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06 settembre 2009

Il caso dei due pulcini di troodontide nel nido di un oviraptoride

Nel 1993, mentre il resto del mondo si stordiva il cervello con i primi dinosauri generati al computer, una spedizione congiunta americano-mongola scopriva un nido fossile nel deserto del Gobi. Il nido, risalente al Cretacico Superiore, includeva almeno sei uova ed alcuni resti ossei. Un uovo conteneva i resti parziali ma articolati di un embrione, prossimo alla schiusa. L’analisi delle caratteristiche ossee non lasciavano dubbi sulla sua identità: era un oviraptoride. Successivi ritrovamenti avrebbero confermato che quel tipo di uovo e di nido, così frequenti nelle formazioni mongoliche, non appartenevano, come si era pensato per 70 anni, al ceratopso Protoceratops, bensì ad oviraptoridi (Norell et al., 1994; 2001). Questa storia è ormai nota, così come il ritrovamento spettacolare di oviraptoridi adulti morti in posizione di cova sopra ai propri nidi. Per quanto spettacolare ed interessante, questa è solo la bella cornice di una scoperta ancora più bizzarra ed affascinante. Torniamo al primo nido citato all’inizio, ed analizziamo alcuni dei resti ossei presenti. Assieme all’embrione oviraptoride ed alle 6 uova (il numero totale delle uova nel nido probabilmente era almeno il doppio, ma l’erosione ha distrutto metà della covata), i ricercatori rinvennero due piccoli crani, in buono stato di conservazione. I crani, di forma triangolare, con ampie orbite e rostro ridotto, sono chiaramente di esemplari prossimi alla schiusa, forse appena nati. Le mandibole, gracili ed affusolate, portano una serie di piccoli denti privi di seghettatura... A questo punto, se siete veramente appassionati di theropodi, dovreste saltare in piedi ed esclamare: “Puoi ripetere?” “Denti?” “Non hai appena detto che è un nido di oviraptoride? Gli oviraptoridi NON hanno denti!” Infatti. I due crani non sono di oviraptoridi. I crani degli oviraptoridi embrioni conservano tipici tratti degli adulti, come l’assenza di denti, la finestra mandibolare ipertrofica, il premascellare corto e profondo. I due crani che sto citando sono chiaramente due theropodi molto giovani, ma dalla morfologia generale è chiaro che non sono oviraptoridi. Essi sono due paraviali. Inizialmente attribuiti a dromaeosauridi prossimi a Velociraptor (Norell et al., 1994), ora, dopo un attenta analisi appena pubblicata (Bever & Norell, 2009), risultano chiaramente dei troodontidi, molto prossimi (se non addirittura attribuibili) a Byronosaurus. Non vi tedierò sulle interessantissime caratteristiche di significato ontogenetico e filogenetico presenti in questi due crani.
Cerchiamo di capire le cause che hanno portato due crani di pulcini di troodontide all’interno di un nido di oviraptoride. Cerchiamo di essere il più aperti mentalmente possibile, di valutare tutte le opzioni, e non solo quelle che più ci piacciono o suggestionano.
1- Deposizione casuale, prima della fossilizzazione, dovuta ad agenti fisici. Forse, le stesse cause che hanno impedito a questo nido di schiudere sono le stesse che hanno trasportato i due troodonti all’interno del nido. Se, come pare probabile, questi nidi furono sepolti da tempeste di sabbia (o da inondazioni), quelli stessi fenomeni potrebbero aver trascinato i due pulcini nel nido appena prima che fosse sepolto. Ipotesi possibile, ma, a mio avviso altamente improbabile. Anche a me capita di fare canestro per caso lanciando la palla in aria, ma mai due volte di fila: pensare che una tale casualità possa spiegare la presenza di DUE pulcini di troodonte nello stesso nido di oviraptoride è quasi assurdo.
2- Deposizione casuale, successiva alla fossilizzazione, dovuta ad agenti fisici. Il nido è molto eroso. Pertanto, è possibile che sia rimasto esposto dopo la sua fossilizzazione, in balia degli agenti atmosferici per un tempo sufficiente affinché alcuni fossili presenti nelle vicinanze siano stati trasportati al suo interno dal vento o dalle piogge. Anche in questo caso, la probabilità di una deposizione casuale dei due troodonti è quasi zero. Inoltre, ci sono due aspetti che rendono questa ipotesi ancora meno probabile: A) Il nido è eroso: un nido fossile esposto all’aria si distrugge in pochi anni. Ciò riduce molto la probabilità che possa ricevere casualmente qualche oggetto che vi rotoli all’interno senza che anch’esso si distrugga. B) I due crani, per quanto piccoli e di costituzione gracile, non mostrano segni di intensa erosione e di trasporto: essi devono essere entrati nel nido prima della fossilizzazione.
3- Resti di pasto degli oviraptoridi. Gli oviraptoridi probabilmente si nutrivano di piccoli vertebrati, tra cui i giovani theropodi. Come ho scritto più volte, i giovani dinosauri dovevano essere tra le prede preferite dei theropodi, quindi anche degli oviraptoridi. Dati i resti frammentari a nostra disposizione, non possiamo stabilire se i due troodontidi fossero parte della dieta degli adulti (come pare plausibile dato che le uova non erano ancora schiuse) o se costituissero un eventuale cibo portato ai piccoli: tuttavia, dato che gli embrioni di oviraptoride mostrano un buono stato di ossificazione delle articolazioni, analogo a quello che si osserva negli attuali uccelli precoci (che camminano già nel momento della schiusa e sono subito autonomi nel procurarsi il cibo, come nei polli, anatre e struzzi), è probabile che questi theropodi non avessero bisogno di essere nutriti dai genitori. Quindi, è plausibile che i due pulcini di troodontide siano resti del pasto degli adulti. A questo proposito, data la tenacia con la quale gli oviraptoridi difendevano le loro covate (al punto da morire sovente accovacciati sulle loro uova), non è improbabile pensare che l’adulto in cova (probabilmente maschio poligamo, come discusso qui) non abbandonasse le uova fino alla schiusa e fosse nutrito da altri adulti (probabilmente femmine) i quali portavano al nido delle piccole prede.
4-Parassitismo del nido. Questa ipotesi, la più speculativa e affascinante, è stata citata da Norell et al. (1994). In analogia con quanto accade con alcuni uccelli attuali, come il cuculo che depone le sue uova in nido di uccelli di altre specie perché siano loro a curare i suoi pulcini, è ipotizzabile che i due pulcini siano stati deposti da un troodontide adulto che praticava parassitismo del nido nei confronti degli oviraptoridi. Questa ipotesi è alquanto improbabile. Innanzitutto, il parassitismo del nido si pratica tra specie che hanno prole inetta, e non precoce. Tutti i theropodi mesozoici mostrano prole precoce, capace di muoversi e nutrirsi autonomamente fin dalla schiusa. Le cure parentali, se presenti, quindi non andavano oltre il controllo del territorio e la difesa dai predatori, ma non richiedevano la nutrizione dei pulcini (se vedete immagini di paleoarte con theropodi che nutrono i giovani, quella è paleofantasy). Questo stile di vita non richiede l'evoluzione di parassitismo del nido. Inoltre, come detto prima, dalle prove fossili sembra che gli oviraptoridi fossero molto attenti nella protezione dei loro nidi, e che raramente li lasciassero incustoditi: difficile immaginare come un troodontide di almeno 150 cm di lunghezza potesse deporre le sue uova in un nido altrui senza essere notato.

