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10 novembre 2012

La Scienza dietro l'Arte di Sauroniops


Questa bellissima opera pittorica di Troco è ormai universalmente riconosciuta come la rappresentazione "ufficiale" di Sauroniops pachytholus. Sono felice che in rete essa abbia ricevuto l'attenzione che merita e che contribuisca a far conoscere Troco anche all'estero. 
L'opera è il risultato della collaborazione tra il paleontologo (il sottoscritto) e l'artista (Troco): si tratta di un lavoro coordinato in cui scienza ed arte si sono alleate per produrre una scena che fosse contemporaneamente rigorosa sul piano scientifico e affascinante sul piano artistico. Io e Troco abbiamo discusso i dettagli, la composizione e posizione dei soggetti, come e perché dovessero essere rappresentati in quel modo. Il mio obiettivo non era solamente di "mostrare" Sauroniops, ma di divulgare in modo diretto una serie di concetti scientifici. In questo post mostrerò la Scienza che sta dietro questa opera. 


L'ambientazione è basata sulle conoscenze geologiche che abbiamo dell'antico paleoambiente in cui si presume sia vissuto Sauroniops. In questo caso, il dettaglio che ho voluto focalizzare era quello di una spiaggia. L'assenza di vegetazione e l'aspetto relativamente brullo dell'ambiente vuole indicare un clima arido e relativamente ostile.
Sauroniops è noto solamente da una parte del cranio. Tuttavia, quel singolo osso ci permette di stimare le dimensioni generali dell'animale, attorno ai 10-12 metri di lunghezza e circa 5 tonnellate di massa. Le caratteristiche del fossile indicano un carcharodontosauride: pertanto, l'aspetto generale di Sauroniops è ricavato dallo scheletro dei carcharodontosauridi meglio noti: Acrocanthosaurus, Giganotosaurus, Mapusaurus. L'osso frontale è molto spesso e robusto, persino per un theropode gigante: pertanto è plausibile che l'animale fosse relativamente massiccio, con adattamenti graviportali, quindi relativamente statico e sorretto da zampe colonnari. La relativa staticità dell'animale nella scena vuole proprio rimarcare la sua enorme corporatura, più potente che agile.
Nella postura da dare al Sauroniops, ho voluto rimarcare la preponderanza della testa nella manipolazione del cibo, mentre gli arti anteriori sono secondari, come appare probabile in tutti i grandi theropodi non-maniraptoriformi. La postura delle braccia si rifà a recenti studi sulle braccia degli allosauroidi.
Sia Sauroniops che gli spinosauri presentano il corpo ricoperto almeno in parte da filamenti proto-piumosi: questa interpretazione, che ancora nel 2011 (quando Troco ha realizzato l'opera) poteva risultare in parte "eretica", ora è invece sostenuta da nuove scoperte fossili, come Yutyrannus e Sciurumimus.
Nella scena, l'esemplare di Sauroniops sta consumando il corpo di un giovane Spinosaurus. Dato che è plausibile che il giovane spinosauro fosse più agile del colossale Sauroniops, per rendere credibile la predazione, abbiamo inserito nella scena un ostacolo naturale, formato dagli scogli sullo sfondo, che impedendo la fuga agli spinosauri hanno agevolato la caccia al Sauroniops. L'impossibilità della fuga oltre gli scogli è enfatizzata dalla fuga, in primo piano, di altri due giovani Spinosaurus, che stanno correndo in acqua.
La scelta dei giovani spinosauri non è casuale, ma ha una serie di fondamenti scientifici.
Vari studi recenti supportanto l'idea che i giovani dinosauri non vivessero con gli adulti, ma fossero gregari, formassero quindi delle "bande di fratelli" o perlomeno si raggruppassero con individui della stessa età e dimensione. La presenza di 3 spinosauri giovani, con i due superstiti della caccia che si allontanano assieme, rimarca questa interpretazione etologica.
I due spinosauri in fuga si stanno allontanando in acqua: la scelta di questa immagine rimarca recenti studi che evidenziano uno stile di vita semiacquatico per Spinosaurus.
Il Sauroniops sta consumando un giovane spinosauro. Ciò contrasta con la "classica" scena di caccia tra dinosauri adulti, e si rifà a recenti studi che supportano l'ipotesi che la mortalità giovanile per predazione fosse molto alta tra i dinosauri, e che i giovani dinosauri fossero tra le prede preferite dei grandi theropodi.

Come vedete, pur nella sua inevitabile natura "immaginaria", questa scena non è arbitraria, ma si fonda su numerosi studi paleontologici pubblicati negli ultimi anni. Si tratta, quindi, di una forma di paleoarte completa, che non si limita alla "correttezza" dell'anatomia degli animali illustrati, ma ad una sintesi completa delle conoscenze paleoecologiche, paleoambientali, paleoetologiche, il tutto integrato dalla maestria di un eccellente pittore.

4 commenti:

  1. La tavola di Troco è veramente stupenda.
    Avrei una piccola domanda:
    sto per terminare un mio disegno che raffigura
    una coppia di Sauroniops.
    Per dare la forma al cranio mi sono basato su quello di Acrocanthosaurus, questa mia rappresentazione
    del cranio è corretta o vi sono altri Carcharodontosuridi più affini a Sauroniops?
    Grazie.

    Giulio.

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    1. Attualmente, Sauroniops pare più affine a Eocarcharia e Concavenator che ad Acrocanthosaurus.
      Tuttavia, ciò non significa automaticamente che nell'aspetto generale Sauroniops fosse più simile ad un carcharodontosauride specifico, per questo anche nella ricostruzione realizzata con Troco siamo rimasti piuttosto generali e vaghi nei dettagli di Sauroniops.
      L'unico motivo per cui ho usato Acrocanthosaurus nell'immagine del cranio con indicato l'osso frontale è che quello è il cranio di carcharodontosauride meglio conosciuto e completo.

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    2. OK,
      grazie per la spiegazione
      sono sicuro che mi aiuterà nel
      completare l'opera.

      Giulio.

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  2. La scelta della pigmentazione gialla per il muso del Sauroniops è un richiamo all'ipotesi suggestiva che le strutture cornee del cranio potessero non limitarsi alle protezioni intorno agli occhi? Mi riferisco all'idea che le protuberanze difensive e/o ornamentali, ad esempio di ceratosauri e carnotauri, possano essere state per i becchi ciò che i filamenti di proto-piume sono stati per le piume.

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