anche un esperimento fallito insegna qualcosa).

Concludendo il post, invece, il fatto che l'esistenza di MPM 2594 sia nota sopratutto per il nome accattivante di Sauroniops invece che per le implicazioni che genera (la coesistenza di due Carcharodontosauridae nel Cenomaniano marocchino), è una dimostrazione del fatto che, nel XXI secolo, i nomi contano più dei concetti dietro tali nomi, e che l'apparenza immediata vince sempre sulla sostanza profonda? Sta a voi stabilirlo. Io mi sono limitato a generare un interessante mix di cultura pop e paleontologia.


3 commenti:

  1. Quindi in pratica se ho capito bene , Sauroniops ha tutta questa fama più che altro per il nome "commerciale" e rimandante al famoso personaggio fantasy piuttosto che per la morfologia del frontale e le sue implicazioni di vario genere ???
    Marco

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    Risposte
    1. Ti sorprendi di ciò? Mi pare abbastanza ovvio...

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  2. Anche Dracorex è diventato una super star per il nome specifico legato a Harry Potter (anche se, secondo me, il solo nome generico è sufficientemente imponente). Comunque, interessante esperimento. Sarebbe carino vedere cosa succederebbe se Sauroniops si rivelasse un Carcharodontosauride già noto.
    Per quanto mi riguarda, non amo troppo i nomi basati sulla cultura pop. Ma poco importa, l'importante è che sia stato aggiunto un nuovo tassello alle nostre conoscenze paleontologiche.

    Simone

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