Quindi, in conclusione, l’ipotesi più probabile è che gli oviraptoridi includessero i giovani troodontidi (ed in generale, i giovani theropodi) nella loro dieta, e che se ne nutrissero anche durante l’intensa fase delle deposizione e cura delle uova.

Bibliografia: Bever G.S. & Norell M.A., 2009 - The Perinate Skull of Byronosaurus (Troodontidae) with Observations on the Cranial Ontogeny of Paravian Theropods. American Museum Novitates 3657: 1-52.
Norell M. A., Clark J. M., Dashzeveg D., Barsbold R., Chiappe L. M., Davidson A. R., McKenna M. C., Altangerel P. & Novacek M.J., 1994 - A theropod dinosaur embryo and the affinities of the Flaming Cliffs dinosaur eggs.
Science 266:779–782.
Norell M.A., Clark J.M. & Chiappe L.M., 2001 - An Embrionic Oviraptorid (Dinosauria: Theropoda) from the Upper Cretaceous of Mongolia. American Museum Novitates, 3315: 1-17.

4 commenti:

  1. L'ipotesi 3 è molto robusta.

    Ne avanzo una 5 a livello puramente speculativo: non possiamo immaginare anche rapporti di simbiosi, in cui i giovani troodonti, per esempio, prederebbero insetti, parassiti e piccoli vertebrati dannosi ai pulcini (o alle uova) di oviraptoridi e quindi fossero non solo tollerati ma ben accetti, o addirittura (cosa inaudita lo ammetto) deposti insieme nello stesso nido.

    Mi viene in mente il rapporto tra il Piviere egiziano o guardaino dei coccodrilli (Pluvianus aegyptius) e il coccodrillo del Nilo, il primo passa parecchio tempo addirittura nelle fauci del secondo, ma ovviamente alleva i suoi pulcini altrove.

    Effettivamente è un comportamento insolito, non so quale fosse la dieta del Byronosaurus, che può smentire del tutto questo esercizio intellettuale, mentre se fosse compatibile non proverebbe nulla. Diventerebbe invece un'ipotesi robusta se si trovassero più nidi con questa associazione di animali.

    Avanzo anche una ipotesi 6, che la tafonomia del ritrovamento potrebbe smentire immediatamente. Poniamo che il nido fosse stato in una prima stagione un nido di Byronosaurus, e che dopo la schiusa sia rimasto, come "sporco", un certo numero di individui deceduti; la stagione successiva (o anche poco dopo) una "famiglia" di Oviraptordi ha riadattato un nido già esistente (facendo quindi meno fatica), sotterrando i rifiuti (e quindi favorendone la fossilizzazzione).

    Il nido sarebbe quindi una sorta di Tell naturale.

    Erodoto.

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  2. I agree #3 seems the most logical. BUT I also thought the same thing as Herodotus, same nest different hatchings.

    Best,

    Brett

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  3. L'ipotesi 5 è improbabile: in generale, i pulitori hanno una taglia adulta molto molto inferiore a quella dei loro simbionti. In questo caso, i pulcini di trodontidae e quelli di oviraptoridae sono della stessa taglia, così come gli adulti.

    L'ipotesi 6 è interessante, e potrebbe essere testata se fosse dimostrabile una stratificazione all'interno della struttura del nido. In ogni caso, è molto meno probabile della ipotesi 3.

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  4. I love it! In a way, this find corroborates David Hone's hypothesis that theropods went after juveniles (instead of adults) of other species.

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