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30 maggio 2011

Parahongshanornis è un hongshanornithidae?

Li et al. (2011) descrivono un aviale quasi completo (manca solamente il cranio) dal Cretacico Inferiore della Cina. L'esemplare è di grado ornithuromorfo basale (presenta la completa ossificazione del tarsometatarso, uno sterno allungato con margine anteriore acuto, conserva 2 falangi nel terzo dito della mano), ed è la base olotipica per l'istituzione di un nuovo taxon, Parahongshanornis chaoyangensis. Come traspare dal nome generico (e dalla sistematica nell'articolo) questo ornithuromorfo è attribuito agli hongshanornithidi.
Tuttavia, questo tipo di attribuzioni deve essere basato su un'analisi filogenetica e non solo su una comparazione di tipo "gradistico-fenetico" (ovvero, comparando in generale le morfologie senza tenere in considerazione quali caratteri siano apomorfici e quali plesiomorfici in quel contesto), come è in quell'articolo.

Il mio dubbio è confermato dall'inclusione di Parahongshanornis in Megamatrice: esso risulta più prossimo al gruppo comprendente i carinati e gli yanornithidi, rispetto che a Hongshanornithidae.


Bibliografia:


Li Li, Wang Jing-Qi, Hou Shi-Lin,2011. A New Ornithurine Bird (Hongshanornithidae) From the Jiufotang Formation of Chaoyang, Liaoning, China. Vertebrata Palasiatica 49(2): 195-200.

24 maggio 2011

Dryptosaurus reloaded

Mi ero occupato di Dryptosaurus qui. L'ultima descrizione dell'unico esemplare di questo taxon risale al 1997. Dato che, negli ultimi 15 anni, le nostre conoscenze sui tyrannosauroidi basali sono aumentate enormemente, una rivalutazione critica e dettagliata di questo theropode era necessaria. Inoltre, per ragioni intrinseche della sua struttura chimica, il fossile sta subendo un progressivo deterioramento, ed una descrizione dettagliata è necessaria prima che ulteriori dettagli si dissolvano definitivamente. Recentemente, Brusatte et al. (2011) ridescrivono l'olotipo di D. aquilunguis. La descrizione ha permesso di evidenziare la autapomorfie di questo theropode, ad esempio l'inusuale proporzione dell'arto anteriore, munito di un omero relativamente corto assieme ad una mano relativalente allungata. Queste proporzioni, sebbene provvisoriamente autapomorfiche, risultano intermedie tra gli arti anteriori allungati dei tyrannosauroidi basali e quelli ridotti dei tyrannosauridi: pertanto, è possibile che Dryptosaurus testimoni la fase intermedia di un processo evolutivo di tipo modulare che ha portato in fasi successive alla riduzione dell'arto anteriore nei tyrannosauroidi derivati. Questo scenario implica che la mano si ridusse successivamente al braccio.
Per la prima volta, è stato descritto un terzo metatarsale frammentario, che mostra una morfologia arctometatarsale (sezione trasversale triangolare con marcata compressione mediolaterale della regione posteriore dell'osso), simile ai tyrannosauroidi più derivati.
La nuova descrizione mi ha permesso di codificare in modo più dettagliato Dryptosaurus in Megamatrice. Tuttavia, dato che la mia analisi servirà prossimamente per uno studio su un tyrannosauroide, preferisco non divulgare il risultato dell'analisi in Tyrannosauroidea.
Dryptosaurus risulta quindi una forma molto interessante, anomala rispetto ai tipici tyrannosauroidi del Cretacico terminale, come già implicito nella sua collocazione geografica esterna al dominio asiamericano: dentatura non ancora "spacca-ossa" come nei tyrannosauridi, braccio ridotto ma con mano allungata ancora capace di funzione predatoria, arctometatarso segno di capacità cursorie significative.

Bibliografia:
SL Brusatte, RBJ Benson, MA Norell. 2011. The Anatomy of Dryptosaurus aquilunguis (Dinosauria: Theropoda) and a Review of Its Tyrannosauroid Affinities. American Museum Novitates Number 3717 :1-53.

22 maggio 2011

Saltopus, un modello proto-dinosauro?

Benton e Walker (2011) descrivono per la prima volta in dettaglio l'olotipo di Saltopus Huene 1910, dal Triassico superiore della Scozia. L'esemplare consiste di impronta e controimpronta di un rettile di taglia medio-piccola (lunghezza totale stimata in 70-100 cm), che conserva parte della colonna vertebrale, cinto pettorale e arto anteriore, cinto pelvico e arti posteriori. Come dimostrato da Benton e Walker (2011), l'animale è chiaramente un dinosauriforme, dato che presenta una mensola trocanterica, tibia e metatarsi allungati, metatarsi II-IV compatti e subrettilinei, pube e ischio allungati. Da notare che Saltopus presenta alcune sinapomorfie di Dinosauria, come la distinzione della cresta deltopettorale dalla testa dell'omero, e un processo otturatore posto prossimalmente sull'ischio, ma è relativamente plesimorfico nell'espansione della cresta deltopettorale. Ciò indicherebbe che Saltopus è molto prossimo a Dinosauria. Questa ipotesi è confermata da Megamatrice, che colloca Saltopus come il più immediato sister-taxon di Dinosauria, più derivato dei silesauridi. Se accettiamo questa interpretazione, ed assumiamo che Saltopus conservi la morfologia ancestrale di Dinosauria, deduciamo che l'antenato comune di tutti i dinosauri era un piccolo dinosauriforme lungo circa un metro, bipede digitigrado con arti posteriore allungati. 
Ovviamente, dato che Saltopus risale al Triassico superiore, è troppo recente per essere considerato l'antenato ditetto di Dinosauria.

Bibliografia:
Michael J. Benton and Alick D. Walker. 2011. Saltopus, a dinosauriform from the Upper Triassic of Scotland.  Earth and Environmental Science Transactions of the Royal Society of Edinburgh 101, Special Issue 3-4, pp 285 - 299

L'enigmatico (o forse, no) Mystiornis

Kurochkin et al. (2011) descrivono un tarsometatarso di un aviale dal Cretacico inferiore della Siberia sudoccidentale, ed istituiscono un nuovo taxon, Mystiornis cyrili. L'olotipo consiste nei tre metatarsali II, III e IV quasi completamente fusi. L'esemplare mostra una interessante combinazione di caratteri enantiorniti (troclea del II metatarsale più ampia di quella del III, tubercolo per il muscolo flessore tibiale craniale posto medialmente sulla superficie estensoria, IV metatarsale molto assottigliato) ed ornithuromorfi (completa fusione del tarsometatarso, eminenza intercotilare, forame vascolare prossimale). Questa bizzarra combinazione di caratteri induce gli autori ad istituire due nuovi taxa nidificati per questo genere (e fondamentalmente inutili in quanto ridondanti col solo genere incluso): Mystiornithiformes e Mystiornithidae. Gli autori includono Mystiornis in una recente analisi sugli aviali assieme a Vorona, Avisaurus, i due troodontidi basali Mei e Anchiornis, e Allosaurus come outgroup. Il risultato, su stessa ammissione degli autori, è poco plausibile (Mystiornis risulta in un clade basale di aviali assieme a Vorona, Avisaurus e Mei). Dato che un tale risultato è altamente eterodosso e privo di qualunque corrispondenza con precedenti studi (e considerando che l'analisi difetta di caratteri troodontidi per giustificare l'inclusione di quei deinonychosauri), dubito della validità della loro analisi.
Immesso in Megamatrice, Mystiornis è un enantiornite avisauride. Quindi, secondo questa analisi, Mystiornithiformes e Mystiornithidae sono solo sinonimi junior di qualche clade enantiornite, e le caratteristiche "ornithuromorfe" di questo aviale russo sono quindi convergenze. Da notare che tutti i caratteri "ornithuromorfi" sono riconducibili ad un singolo fenomeno: l'intensa ossificazione del tarsometarso (ritengo che tutti i theropodi abbiano eminenze intercotilari cartilaginee, ma che solo nei taxa con estesa ossificazione delle cartilagini, come gli ornithuromorfi, questo carattere si conservi come fossile). Questo implica che è necessario rivedere la validità di questi caratteri come "entità" non-covarianti.

Bibliografia:
Kurochkin, Evgeny N. , Zelenkov, Nikita V. , Averianov, Alexandr O. and Leshchinskiy, Sergei V. (2011). A new taxon of birds (Aves) from the Early Cretaceous of Western Siberia, Russia. Journal of Systematic Palaeontology, 9: 1, 109-117.

16 maggio 2011

Un piccolo maniraptoro dal Cretacico Inferiore inglese

Un anno fa, Darren Naish mi contattò per chiedermi un'opinione su una piccola vertebra di theropode dal Cretacico Inferiore del Gruppo Hastings (Inghilterra). Dato che adoro i fossili frammentari, ed ho una passione particolare per le vertebre dei theropodi, fui felice di poter essere utile per stabilire cosa fosse.
La mia interpretazione dell'esemplare collimò molto bene con quella originaria di Darren, e ciò indicava che la nostra interpretazione era molto probabilmente corretta (l'ipotesi alternativa, che entrambi abbiamo sbagliato allo stesso modo indipendentemente, è poco probabile). Recentemente, Darren ed il suo collega Stewen C. Sweetman hanno pubblicato uno studio che descrive l'esemplare e ne discute le implicazioni (Naish and Sweetman, in press).

15 maggio 2011

Il dualismo tra quanta morfologici e cluster filetico - 1a parte

"Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos, ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos"
(Matteo, 7,6)

Dato che ho ricevuto critiche per aver dedicato alcuni post ad argomenti ritenuti non essere "paleontologia vera e propria", pur non capendo bene cosa essa sia, soddisferò i miei lettori così poco amanti delle polemiche parlando di qualcosa che, senza dubbio, è "paleontologia vera e propria". (Potrei discutere se abbia senso che la mia libertà di espressione debba conformarsi al gusto del lettore medio, ma sforerei nell'ultrazionalità)
La paleontologia non può esistere se non stabiliamo una corrispondenza tra enti biologici attuali ed i presunti enti biologici estinti rappresentati dai fossili. Tale corrispondenza, che ha come base il concetto evoluzionistico di continuità delle linee di discendenza, è quindi una rappresentazione del processo evolutivo, descritto dalla sistematica.

L'estinzione di Theropoda

In questi giorni sto riflettendo molto sul senso di ciò che faccio. Sia come ricercatore paleontologico sia come blogger. Temo di aver sbagliato tutto negli ultimi 10 anni. Ero ancorato a vecchi concetti, a valori superati. 
Uno dei miei modelli era C. Darwin. Darwin compì il suo famoso viaggio sul Beagle attorno al trentesimo anno di vita, quando era giovane. Il viaggio fu una grandissima esperienza, e fonte di moltissimi dati. Nei successivi venti anni elaborò, ponderò, confrontò i dati, li rielaborò ed infine, all'età di 50 anni, pubblicò il suo libro più famoso ed importante. 
Credevo che quello fosse il "metodo" giusto: decenni di studio prima di pubblicare un'opera meritevole e importante per sé e per il pubblico.

11 maggio 2011

Il Grande Libro della Preistoria (by G. Panini)

La conoscenza rende liberi. La prima volta che constatai questa verità fu all'età di 9 anni, in una calda estate degli anni '80. Una mattina d'agosto, in spiaggia, stavo giocando con alcuni amici quando nell'acqua prossima alla riva spuntarono alcune creature gelatinose. In molti si allontanarono dall'acqua, gridando all'invasione di meduse. Io, come sempre curioso, mi avvicinai. Riconobbi subito quelle creature. Presi un secchiello, mi avvicinai all'animale più prossimo alla riva e lo raccolsi assieme all'acqua. Subito, gli altri bambini si portarono attorno a me ed alla mia preda. Un vecchio pescatore si avvicinò e, nell'accento del luogo, ci intimò di non toccare quella medusa, per non restare urticati.

10 maggio 2011

Recensione di Castiello, Lampugnani e Broccoli (2011) "In Dino Veritas - Guida ad una visione consapevole dei dinosauri"

Questo post discende da una serie di circostanze. Un lettore di Theropoda, recentemente, mi ha chiesto un giudizio su questa recente produzione editoriale. La richiesta si associa ad altre, ricevute di persona, affinché esprimessi un mio giudizio sull'opera. Solo ora, che ho potuto visionare nel dettaglio l'opera, posso parlarne in modo motivato.
Dato che l'opera è stata pubblicata, è disponibile ed è in vendita, la mia attuale recensione è un dovere pubblico in quanto divulgatore paleontologico, per dare ai potenziali acquirenti, privi di competenza critica sulla materia, qualche indizio sul merito effettivo del prodotto che intendono acquistare. Metto subito in chiaro, per evitare di essere accusato di avere un atteggiamento ostile o qualche pregiudizio nei confronti dell'opera, che la mia recensione si basa esclusivamente sui fatti documentati, le parole presenti nell'opera stessa, che citerò dettagliatamente (e che quindi non sono invenzioni), e che il mio pensiero non è indotto dalla mia opinione personale verso coloro che hanno partecipato all'opera. Dico questo perché ero a conoscenza dell'esistenza dell'opera in fieri, da quando, un paio di anni fa, fui contattato dal primo autore della stessa per una non ben chiaramente specificata "collaborazione" nell'opera. In base a mie motivazioni, rifiutai di partecipare al progetto.
Ho improntato la mia recensione sulla domanda: se un mio caro amico mi chiedesse se vale la pena di comprare quell'opera, cosa gli risponderei?

04 maggio 2011

Billy & il Clonesauro - Reloaded: Compy vs Procompy

Esistono appassionati di paleontologia dei dinosauri che, forse per pigrizia, preferiscono discutere sopratutto sui NOMI piuttosto che sugli OGGETTI ai quali quei nomi sono stati attribuiti. Questa tendenza di nominalismo radicale (e pigro) tende a infervorarsi sui nomi dei taxa, arrampicandosi (un po' inutilmente) in problemi quali la necessità di sostituire Tyrannosauridae con Deinodontidae o Agathaumas con Triceratops. Poi, ci sono quelli che si arrovellano sulla necessità di considerare Aves solo il clade meno inclusivo contenente i taxa dinosauriani attuali oppure se estenderlo almeno fino ai calcari litografici bavaresi. Sia chiaro, queste discussioni sono importanti, ma NON così importanti come alcuni sostengono. In particolare, queste discussioni sono molto poco importanti quando chi le fomenta non ha alcuna competenza sugli OGGETTI chiamati con quei nomi, perché si riduce ad una mera ostentazione di suoni articolati. I nomi paleontologici esistono solo per discutere di oggetti paleontologici, che sono prioritari.
Poi, ovviamente, ci sono le emanazioni pop dei dinosauri (e dei loro nomi), con Billy e il Clonesauro all'avanguardia di queste emanazioni. Ed è proprio di un contorto caso di pseudo-nominalismo fattosi popolare che parlo oggi. In questo post parlo del più piccolo dinosauro del Parco BillyClonato, il "compy".